60: Escapémonos!

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Francesca's Pov
Alberto ci ha detto che stasera, nella piazza che è vicino casa sua, ci sarà una festa in maschera e dato che domani dovrò separarmi di nuovo dal mio angelo abbiamo deciso di parteciparvi tutti.
"Da cosa vorresti vestirti stavolta, tesoro?" mi chiede la mamma.
"Sinceramente?"
"Certo, altrimenti combinerò un guaio, Francy."
"Non ne ho la più pallida idea." ammetto.
Mi prendo la testa tra le mani, cercando di concentrarmi.
"Perché non ti mascheri da angioletto?" mi chiede la mamma.
"Come? Perché, scusa?" chiedo.
"Come ti chiama sempre Daniel? Te lo ricordi, no?" mi chiede.
"Mi chiama in molti modi... se è quello che penso... forse intendi "angioletto"..."
"Ecco, hai capito" mi dice.
"Va bene! È carino l'angioletto..."
Sentiamo qualcuno battere alla porta.
"Chi è?" chiede mia madre, mentre la sento rovistare tra degli abiti dato che la maschera dovrebbe essere fatta in casa, se è possibile usare questo tipo di termini.
"Qualcuno che spero siate contente di vedere. È permesso?" chiede proprio il soggetto della nostra conversazione. Come potrei non essere contenta di vedere Dan?
"Vieni, entra Dan!" dice mia madre e sento la porta aprirsi. "Ah, vedo che hai scelto il Corsaro Nero!"
"Appunto. Non so perché ho scelto questo, però mi andava!"
Lo sento avvicinarsi a me e farmi voltare verso di sé.
"Ti andrebbe se ti mostrassi la maschera?"
"Se non ti dà fastidio, certo" rispondo.
"Perché il tuo tocco dovrebbe darmi fastidio?"
"Francesca si preoccupa sempre un po' troppo!"
"Mamma, accidenti! Questa potevi risparmiartela!"
"Dai Angelica, lasciala stare! Questo lato di lei è adorabile e amo ripeterle che può fare quello che vuole, anche prendermi a schiaffi se deve sfogarsi!"
"Però questo non potrei mai farlo" gli dico.
"Ma quatno sei bella!" dice lui cogliendomi del tutto impreparata.
Poso le mani sulla sua maschera, alla quale è aggiunta una benda che gli copre l'occhio destro.
"Accidenti, è davvero fatta bene!" gli dico.
"Grazie, piccola" mi dice dandomi un bacio su una guancia. "Tu da cosa ti maschererai?"
"Credo che la mia maschera stoni un po' con la tua" rispondo.
"Mmm... qual è, Francy?"
"Lei si vestirà da angioletto."
"Ah! Allora non ti mascheri! Tu sei già un angioletto!"
"Ragazzi, io ho due collane: una con il simbolo dello yin e una con quello dello yang. Potreste usarle per evidenziare il contrasto tra le maschere."
"Un Corsaro e un angelo moderni! Carino!" dice lui. "Tu prendi lo yin ed io lo yang, va bene?"
"Se va bene per te, va bene anche per me..."
"Allora va bene. Angelica, se mi dai il mio ciondolo io vi lascio, in modo che abbiate il tempo e la tranquillità di prepararvi."
Credo che mia madre gli abbia dato il ciondolo. Lui si allontana e mia madre mi fa indossare un tubino, a quanto mi dice, bianco, qualcosa che mi faccia da aureola e due ali di stoffa, poi mi mette la collana con lo yin.
"Fai un giro su te stessa che voglio vederti!"
"Mamma, non sono una brava ballerina." le dico sorridendo.
"Non ti ho chiesto una giravolta. Ruota su te stessa, piano piano." mi dice.
Faccio come mi dice e dopo aver sentito il suo sguardo "sfiorarmi" la sento sorridere.
"Sei stupenda!"
"Dici davvero?"
"Certo, e ora ti faccio avere le conferme."
Detto questo apre la porta e mi prende sottobraccio. Mi porta in salotto e sento dei respiri trattenuti. Il primo a "riprendersi" è proprio colui che speravo parlasse per primo.
"Sei uno spettacolo, Chicca" mi dice Daniel per poi prendermi entrambe le mani e stringermele.
Giorgio dice qualcosa in siciliano e Ginevra mi dice: "Anche per me e per lui sei incantevole!"
Melissa mi raggiunge e mi cinge le spalle.
"Wow, ma che bella che sei!" mi dice. Il mio angelo scioglie la presa dalle mie mani e mi fa voltare. Melissa mi prende le mani e me le fa portare sul suo viso.
"No! Non dirmi che ti sei vestita da riccioli d'oro!"
"Perché, Fra?"
"Perché tu di solito i capelli li porti ricci e per quel poco che ne so dovresti averli biondi" rispondo con un sorriso.
"Comunque ci hai preso! Sapessi chi mi ha ispirata!"
"Chi?"
"Lui." dice, facendo sfiorare la mia mano e quella di Dan.
"Ci saranno ancee i TeenDays!" dice Sofia, che è letteralmente al settimo cielo.
"Attenta a quel Leo, eh? Se ti fa qualcosa gli farò rimpiangere di essere venuto a Palermo!" parte in quarta Giorgio, e immagino che Sofi lo abbia fulminato.
"Sapessi che sguardo omicida gli ha lanciato Sofia!" mi dice Daniel in un sussurro.
"Non farmi fare brutte figure!"
"Sofia, dai, lo sai che sono geloso!" dice lui e dal tono che sta usando immagino che le stia facendo gli occhi dolci.
"A volte sei insopportabile!"
"Giorgio, Sofia, basta!" esclamo.
"Appunto, ragazzi!" si aggrega Dan. "Avete bisogno del ditino per fare la pace, come i bambini?"
Le sue parole mi fanno ridere.
"Dai, ora andiamo!" dice la signora Rosa. Io sto per andare a recuperare la mia guida, ma Dan mi ferma.
"Ti dispiacerebbe se ti accompagnassi io?" mi chiede.
"No, per niente."
Diciamo che ora non stiamo insieme, ma è come se fossimo una coppia, con la sola differenza che i baci non ce li scambiamo sulle labbra. A me, sinceramente, va bene anche in questo modo. Mi basta vederlo e sono contenta.
Arriviamo in breve tempo, il mio angelo mi fa voltare e per un brevissimo tratto cammino di lato, fino a trovare una sedia.
"Ecco! Se vuoi sederti puoi metterti qui" mi dice spostandola un po' più indietro, in modo da lasciarmi lo spazio sufficiente per sedermici sopra.
"Neanche Cenerentola aveva tanti sguardi estasiati puntati addosso" mi dice sottovoce prima di allontanarsi.
E forse neanche Cenerentola aveva le mie guance bollenti!
Possibile che mi basti un nonnulla per diventare rossa?
Gli altri mi raggiungono al tavolo e Giorgio mi mette tra le mani una palla di vetro che credo contenga dell'acqua. Mi piace scuoterla, emette un suono bellissimo ed estremamente dolce.
"Ti piace?" mi chiede.
"È bellissima!"
"Questa boccia di vetro dovrebbe fare l'effetto di una palla di neve."
"Wow! Davvero, Giorgio?"
"Davvero."
"Scusa, ma dove l'hai presa?"
"Qui c'è anche un mercatino. È là che l'ho presa."
"Ah, che bello! Devono avere tantissime altre cose stupende!"
"Eccome, Francy! Però adesso dovrei andare a prendere Ginevra, perché è partito un brano stupendo!"
Il brano in questione è: "Escapémonos", di Marc Anthony e Jennifer Lopez. Giorgio ha ragione: è stupendo.
Mi sento prendere la mano destra e a quel contatto inizio a tremare.
"Signorina Francesca, sarebbe tanto gentile da concedermi questo ballo?" mi chiede il mio dolcissimo Corsaro.
"E come posso dire di no proprio a lei? Però la scongiuro, mi guidi lei, perché ho paura" rispondo.
"Stia tranquilla... sarà un vero piacere per me."
È vero che sto scherzando come ha fatto lui, ma il mio cuore batte a precipizio e sto tremando in maniera assurda.
Lui mi prende anche l'altra mano e mi porta in un punto che, secondo quello che mi dice, è abbastanza nascosto da sguardi indiscreti, poi mi stringe la mano destra con la sua sinistra, porta la mia mano sinistra alla sua spalla, mi circonda la vita con l'altro braccio e mi fa muovere lentamente. Con lui non ho tutta quella paura di sbagliare. Con lui sono disposta a lasciarmi un po' andare, perché lui riesce sempre a farmi sentire completamente al sicuro, anche se non capisco come ci riesca, soprattutto se non glielo dico.
"Quando ti lasci condurre e ti fidi di chi ti guida sembri un'altra." dice.
È vero, ma forse non è soltanto questo.
Forse anche il brano che è stato scelto mi fa sembrare diversa. Sembra fatto proprio apposta per noi.
"Mettiamoci guancia a guancia, tesoro" mi dice ed io gli do retta. Lui ha il viso morbido. Stavolta non ha nemmeno quell'accenno di barba che ricordavo. La mia guancia è caldissima, lo so, me lo sento.
"Se pensassi ad un contatto fisico tipo questo non dovresti neanche truccarti per simulare l'imbarazzo" mi dice sorridendo.
Continuiamo a muoverci a ritmo ed io mi lascio incantare dalle voci dei due cantanti, dalle loro parole e dal contatto che unisce me e Daniel. Lui mi tiene stretta e, giuro, è una sensazione magnifica. Forse l'unico tipo di ballo che mi piace è proprio il lento, perché i brani da discoteca mi disorientano dopo poco tempo.
"Che cosa senti?" mi chiede improvvisamente, in un sussurro.
"I brividi... le farfalle nello stomaco... il cuore che batte a mille... le labbra che sorridono da sole, senza che io le gestisca."
Mi chiedo come sono riuscita a mettere insieme una frase di senso compiuto, ma sono felice di esserci riuscita. Avevo paura di dire frasi sconnesse.
"Tu, invece?" chiedo esitante.
"Io sento te e le tue sensazioni." mi dice sorridendo.
"In che senso?"
"Sento che stai tremando e vengono i brividi anche a me. Tu sorridi, lo so anche se non riesco a vederti le labbra, perché ti sento, e viene da sorridere anche a me. Sento il tuo cuore che batte e..." dice facendomi spostare la mano dietro la sua spalla. "Senti come va veloce il mio, tesoro?"
"Tu che ne dici? Questo brano fa per noi?"
"Eccome! Anzi, quando vuoi scappare fammelo sapere che te lo farò fare."
Forse vorrei scappare, per restare sola con lui, come dicono loro, per abbracciarlo senza il timore che tutto possa finire da un momento all'altro, per godermi il Mare con lui per sempre, per dormire abbracciati come fanno i bambini... per essere felice insieme a lui... e non solo per qualche istante.
Senza che nessuno dei due possa rendersene conto ci avviciniamo sempre di più. Le nostre guance scivolano l'una contro l'altra e le nostre labbra si avvicinano fino ad incastrarsi.
Labbra che si sfiorano piano, come per accarezzarsi, perché non si ritrovano tanto vicine da un po'. Labbra che tremano, come se avessero paura di toccarsi... paura di bruciarsi attraverso quel contatto, forse.
Labbra che ci portano in un altro mondo, solo mio e suo, attraverso un innocente contatto. Un mondo dal quale, almeno io, non vorrei ritornare mai più, perché la realtà che viviamo ora è troppo dolorosa.
"Affinché restiamo soli, amore, in un giorno senza fine, senza preoccuparci più di quello che potranno dire... dove dormiamo abbracciati, e se dunque ci sorprende il giungere del giorno, sapere che sei lì... che siamo soli."
Quanto lo vorrei! Quanto vorrei scappare!
Non per vigliaccheria, ma per dare un segnale del mio desiderio di averti vicino, angelo con la benda da Corsaro Nero. Per te lo farei, ne sono sicura... ma per ora m'importa solo del bacio, della musica che cambia e di quel ballo tutto nostro che ora si è interrotto.
Forse è arrivata la mia mezzanotte... quella di Cenerentola, ma non mi allontano da lui, perché lui sa che sono venuta su una zucca, con dei topolini e un abito strappato.
Metaforicamente parlando, dico.
"È già finito?"
È la prima cosa che mi viene in mente di chiedergli dopo il distacco delle nostre labbra. Un distacco che mi provoca una stretta allo stomaco da non poter evitare di prendere in considerazione. Sono completamente in trance, tanto da fare fatica a notare che il tipo di musica è cambiato, è un po' più rapido.
"Non lo so... credo dipenda da te" mi risponde lui, stringendomi più forte a sé. "Dimmi soltanto se vuoi che continuiamo a fare quello che stavamo facendo oppure no, tesoro mio... io aspetto solo un tuo segnale..."
E, istintivamente, io gli do quel segnale. Non è più la mia testa a controllarmi: ora lo scettro ce l'ha il mio cuore e desidero che fino a domani continui ad avercelo lui.
Seguire la testa, a mio parere, è peggio di seguire il cuore, perché di seguire la testa, la logica, la razionalità, ci si sforza e si tende a soffrire perché è come imporci qualcosa che non ci piace. Nel caso del cuore, invece, è diverso. Il cuore è paragonabile a qualcuno che esercita la professione estiva del mio angelo, ma soprattutto che la esercita come lo fa lui: invogliandoti a fare le cose, ma senza farti molta pressione.
Il cuore ti suggerisce qualcosa da fare, ma non ti costringe a farlo: ti spinge ad agire in un modo che è travolgente, ma non distruttivo.
Forse potrei provare a seguire il mio cuore. Potrei farlo e lasciarmi alle spalle tutti coloro che vorrebbero ostacolarmi... a patto che anche lui lo voglia.
"Piccola, se vuoi ci rivediamo nel posto che ci ha permesso di ritrovarci, perché quest'anno mi hanno rimandato là" mi dice sottovoce, "se tu lo vorrai ci rivedremo in estate."
Lo abbraccio forte e gli dico solo tre parole sussurrate, ma che racchiudono tutto quello che provo: "Non vedo l'ora!"

Luce dei miei occhi (sequel of: "Quel meraviglioso villaggio")Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora