62: Vecchie conoscenze e... ricordi speciali

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Francesca's Pov
Sento Samuele avvicinarsi a me e lasciarmi un bacio sulla guancia sinistra, sulla quale si sofferma un po' troppo. Sento le sue labbra muoversi e formare un sorriso contro la mia pelle, poi lo sento emettere un gemito d'approvazione. Samuele, ti prego, dimmi qualunque cosa, ma non quello...
"Wow, Francy... hai davvero un buon profumo."
Ecco, appunto!
""Hai un buon profumo. Molto dolce, come te"..."
Quel ricordo mi colpisce come un fulmine a ciel sereno.
Divento rossa come un peperone, me lo sento, e il mio cuore batte velocissimo. Il mio equilibrio è talmente scarso che rischio di cadere giù dallo scalino sul quale mi trovo per raggiungerlo. Non so se questa reazione sia dovuta al complimento in sé o al fatto che qualcun'altro mi ha detto questa frase prima di lui... qualcuno che mi ha dato veramente molto, ma ora non c'è.
"Cavolo... non mi aspettavo che saresti stato dolce ora che ci siamo rivisti!"
"Hai ragione, meno di un anno fa ti avrei graffiato quella guancia, non vi avrei certo lasciato un bacio. Ma tu hai qualcosa. È tutto a posto?"
"Tutto bene, solo che quando mi vengono dette certe cose.... io reagisco così e non posso farci niente..."
"Dammi la mano" mi dice lui con un tono gentile al quale spero di abituarmi il prima possibile.
Gli tendo la mano sinistra e lui l'afferra.
"Come procede con Daniel, Francy?"
"Lui è buono come il pane. È presente, mi dà moltissimo, anche se non stiamo insieme."
"Non state insieme? Da quando? Perché?"
"Ehi, piano! Una domanda alla volta, ti prego!" gli dico ironica, anche se nemmeno io so come ci riesco.
"Sai, è come se fosse scattato un allarme dentro di me" mi dice. "Lui è un tipo a posto, ti vuole bene e sapere che... beh, non state più insieme è stata una doccia fredda per me."
"Per me è stato come essere sbattuta con forza sul ghiacciaio dell'Antartico ed essere abbandonata lì."
"Accidenti! Gli vuoi proprio bene, allora... e io avrei dovuto capirlo subito."
"Senti, non pensiamo al nostro passato fin troppo burrascoso, dai! Tu ci staresti male e ci starei male anch'io."
"Hai ragione. Comunque dai, raccontami: cos'è successo?"
Gli racconto tutto, come se stessi parlando ad un amico di lunghissima data, e forse mi fa anche bene parlare con lui.
Lo sento attirarmi a sé e abbracciarmi, cosa che fino a un anno fa non gli avrei permesso. Anzi, fino a meno di un anno fa, perché ci siamo riconciliati ad agosto del 2015, non gli avrei permesso di toccarmi in nessun modo, troppo spaventata dall'idea che lui potesse farmi del male.
"Sai, si capisce che non stai bene al cento per cento. Sai, anche se sorridi e i tuoi occhi si sforzano di essere luminosi, come quando sei davvero felice, è come se il tuo corpo dicesse altro... sei più rigida, forse persino più irritata dal contatto fisico di qualcuno che magari cerca solo di aiutarti e hai sempre la faccia rivolta verso il basso."
"Ah..." dico sottovoce. "Capisco. Però ora basta parlare di me... a te come va?"
"Ho una ragazza meravigliosa... l'ho conosciuta durante il viaggio che ho fatto. Sai, abbiamo girato un po' tutto il mondo e la tappa finale era Palermo, per questo sono qui. Lei ora è nell'appartamento che abbiamo fittato. Vieni, voglio presentartela!" dice entusiasta.
Non mi dà neanche il tempo di realizzare la frase che ha appena detto, mi prende subito la mano e mi aiuta ad alzarmi. Io tengo la mia guida poco distante da terra, ma non la uso, perché con Samuele che mi guida sarebbe un extra che non mi servirebbe a un granché. Lo sento accelerare il passo e faccio un po' di fatica a stargli dietro.
"Ehi, Speedy Gonzales, rallenta!" dico.
"Ti sembro brutto come un topo?" mi chiede.
"Intanto non so se il personaggio sia bello o no, e poi mica te l'ho detto perché mi sembri un topo. Te l'ho detto perché hai messo il Turbo!"
"Tranquilla, lo so, scherzavo."
Scoppio a ridere e lui mi fa entrare in un condominio per poi prendere l'ascensore. Appena arrivati suona il campanello e qualcuno corre ad aprire.
"Ciao Lin!" dice Samuele sorridendo a quel qualcuno che ci ha aperto.
"Sam!" esclama la ragazza e sono certa che gli sia letteralmente saltata addosso.
Ma io questa voce la conosco!
"Evangeline?" chiedo esitante.
"Sì, sono io... ma tu chi sei?"
"Francesca Bernardi. Non so se ricordi... ci siamo conosciute all'UIC" dico.
La sento spostarsi e venirmi incontro per poi stringermi a sé.
"È vero! Io ti chiamavo sempre Annalisa, come la cantante..."
"Scarrone o Minetti?" le chiedo ridendo.
"Credo la seconda." mi risponde lei. "E poi... era quella che cadeva e scoppiava a ridere?"
"Proprio quella, Lin!"
Samuele si aggrega all'abbraccio e ci chiede: "Care damigelle, vi va di andare a prendere un gelato tutti e tre insieme?"
"Certo! Vado a prendere il mio bastone e vi..."
"No, amore mio! Lascia che sia io la tua guida, per oggi. E anche tu, Francesca!" ci dice Samuele, fin troppo dolcemente rispetto a come mi ero abituata.
"Che dici, Fra? Lo accontentiamo?" mi chiede Lin, e quella parola, nonostante stavolta il plurale sia d'obbligo, fa accelerare il mio cuore di non so quanti battiti e sono costretta a portare una mano al petto, nel disperato quanto inutile tentativo di tranquillizzarmi e non sembrare una squilibrata."Si può fare... non voglio che qualcuno sia triste per colpa mia." rispondo.
Usciamo dall'appartamento e andiamo a prendere il suddetto gelato.
Io sinceramente di quello non ho molta voglia, ma di stare con loro ne ho, e anche parecchia, quindi decido di accompagnarli e parlare del più e del meno. Spiego loro che mi piace moltissimo il clima di questo quartiere, perché è tranquillo però lo è nel giusto.
Parlo del più e del meno con i ragazzi, che mi raccontano del loro rapporto, inizialmente più che burrascoso, ma che ora sembra essere la cosa più bella di questo mondo.
Un po' li "invidio", ma solo per il fatto che possono amarsi liberamente, senza aver paura di nessuno. Io non posso più farlo da quando Natasha e mio padre mi hanno letteralmente messa con le spalle al muro. La cosa peggiore, però, è che hanno fatto altrettanto con Daniel, che non ha fatto nulla per meritarselo.
"Sam, mi riporteresti alla spiaggia? Da là riuscirò a tornare a casa più facilmente" dico sottovoce.
"Se mi dai l'indirizzo ti ci accompagno io." dice lui.
"No, no... davvero, mi basta che mi riporti alla spiaggia. Mi ha fatto veramente piacere rivedere te e Lin... siete una bellissima coppia, davvero" dico, iniziando a parlare a raffica.
"Va bene. Dai, vieni." mi dice sorridendo. "Lin, tu vieni con noi?"
"Certo... altrimenti mi perdo! Non conosco ancora bene Palermo." dice sorridendo.
Arriviamo alla spiaggia ed io saluto i ragazzi con un abbraccio, sperando che Sam non mi dica niente di... di meraviglioso...
"Ci vediamo presto, brunetta!" mi dice proprio lui con un sorriso.
"A presto!"
"Ciao Francy!"
"Ciao Lin!"
Quando i ragazzi si allontanano io mi siedo sui gradini della spiaggia e torno ad ascoltare il Mare. La sua voce sembra consolarmi, anche se ho questo nodo alla gola che è terribilmente fastidioso. Prendo dei respiri profondi per calmarmi e, alla fine, grazie anche all'effetto benefico di quel suono, riesco a sciogliere anche quel nodo.
Quando mi sento un po' più tranquilla mi alzo e salgo per quella scalinata, poi ripercorro quella strada a ritroso. Quando arrivo in giardino Zora inizia a guaire.
"Ehi, ehi, ehi! Non puoi fare questo ogni volta, birbante" sento dire da Alberto. "Di' un po': ti fidi di questa bellissima ragazza?"
Percepisco un movimento rapido e Alberto si mette al mio fianco posandomi una mano sulla spalla sinistra.
"Quando le ho chiesto se si fida di te lei ha annuito, quindi immagino che quando guaisce in quel modo voglia solo salutarti" dice dolcemente, "ma non devi assolutamente preoccuparti, lei è nella sua casetta di sempre, se passi dal lato destro del giardino non la sfiorerai nemmeno, okay?"
"Okay, grazie."
"Chicca... come mai hai il viso rosso?"
"Beh... oggi ho incontrato un amico... cioè, fino a poco meno di un anno fa lui non mi sopportava, ma ora mi vuole bene... ha fatto un viaggio che è durato un bel po', e... beh, l'ho incontrato sulla spiaggia quando cercavo te. Si è avvicinato, mi ha baciato la guancia e mi ha detto una cosa."
"Cosa esattamente?"
"Ehm... ecco... preferirei non ripetere quelle parole, ma è una cosa che a dire il vero... ecco... mi era già stata detta da un'altra persona... e..."
"Mmmm... perché ho una mezza idea di chi ti abbia detto questa frase misteriosa che ti ha completamente mandata in tilt, miss Bernardi? Forse conosco questa persona?"
"Perché è vero" dico fin troppo velocemente.
"Tu sei proprio andata, Fra... ma quando vi rivedrete sarai la persona più felice di questo mondo, ne sono sicuro, e sarà stupendo, perché tu la felicità la meriti tutta. Voi due sarete felici, a dispetto di tutto e tutti, ne sono sicuro!"
Gli getto le braccia al collo e sorrido come una bambina. La bambina più felice dell'universo. Eh già, perché la sua frase è un balsamo sulle ferite della mia anima.

Luce dei miei occhi (sequel of: "Quel meraviglioso villaggio")Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora