Francesca's Pov
Oggi è il secondo giorno di fisioterapia per Carlotta, ma oggi, oltre a me e allla sua mamma acquisita, c'è la sua ragazza. Per il dottor Bonaventura ci sono ruoli specifici: io sono una specie di infermiera e loro le sostenitrici morali.
"Come ti senti, biodda?" chiede Asia.
"Ho una paura!"
"Ehi! Ci sono io con te!" dice lei, facendomi sorridere. Cavolo, sono talmente tenere!
"Dai, vieni!" le dico aiutandola a sdraiarsi sul letto.
Come la volta precedente le vengono fatti svolgere alcuni esercizi, poi io l'aiuto a scendere, in modo che riprovi a camminare.
"Pronta?" le chiedo tenendole la mano sinistra per sostenerla, mentre, aalla posizione in cui è, immagino che con l'altra si stia aggrappando al lettino.
"Pronta!"
Metto anche l'altra mano sulla sua e la sento stringere la copertura in carta sterile del lettino fino a strapparla.
"E molla, allora!" le dico facendola ridere prima che molli la presa.
"Quando vuoi ti lascio andare!"
La sento girarsi verso di me e dirmi: "Okay, lascia!"
Le lascio la mano, muovendomi insieme a lei, in modo da poterla prendere se dovesse cadere di nuovo.
Stavolta arriva un po' più lontano dal lettino, poi si aggrappa al mio braccio e, sentendola tremare, le afferro anche l'altro braccio.
"Tranquilla, va tutto bene!" le dico, notando che è nervosa. "Appoggiati al lettino e sali!"
Sento altre tre persone correre verso di me per darmi una mano: il dottor Bonaventura, Asia e Marisa.
"Come ti senti ora che ti sei spostata un po' da là?" le chiede il medico con quel sorriso rassicurante che lo caratterizza. Com'è che si dice? Tale padre, tale figlio, perché anche Salvatore quando sorride è capace di tranquillizzarti, e lo so perché l'ho provato sulla mia pelle.
E mica è l'unico, ma tanto è palese a chi mi riferisco!
"Sono più tranquilla. Forse piano piano riuscirò ad arrivare dall'altra parte della stanza!" dice entusiasta.
Mi stringe le mani. Leggermente. E questo mi basta per capire tante cose. Per esempio capisco che lei, pur essendo felice, è terrorizzata e cerca conforto.
"Amica mia, tu ci sarai, vero?"
"Ma che domande fai? Ovvio che ci sarò!" dico.
"E tu, tesoro?"
So con chi parla e sorrido.
Ha preso la stessa abitudine del mio angelo!
Asia inizia a balbettare al suono di quella parola! Benvenuta nel club, Asia!
"Ehm... s-sì... n-naturalmente, se tu lo vuoi."
Improvvisamente sento il cellulare vibrare nella tasca. Uno strano senso d'inquietudine si fa largo dentro di me. Il messaggio è di un numero sconosciuto. Faccio scorrere le dita sulla riga della Barra Braille, capendo da quelle poche parole che la situazione non è il massimo.
"Francesca, sono Martina, la cugina di Daniel. Ti prego, vieni a prendere mia figlia che è davanti al tuo condominio. È urgente!"
Rispondo con un: "Okay, arrivo!", poi saluto tutti, recupero la mia guida e corro fuori. Salto sulla mia bici, arrivo davanti al condominio e, sentendo il pianto di una bambina, freno e scendo dalla bici.
"Crystal! Piccola, sono Francesca!" le dico prendendola per mano.
Recupero anche la bici e metto via la mia guida, tanto il palazzo lo conosco abbastanza bene.
Saliamo in ascensore e quando rientro a casa metto via tutto e noto che la piccola continua a piangere.
"Amore, che è successo?" le chiedo.
Lei spiega che è entrato un uomo in casa, che sua madre si è spaventata, è corsa fuori di casa e l'ha portata davanti al palazzo di fronte, cioè quello in cui abito io. Capisco chi è quell'uomo, ma cerco di calmare Crystal tenendola in braccio e muovendomi avanti e indietro per cullarla. La sento appoggiare la testa al mio petto e respirare regolarmente, segno che si è addormentata.
"Va tutto bene, amore mio!" le dico a bassa voce. "Va tutto bene! Chiaro?"
In qualche modo scrivo a Martina che va tutto bene, ma lei non risponde e la cosa mi spaventa terribilmente.
Martina's Pov
Valerio mi fissa con quegli occhi che mi hanno sempre messo paura. Io sono appiattita contro il muro, con il ventre pronunciato a causa della mia seconda gravidanza. Sono al settimo mese e ho paura che lui possa farmi nuovamente del male, in più mi hanno chiamata dall'ospedale, dicendomi che mio marito ha avuto un incidente sul lavoro ed è ricoverato in ospedale. Ho saputo da mio cugino che Francy era in ospedale per un altro motivo, quindi le ho scritto, sperando che avesse finito.
Sento il telefono vibrare e vedo che Valerio mi sta osservando. Leggo di sfuggita il messaggio, che mi tranquillizza sullo stato di Crystal. Per fortuna c'è Francy con lei.
"Quindi quella bambina è figlia dell'altro... e lo stesso per il figlio che aspetti adesso!"
"Valerio... lui è mio marito... l'altro sei tu" sussurro. A dire il vero lui per me non è più niente dopo quello che mi ha fatto passare.
Lo sento avvicinarsi pericolosamente.
Ho la sensazione che lui voglia colpirmi, ma non glielo posso permettere, non questa volta. Inizio ad urlare, ma lui mi tappa la bocca e stringe la presa fino a farmi male. A quel punto mi scuoto con tutte le mie forze, proteggendomi il ventre con le mani. Non gli permetterò di far del male al secondo figlio dell'uomo che più amo.
Sento un frastuono, poi qualcuno corre verso di me. In quell'istante chiudo gli occhi, preparandomi alle botte di Valerio e pregando che mio figlio sopravviva, ma prima che questo accada sento il corpo di quella bestia rovesciarsi e da quel corpo proviene un gemito di dolore.
"Ti avevo detto di starle alla larga, ricordi?"
Ma quello è mio cugino!
Apro gli occhi e vedo che Valerio è a terra e mio cugino lo tiene inchiodato, fissandolo negli occhi. Lo vedo girare la testa verso di me e guardarmi, per assicurarsi che io non abbia ferite. Deve aver notato le mie labbra rosse per la stretta, perché Valerio viene trascinato fuori. Neanche cinque minuti dopo sento le sirene delle auto della polizia, che ci raggiungono e lo portano via, poi mio cugino torna in casa e mi afferra le mani.
"Stai bene? Ti senti bene?" mi chiede preoccupato.
"Io sto bene... ma ho avuto paura!" rispondo scoppiando in lacrime tra le sue braccia.
"Tesoro, non ti agitare! Questo fa male a te e a lui" mi dice toccandomi il ventre, ma con delicatezza.
"Sebastián... Sebastián..." sussurro con le lacrime agli occhi.
"Che cosa gli è successo?"
"Ha avuto un incidente sul lavoro! Ora è in ospedale! Ti prego, portami da Francesca e va' da lui! Fallo per me!"
"Certo, però tu calmati, ti prego!" mi dice.
Mi scorta fuori da casa mia e mi porta da Francesca, che a quanto pare è riuscita a far addormentare mia figlia.
Lei si alza, apre dopo la scampanellata e, sentendomi piangere piuttosto forte, mi riconosce.
"Ehi! Che è successo?" chiede. "Lui... lui ti ha..."
"Se l'avesse fatto credo che non avrei resistito alla tentazione di spaccargli quella faccia da schiaffi!" dice Daniel stringendole la mano, come se quel contatto lo facesse sentire meglio, e evidentemente questo succede, perché vedo il suo volto, fino a poco fa contratto, rilassarsi. "Io devo andare in ospedale..."
"Dio mio! Che altro è successo, Dan?"
"Vedi... si tratta di Sebastián... ha avuto un incidente sul lavoro" risponde lui sussurrando come se temesse di farsi sentire da Crystal.
"Santo cielo... okay... ci vediamo dopo..."
"Certo, tesoro" risponde lui dandole un bacio sulla guancia per poi fare lo stesso con me.
Quando lui esce da casa di Francy le@ prende tra le braccia Crystal e la porta nella camera dei suoi genitori per poi chiudere la porta.
"Vieni, siediti" mi dice togliendo dei cuscini dal divano per poi prendermi la mano e farmi sedere, come spesso si fa con lei. "Ti ha fatto qualcosa?"
"N-no... non ha fatto in tempo. Frrtunatamente prima che mi facesse qualcosa è entrato mio cugino e per difendermi l'ha messo Ko" dico.
"Lo immaginavo. L'ho capito dal modo in cui mi ha stretto la mano." mi dice.
Dopo un po' che parliamo, però, mi sembra di avvertire delle fitte.
"Ehi! Va tutto bene?" chiede Francesca, prendendomi le mani.
"Sento molto dolore" rispondo in un sussurro.
Lei mi sfiora un ginocchio.
"Ma tu... tu sei..." balbetta confusa.
"Sono incinta."
"Credo che tra poco conoscerai tuo figlio. Ti si sono rotte le acque" sussurra lei, agitata.
Io mi metto sul pavimento, ma lei mi blocca.
"Che fai, sei impazzita? Ora ti sposto questi cuscini, mettiti sul mio letto!"
"No..." sussurro. "Non posso..."
"Va bene, è chiaro. Mettiti giù, allora" mi dice mettendomi un cuscino sotto la testa. "Io vado e torno, resisti!"
Francesca's Pov
Sono totalmente nel panico. Non ho mai assistito ad un parto in vita mia, per cui, ricordandomi delle informazioni che mi sono state date dal film: "Via col vento" prendo gli asciugamani più grandi dall'armadio, metto a bollire dell'acqua nel microonde e disinfetto delle forbici che mi serviranno per il cordone ombelicale. Dio mio, fa' che vada tutto bene!
Ho provato a chiamare un'ambulanza, ma con la mia fortuna non ce n'è una libera!
Chiudo le ante del balcone, le tolgo di dosso la tuta e le metto gli asciugamani intorno a tutto il corpo.
"Dammi la mano" le dico. "Non crearti nessun problema: stringi!"
Lei mi prende la mano.
"Contiamo fino a tre, poi dai una bella spinta!" le dico per incoraggiarla.
"Okay" sussurra la mia amica. Io porto una mano al suo viso e lo sento molto contratto.
"Uno... due... tre..." diciamo entrambe sottovoce. Lei dice: "Non voglio che mia figlia mi senta, avrebbe paura!"
Afferro un cuscino e glielo metto nella mano libera.
"Portalo alla faccia, mettilo tra i denti e mordi!" le dico.
Lei soffoca le sue urla e so che sta cercando di spingere per il modo in cui stringe la presa sulla mia mano.
"Stringi più forte se necessario, non importa!" le dico.
Lei stringe, continua a spingere e alla fine sento il pianto di una nuova creatura e la mano di Martina che, gradualmente, allenta la presa sulla mia.
"Dio mio... ce l'abbiamo fatta" riesco a sussurrare. "Anzi... ce l'hai fatta!"
"No, avevi detto bene prima, perché mi hai aiutata..."
"E pensare che io non ci capisco niente!"
"Allora come hai fatto? Insomma: l'acqua calda, gli asciugamani, le forbici... il coraggio!"
"Ho ricordato un film... chi li produce, per renderli realistici, si deve informare!"
"Ce la fai ad alzarti?" chiedo dopo un paio di minuti.
"N-non credo... io... oh santo cielo, che disastro!"
"Tranquilla che non sei la prima! Io un anno fa ho macchiato il pavimento perché ero svenuta" le spiego. "Ora ti aiuto, poi mi occuperò del pavimento."
"È un maschio!"
"Eh?"
"Il mio bambino..."
Aiuto Martina a sdraiarsi, poi prendo il bimbo e, dopo averlo pulito, almeno da quello che sento sotto le dita, lo riporto alla madre.
"Mi dispiace di non avere nulla da fargli mettere." dico.
"Avrei dovuto preoccuparmene."
"Hai una borsa per questo tipo di cose, vero?"
"È vero... ma ho paura. È nato prematuro e non..."
"Tu stai tranquilla. Tienilo con te, io chiamo una dottoressa che conosco e le chiedo di venire qua."
Mi metto in contatto con la ginecologa, che ci raggiunge in pochi minuti e oltre ad avermi aiutato a pulire ci rassicura, dicendo che quel bambino è forte come un leone e che la madre, oltre alla stanchezza, sta benissimo.
"Dio mio, grazie mille Marianna!" dico abbracciandola.
"Ma figurati, cara! Anzi, sei stata veramente coraggiosa, lo sai?"
Le sorrido timidamente e lei saluta tutti e tre e va via.
"Che dici, vado a prendere Crystal?" chiedo.
"Se non sta dormendo, certo, anche perché hai lavato via le prove del modo in cui ho messo al mondo questo bambino! Sai, a me sembra che sia presto per dirle certe cose..."
"Ma lui è nudo..." le dico sottovoce. "Ti vado a prendere quella famosa borsa, va bene?"
"Okay. Dovrebbe essere sul tavolo. Non avrai problemi ad entrare, la porta non esiste più!" mi dice.
Io corro a casa di Martina, prendo la famosa borsa e la porto a casa mia per poi dargliela e aspettare che vesta il neonato.
"Forse chiedo troppo, ma... ecco... posso tenerlo?" chiedo esitante.
"Tu mi hai aiutata a metterlo al mondo!" risponde lei, mettendomi in braccio quel fagottino caldo e morbido.
"Sai, quando il tuo papà ti vedrà, impazzirà di gioia per quanto sei bello!" gli dico sottovoce, facendo sorridere Martina.
"Magari, se lo dicessi a mio cugino..." propone lei.
"Aspetta!" dico rimettendole il bimbo in braccio. "Vai con la mamma, amore, che io le devo dare una cosa!"
Vado a prendere il cordless che, per quanto mi sia fastidioso, in questi momenti risulta utile, e lo metto su un cuscino, accanto alla testa della madre.
Martina's Pov
Quando chiamo mio cugino sento anche la voce di mio marito. È debole e stanca, ma almeno dimostra che lui è vivo.
"Ehi, Marty! Tutto bene?" mi chiede mio cugino.
"Certo! La tua ragazza è veramente un portento!" dico.
"Lo so, ma da cosa l'hai capito, Marty?"
"Grazie a lei è nato mio figlio" rispondo con un sorriso.
"Che? Seria?" chiede sorpreso.
"Certo!" rispondo, facendo ridere il piccolo.
"Che bella risata ha mio figlio!" interviene la voce di mio marito. Evidentemente Daniel ha pensato di farla ascoltare anche a lui la risata del nostro piccolo angelo. "Di' a la chica che le sono grato."
"La chica" sarebbe: "La ragazza": Francesca.
"Ho avuto una paura che non immagini nemmeno, Sebastián!" interviene lei.
"Però ce l'hai fatta! I medici dicono che ce la farò anch'io. Scusami ometto se non potrò esserci oggi, ma mi sono fatto male! Poi ti giuro che torno: dillo anche alla sorellina!"
Il suo accento che distorce le parole e le sue parole mi fanno sorridere.
"Come fa? Non può parlare" gli dico. "Lo dirò io a Crystal!"
È proprio questo il momento in cui la sento correre nella stanza e gettarsi sul letto.
"Mamma... chi è lui?" mi chiede strofinandosi gli occhi.
"Il tuo fratellino, amore!" rispondo sorridendo. Lei ha una reazione che mi stupisce. Porta la mano del fratellino sul suo cuore e gli dice: "Ti voglio bene!"
Vedo la brunetta sorridere. Si sta godendo la scena e la cosa mi rende felice.
"Quando tornerà il vostro papà sarete una famiglia ancora più bella" dice.
"E quando torna papà?" chiede Crystal.
"Papà torna presto, piccola peste!" risponde mio marito.
"Smettila con questa storia della peste! Tua figlia è un angioletto!" dice Francesca.
"Come te!" interviene mio cugino, facendola arrossire. Crystal le si mette sulle ginocchia e le porta le mani al viso, come farebbe lei.
Ci salutiamo e io chiudo la chiamata.
Francesca's Pov
...DUE GIORNI DOPO...
Oggi Sebastián esce finalmente dall'ospedale e dato che Martina e i bambini sono rimasti qui ci raggiungerà direttamente a casa.
Siamo tutti in attesa, compreso il bimbo che è tra le braccia della madre. Crystal, invece, sta con me. Quei due bambini sono davvero teneri.
Sento il campanello suonare e e Crystal si alza per andare ad aprire.
"No, amore! Vado io!"
Sento una scampanellata insolita e capisco che è qualcuno che mi conosce. Sento qualcuno entrare e abbracciarmi.
"Tu sei un miracolo!" mi sussurra in un orecchio. Da questo lo riconosco definitivamente.
"Dan!" esclamo.
"Già, e non sono da solo! Crystal, vieni! Guarda chi c'è!"
Sento la piccola raggiungersi e buttarsi tra le braccia di qualcuno. Capisco che è Sebastián.
"Papà!" esclama la piccola.
"Certo, amore!"
Capisco che lui l'ha presa in braccio e la sta coccolando.
"Mi fai conoscere il tuo fratellino?" le chiede lui e la piccola, scendendo a terra, porta il padre dal bimbo.
"Ciao, bell'ometto! Come stai, eh?"
Il bambino ride e la scena della famiglia felice fa ridere anche me.
"Dio mio... che bel quadretto!"
"Sono belli, eh?" mi chiede Daniel.
"Tanto! Ed io sono fortunata!"
"Io lo sono, perché tu hai fatto nascere mio nipote! Te l'ho detto prima e te lo ripeto: tu sei un miracolo, piccola Francesca!"
Arrossisco violentemente.
"Grazie chica!"
Sebastián mi si mette accanto e mi abbraccia.
"Per che cosa?"
"Perché hai fatto il possibile e l'impossibile per mia moglie e i miei figli... non tutti hanno la tua forza!"
"A proposito... perché non lo chiamiamo Francisco?"
"Che cosa?" chiedo sorpresa.
"Ma dai! Non capisci? Francisco perché è il tuo nome al maschile e in spagnolo, per rivendicare le sue origini!"
"Wow!" esclamo.
Sorrido in modo sommesso e un po' imbarazzato.
Martina, con in braccio il piccolino, viene verso di noi.
"A chi di voi due devo darlo?"
"Cuginetta, io ancora non ho avuto il piacere di conoscerlo!"
"Eccolo qui, Dan!"
Come immaginavo, appena il bimbo va tra le braccia del mio angelo, sorride.
"Gli sono venuti due occhi luminosi quando l'ho messo in braccio a mio cugino!" mi sussurra Marty.
"Lo so già." le rispondo. "Me lo immaginavo!"
"Spero che riusciremo a vederci molto spesso io e te!"
Sorrido alle parole del mio angelo, che a quanto pare il bimbo apprezza.
"Lo sapevo che avreste stretto subito amicizia" dico sorridendo per poi alzarmi in punta di piedi, in modo da arrivare a sfiorare una guancia del bambino, che è piuttosto in alto data la statura del mio angelo. "Sei un amore, lo sai?"
Lo scricciolo continua a sorridere e sorrido anch'io.
Questo è per confermare che i bambini sono le creature più belle del mondo!
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Luce dei miei occhi (sequel of: "Quel meraviglioso villaggio")
Novela JuvenilFrancesca ha ancora molte avventure da vivere, a partire dallo stato di Asia per concludere con le cattiverie di Natasha. Sembra che lei e i suoi amici non riescano ad avere un attimo di pace, ma lei, dopo aver attraversato il dolore, ha le cosiddet...