73: Mediatrice

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Maya's Pov
Angelica, non appena sente il nome della figlia, si sposta da un lato per lasciarmi entrare. Io mi chiudo la porta alle spalle e la seguo verso il soggiorno, che poi, a quanto pare, era anche la sua stanza quando abitava qui. Mi indica il divano ed io vado a sedermici sopra. Vedo che lei mi guarda. È molto preoccupata e se Francesca ha voluto che io le dicessi dove si trova vuol dire che l'ha capito perfettamente e che non vuole che lei stia male per la situazione che purtroppo si è venuta a creare.
"Come sta Francesca?" chiede senza fare alcun giro di parole.
"Non si preoccupi, sta bene. Mi ha chiesto di venire qui per darle l'indirizzo del posto in cui si trova adesso. Come vede non è tornata con la coda tra le gambe e credo anche che abbia fatto bene. Non per lei, assolutamente, ma..."
Vedo che mi guarda e le compare un sorriso sul volto. Le passo un foglietto sul quale è scritto l'indirizzo della casa in cui attualmente vive Francesca.
"Per caso è stata anche a casa tua, Maya?" chiede.
Annuisco.
"Senta, le dispiacerebbe se aspettassi suo marito? Avrei urgente bisogno di parlare con lui, proprio a proposito di Francesca, perché lei fisicamente sta benissimo... ma moralmente un po' di meno. Si sfoga spesso attraverso il lavoro al bar, ma quanto potrà durare questa storia? Per quanto lei possa essere forte... quanto crede che possa resistere al dolore che le è piovuto addosso? Prima Natasha e adesso lui: mi sembra davvero troppo!"
"Certo che puoi aspettarlo qui, cara! Magari a te darà retta."
"Perché dice questo?" chiedo.
"Per quanto mi riguarda sono due giorni che provo a farlo ragionare, ma l'unica cosa che ho ottenuto è una rabbia che mi sta distruggendo un po' alla volta."
Guardo il volto stanco di quella donna meravigliosa, fisicamente e mentalmente, che ha tirato su una figlia a dir poco spettacolare. Le voglio un bene dell'anima, perché lei si fa necessariamente voler bene e non credo esista qualcuno che possa odiarla... semplicemente esiste chi le vuole troppo bene, ma non sa dimostrarglielo.
Il signor Fausto arriva verso le sei di sera e nel frattempo io resto a parlare con Angelica e Francy si mette in contatto con lei, per dirle che sta bene e che le manca tantissimo.
"Angelica! Chi è questa ragazzina?" chiede non appena entra in casa.
"Un'amica di Francesca." risponde lei tranquillamente.
Lo vedo tentennare molto prima di aprire di nuovo bocca.
"Mandala via! Non voglio sapere niente di quella sconsiderata..."
Sto per gettarmi contro di lui. Spero solo che abbia preso una botta in testa che gli provoca una perdita di memoria a breve termine, altrimenti mi devo arrabbiare!
"Tesoro, tranquilla" dice Angelica, poi mi si pianta di fronte, si volta di spalle e, rivolta al marito, esclama: "Io non metto alla porta proprio nessuno! Se sei tanto vigliacco da volerla cacciare lo farai da te! Io non caccio una ragazza che mi porta notizie di mia figlia!"
Stringo forte i pugni, cercando di mantenere la calma, anche se l'espressione indifferente del padre di Francesca mi manda in bestia.
"Che cos'hai da dire?" mi chiede con un tono dir poco glaciale.
"Le voglio dire che sua figlia, anche se dentro sta molto male, è andata avanti e vive bene. È solo che... lei non sa quanto l'abbiano ferita i suoi modi, le sue parole e il suo prevaricare continuo. Lei è grande, ha il diritto di fare ciò che vuole della sua vita!"
"Beh, se queste sono le intenzioni della signorina può rimanere dov'è!"
"Non sono assolutamente d'accordo!" dice Angelica serrando i pugni al vento e incenerendo il padre della mia amica con lo sguardo. "È nostra figlia e noi possiamo indirizzarla, non obbligarla a fare qualcosa!"
"E perché?"
"Semplicemente, come ha appena detto Maya, lei ha il diritto e dovere di decidere da sola della sua vita. È una ragazza con la testa sulle spalle, ligia, responsabile e tranquilla, ma bisogna lasciare che faccia le sue scelte. Lei ha scelto di andare a trovare una persona che per lei è molto importante e, a dire la verità, io credo che lui sia la persona migliore che le potesse capitare di conoscere come compagno. È buono, sensibile, forte, quando lei non ce la fa da sola le è vicino e l'aiuta a resistere, la protegge quando ne ha bisogno e la lascia libera quando il suo desiderio è di esserlo. Quei due ragazzi si vogliono un bene dell'anima. Perché dovremmo essere noi ad impedire loro di stare insieme?"
"Perché non vai da lei dato che siete d'accordo su tante cose?"
"Perché questa volta sono io che devo controllare te!"
"Controllarmi?"
"Ovvio! Saresti capace di andare al bar in cui lavora e farle una scenata!"
"Lo sai che mi ha dedicato un brano per dirmi: "Dopo questa tu per me non sei più nulla"?"
"Che pretendevi che ti dicesse? Cerchi di darle uno schiaffo, le fai dare un pugno a un vaso e ferire una mano, la sbatti fuori di casa, vai al bar in cui lavora e durante il turno come cameriera le sbatti in faccia una sua fobia!"
"Io ho fatto quello che dovevo fare. Se dovesse servirle di nuovo l'indirizzo dove può trovare Francesca mi dia il suo numero: glielo riporterò" dico.
La signora Angelica scatta in piedi, mi sussurra all'orecchio il suo numero ed io la chiamo, in modo che lei salvi il mio sul suo telefono, poi saluto i due coniugi e me ne vado in fretta da quella casa. Continuo a camminare con i pugni serrati a causa della rabbia che mi ha fatto provare quell'uomo. Lui, che voleva più bene alla sua Francy che a chiunque, ora le si è scagliato contro come niente. Dio, che nervi!
Fausto's Pov
Mando un messaggio a Carlo Bianco, l'ex tutore di Elena. Gli do l'indirizzo del bar in cui lavora Francesca, perché dopo aver letto l'indirizzo e averlo memorizzato Angelica ha strappato il biglietto e l'ha buttato via. Voglio che Carlo porti via Francesca, che la porti in un posto nel quale ci sarò anch'io.
Carlo dice che è d'accordo, poi io cancello la conversazione con lui ed esco di casa.
Francesca's Pov
Dopo aver finito il turno al bar mi appresto a ripercorrere a ritroso il vicoletto che mi divide dalla casa in cui c'è la camera che Debora mi ha fittato quando sento qualcuno posare le mani sulle mie spalle.
"Francesca, devi assolutamente venire con me!" esclama qualcuno dalla voce molto familiare.
"Carlo! Che vuoi? Lasciami! LASCIAMI!" gli urlo contro.
Lui mi tappa la bocca e mi trascina nella sua auto per poi allacciarmi la cintura e chiudere la portiera. Lui sale al posto del guidatore e inizia a correre come se fosse diventato pazzo.
"VUOI CHE CI AMMAZZIAMO O COSA?" chiedo.
"Potresti stare zitta per un nano-secondo?"
"Tu che dici? No che non posso! Ferma questa trappola e fammi scendere!" dico.
"Accidenti a te, maledetta ragazzina! Quell'incidente che avete avuto tu e tua madre non poteva farti restare in ospedale per un po'?" mi chiede.
A quel punto perdo letteralmente il controllo: sgancio la cintura e gli tiro uno schiaffo.
"Beh, eccoti accontentato!" dico aprendo la portiera dell'auto e saltando fuori. Cado per terra, rotolo e sbatto la testa sul lastrico della strada, stringendo forte il bastone e la borsa che ho portato con me. Sento lo stridere dei freni, ma riesco a sentire sempre meno, fino a quando non mi ritrovo a perdere completamente conoscenza...

Luce dei miei occhi (sequel of: "Quel meraviglioso villaggio")Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora