41: L'amore materno non ha confini

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Daniel's Pov
Anche se Francy aveva molta paura del fatto che suo padre avrebbe potuto farmi ancora del male sono rimasto con lei. Adesso mi si è addormentata tra le braccia ed è davvero tenera.
La distendo sul letto, prendo una sedia e mi metto accanto a lei. Accidenti, faccio fatica anche a sentirla respirare per quanto è delicata persino mentre dorme... però vedo che una ciocca di capelli le copre un occhio e, immaginando il fastidio che può provocarle, gliela sposto dietro l'orecchio, sperando che stia più comoda.
"Sei bellissima" le dico sottovoce, "sei davvero una principessa..."
Mentre mi ritrovo a guardarla come quella che è ai miei occhi, la creatura più bella del mondo, mi arriva un messaggio da Serena, che mi dice che Melissa è a casa nostra, in pessimo stato, e dato che Franco l'aspetta per portarla a fare una visita di controllo e gli altri già prima non c'erano, vorrebbe che andassi a vederla.
Le scrivo velocemente un: "Arrivo subito" e mi metto in contatto con Lindaspiegandor velocemente la situazione. Lei, nonostante viva lontano, ci raggiunge nel minor tempo possibile.
"Lo sai, Linda, se non fosse per quello che ti ho detto non mi preoccuperei fino a questo punto, perché lei sa cavarsela, ma ora preferisco che non resti sola, che le stia vicino qualcuno di cui mi fido completamente e di cui lei stessa si fida."
"Non preoccuparti, se qualcuno le si avvicina troppo lo mando via a forza di calci!"
"Grazie mille!"
"Ma figurati! So quanto tieni a lei, e ci tengo anch'io." dice sorridendo.
Le lascio un bacio sulla guancia, poi faccio altrettanto con la fronte della sua cuginetta e lascio la stanza.
Arrivo a casa in pochi minuti.
Quando entro vedo Serena che mi viene incontro e mi abbraccia forte.
"M-Melissa ha fatto una sciocchezza." mi dice sottovoce.
"Dov'è?"
"In camera mia. Non sgridarla, ti prego" dice.
"Non potrei, amore mio, tranquilla. Non piangere, vai a raggiungere Franco e andate a vedere come si sente il pargoletto... o la pargoletta." dico dolcemente.
Lei mi sorride, poi va via ed io vado in camera sua e trovo Melissa piena di lividi, ma la cosa peggiore è che non ci sono soltanto lividi.
Le guardo le braccia. Ha dei tagli uguali a quelli che ho visto sulle braccia della mia principessa.
"Melissa! Ehi! Mi senti, non è vero?" chiedo.
Lei si limita ad annuire.
"Cosa sono questi segni? Cos'hai fatto?"
Glielo dico con dolcezza, non voglio spaventarla. Lei inizia a piangere ed io l'abbraccio.
"Non aver paura, va tutto bene." le dico.
"Mi è successa una cosa davvero orribile" dice.
Melissa's Pov
Mio padre ha scoperto che io sono ancora innamorata di Ernesto e che l'ho incontrato.
Gliel'ha detto quell'arpia di Natasha, che ci stava spiando.
Lui mi ha detto di avvicinarmi, mi ha spiegato tutto e quando gli ho detto la verità mi ha presa a schiaffi e mi ha mandata via urlandomi contro.
Mio padre non ha mai fatto una cosa simile e il fatto che abbia iniziato a farlo con me mi fa soffrire.
Oltre a questo, poi, va messo in conto che mi ha detto cose orribili.
Vado in bagno, con l'intenzione di farmi una doccia, e scoppio a piangere.
All'improvviso, però, adocchio una lametta. La guardo a lungo, dubbiosa su quello che è meglio fare, ma alla fine l'afferro. Poggio l'oggetto sul braccio, conto fino a tre e premo. Subito una sostanza calda e appiccicosa inizia ad uscire dal mio braccio ed io ripeto l'operazione altre tre volte: una sul braccio destro e le altre due su quello sinistro.
Subito dopo riempio la vasca d'acqua calda e mi ci butto dentro. Noto che le forze mi vengono a mancare. Il sangue continua a fuoriuscire... non sono troppo lucida quando sento qualcuno bussare alla porta e due voci che gridano: "Melissa, ti prego, esci!"
Mi sono chiusa dentro, ma mio fratello Enrico ha una copia della chiave, infatti sento un rumore metallico e qualcuno che trattiene il respiro.
"Amore mio, che cos'hai fatto?"
Ernesto!
"Santo cielo... Enrico, ti prego, prendimi qualcosa per coprirla e portiamola in ospedale!"
Lo sento singhiozzare, ma non sono abbastanza forte da parlargli. Lo sento prendermi in braccio e stringere a sé il mio corpo, completamente allo scoperto. Mi bacia la fronte e mi stringe più forte.
"Tieni, mettile questo" dice Enrico, aiutando Ernesto ad avvolgermi in un accappatoio.
Mi portano fuori. Sento mio padre urlare ad Ernesto di andarsene, ma Enrico gli dice: "Ascolta: è solo colpa tua se Melissa sta male, quindi ora chiudi la bocca e lasciaci fare!"
Prima di arrivare in ospedale perdo completamente i sensi...
Quando mi sveglio sono in un letto che non è il mio e sento qualcuno correre su per le scale ed aprire la porta.
Apro gli occhi, vedendo il viso dolce del mio ex cognato.
"Melissa! Ehi! Mi senti, non è vero?" mi chiede.
Annuisco.
"Cosa sono questi lividi? Cos'hai fatto?"
Mentre me lo chiede mi sfiora piano una guancia, parlando a bassa voce, come per non spaventarmi.
Scoppio a piangere e lui mi abbraccia, dicendomi che va tutto bene.
"Mi è successa una cosa davvero orribile..."
Prendo coraggio e gli racconto tutto, partendo dalle parole che mio padre mi ha urlato contro per concludere con quello che è successo prima che perdessi i sensi.
"Hai avuto paura, vero? Non hai trovato altre soluzioni che fossero diverse dal farti del male."
"Ho addirittura notato che il fatto di ferirmi mi faceva stare meglio... e..."
Tremo mentre lo dico, perché un altro ceffone me lo aspetto da chiunque, ma lui, che lo capisce, mi tiene più stretta.
"Melissa, ascoltami, ti prego. Hai tutte le ragioni di questo mondo per stare male, ma credimi se ti dico che non ti serve fare questo. Rischi di distruggerti ulteriormente... non lasciarti andare, ti prego. Non è da te mollare tutto, non in questo modo. Anche se tu e mio fratello non potete più stare insieme tu non sei sola e non hai nulla di cui vergognarti perché non hai fatto niente..."
"Non so come fare... mia madre non c'è più, mio fratello cerca di proteggermi e mi vuole molto bene, ma non può sempre starmi dietro... e..."
"Anche se la tua mamma non è qui credo sappia quello che stai passando. Prova a scriverle. È vero, è una lettera che non le arriverà mai, ma imprimere il dolore su un foglio forse fa meno male, perché Francesca l'ha fatto." mi dice.
"Come fai a saperlo, scusa?"
"Perché Angelica, tramite messaggio, me l'ha detto stamattina, molto prima di un incidente che ha creato problemi a tutt'e due..."
Gli sorrido.
"Potresti darmi un foglio e una penna?" chiedo.
"Ma certo, tieni." dice per poi darmi il suddetto foglio.
Esce dalla stanza e chiude la porta. Io stringo al petto il foglio e la penna, poi inizio a scrivere senza neanche pensare.
"Ciao, mamma. Sono io: Melissa. Spero che anche se ora non sei qui ti ricordi di me, perché ho tanto bisogno di parlare con te.
In pochi giorni ho perso tutto.
Ho perso il mio amore, il ragazzo dal quale sono stata costretta ad allontanarmi perché papà non si fidava di lui a causa di una ragazza che gli aveva creato problemi e l'aveva anche fatto infuriare.
Ho perso mio padre, perché quando ha saputo che sono ancora innamorata di Ernesto l'unica cosa che ha saputo fare è stata picchiarmi e insultarmi, e fa troppo male.
Ho perso anche il coraggio, perché oggi sono arrivata a farmi del male e in quel momento mi sentivo meglio, ma mi sono sentita malissimo subito dopo aver realizzato quello che ho fatto. Mi sono sentita a pezzi.
Mamma, ti prego, dammi un segno... aiutami a capire quello che posso fare.
Vorrei che nei miei sogni stanotte ci fosse un tuo abbraccio, di quelli che fanno passare tutto e che il giorno dopo ti danno la forza di continuare a combattere. Almeno nei sogni, visto che nella realtà non è possibile.
Ti voglio bene, non sai quanto!
La tua Meli, come dicevi tu!"
Piego la lettera, la infilo nella tasca di una giacchetta che non è mia e, presa dal sonno, mi addormento.
Sono distesa su di un prato, fa molto caldo e ci sono gli uccellini. Sento qualcuno avvicinarsi piano piano a me e voltandomi vedo una bellissima donna, con un'aureola sulla testa, che sta per raggiungermi. Appena arrivata al mio fianco s'inginocchia ed inizia ad accarezzarmi il viso.
"Amore, sono io" mi sussurra.
Quella voce. È così familiare!
"Meli... non mi riconosci?"
Meli! Soltanto la mamma mi chiamava in quel modo.
"Mamma!" sussurro abbracciandola. È come se quell'incidente non me l'avesse mai portata via.
"Amore, che succede? Perché tremi? Non hai detto che avevi bisogno di un abbraccio di quelli che ti davo quando eri ancora piccola?"
"Non sai quanto ne ho bisogno!"
"Amore, ascoltami... Enrico si è sobbarcato tutto dopo l'incidente, ma ha bisogno di sapere che la sua sorellina è felice e sta bene. Parla con lui, lascia che ti aiuti, fatti abbracciare quando non ci sono io, perché ti posso assicurare che anche i suoi abbracci ti guariranno, più dei miei!"
Lei mi stringe più forte ed ho la sensazione che le mie ferite si stiano rimarginando.
"Non sono solo le tue braccia che stanno guarendo. Io sto cercando di guarire anche il tuo cuore, ma non riuscirò a farlo del tutto. Il resto del lavoro tocca a te, tesoro mio."
"Lo farò, mamma. Te lo prometto..."

Luce dei miei occhi (sequel of: "Quel meraviglioso villaggio")Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora