Francesca's Pov
Sono distesa sul letto di casa mia. Sono stanca, ma non riesco a dormire. Il mio pensiero fisso è l'amore.
L'amore che non è mai sprecato.
L'amore, che è quel qualcosa che ti fa lottare per conquistarlo e che rischi di perdere in un battito di ciglia.
L'amore, che in sé e per sé non fa mai male. È la scalata per conquistarlo a far male, perché molto spesso ci si ferisce... o la sua perdita, perché ti porta via una consistente parte del cuore.
Un altro pensiero, poi, lo occupa il dolore. Il dolore che, da quando questa maledetta storia è iniziata, non mi lascia mai e sembra che, con il silenzio notturno, che io già normalmente odio, prenda vita e mi sfinisce, mi strazia, molto più di quanto non faccia di giorno.
Prendo la tavoletta, il righello, le lettere tattili, un foglio e una penna, metto la canzone: "La notte" di Arisa sul cellulare e inizio a ricopiare il testo in nero, parola per parola. Io non potrò leggerla, è vero, ma potranno leggere le persone che entreranno nella mia stanza. Il foglio, per fortuna, riesce a comprendere tutte le parole.
"Non basta un raggio di Sole, un cielo blu come il Mare, perché mi porta un dolore che sale, che sale. Si ferma sulle ginocchia che tremano e so perché... e non arresta la corsa, lui non si vuole fermare, perché è un dolore che sale, che sale e fa male. Ora è allo stomaco, Fegato, VOMITO... fingo, ma c'è...
E quando arriva la notte e resto sola con me, la testa parte e va in giro, in cerca dei suoi perché.
Né vincitori né vinti. Si esce sconfitti a metà... La vita può allontanarci, l'amore continuerà.
Lo stomaco ha resistito, anche se non vuol mangiare, ma c'è il dolore che sale, che sale e fa male, arriva al cuore e lo vuole picchiare più forte di me.
Prosegue nella sua corsa, si prende quello che resta, ed in un attimo esplode e mi scoppia la testa. Vorrebbe una risposta, ma in fondo risposta non c'è... il sale scende dagli occhi... il Sole adesso dov'è mentreil dolore sul foglio è, seduto qui, accanto a me? E le parole nell'aria sono parole a metà... ma queste sono già scritte e il tempo non passerà.
Ma quando arriva la notte, la notte... e resto sola con me, la testa parte e va in giro, in cerca dei suoi perché.
Né vincitori né vinti, si esce sconfitti a metà, la vita può allontanarci, l'amore poi continuerà...
E quando arriva la notte, la notte, e resto sola con me, la testa parte e va in giro, in cerca dei suoi perché.
Né vincitori né vinti, si esce sconfitti a metà... l'amore può allontanarci, la vita poi continuerà... Continuerà... CONTINUERÀ..."
Prendo un pezzo di nastro biadesivo, lo attacco alla libreria e faccio coincidere una parte del foglio con la parete. Spero solamente che sia ben visibile, perché voglio che quello che sto provando lasci un segno attraverso quella canzone, ammesso che sia scritto in maniera decente.
Non voglio fare nessuna sciocchezza, assolutamente... però spero che, avendo impresso quello che penso attraverso una canzone ricopiata su un pezzo di carta che, in teoria, dovrebbe essere leggibile a tutti o quasi, il dolore mi dia meno fastidio di quanto faccia ora.
Prendo un altro foglio, ricopio tutto anche in Braille e ripeto la stessa operazione, ma questa volta il segno lo lascerò sulla parete. I due fogli, attaccati in questo modo, adesso formano un angolo retto.
Fatto questo mi rimetto a letto e spero solo di riuscire a chiudere occhio.
Niente da fare!
Mi volto e mi rivolto nel letto, ma non ottengo granché.
Inutile dire che sto pensando a quanto sono stata stupida. Non ho lottato, perché avevo ed ho ancora paura che lei faccia soffrire ancora il povero Ernesto, che ha già problemi per conto suo con Melissa, ma non posso lottare per lo stesso motivo.
Il braccio sinistro, poi, sembra deciso a farmi soffrire: mi fa malissimo!
Vado in cucina, prendo un antidolorifico che mi ha prescritto la dottoressa Miriam e, forse proprio grazie a quello, riesco a dormire.
Angelica's Pov
Data la notte che abbiamo passato sono felice che sia domenica, perché Francy non ha scuola e io non devo lavorare... anche se ho dimenticato di togliere la sveglia. Vado a vedere come sta la mia piccola, ma non appena vedo due fogli attaccati ad angolo retto alla libreria e alla parete, mi spavento. Leggo il foglio in Braille, poi passo a quello in nero. Francy cerca di tenersi impegnata anche scrivendo in nero, infatti le lettere le sono venute abbastanza bene.
Lei, a qua nto pare, percepisce la mia presenza poiché sussulta e tende la mano verso di me.
"M-mamma..." sussurra.
"Amore mio, che cosa vuoi fare? Perché hai scritto quel testo su quei due fogli?"
"Niente, volevo solo sfogarmi!"
L'abbraccio. Lo vedo che sta soffrendo, e anche parecchio.
"Piccola mia... io non so più come aiutarti, dico sul serio!"
"Purtroppo solo il tempo mi può aiutare, decidendo la mia sorte in merito a quello che mi è successo e che mi sta tanto a cuore." dice dolcemente.
Vedere un figlio soffrire è davvero atroce. Ma non è l'unica cosa a far male... la cosa più brutta è sentirsi impotenti di fronte a quel dolore.
"Non vorrei sembrarti iperprotettiva e infastidirti, ma... non voglio che resti sola, ancor meno dopo una discussione che hai avuto con tuo padre... mi dispiace..."
"Non è colpa di nessuno, mamma. Sono cose che succedono" dice.
La guardo. È triste, ma anche dolcissima, comprensiva e delicata, forse troppo delicata.
"Sei un angelo" dico sottovoce.
Per qualche istante lei s'irrigidisce, poi la sento rilassarsi e la vedo sorridere con una dolcezza fuori dal comune.
"Ti voglio bene, mamma!"
"Anch'io, amore mio. Perdonami se ti ho detto cose che non ti hanno aiutata, i-io volevo solo proteggerti..."
Le parole che mi dice, però, mi rassicurano, e non poco.
"Lo so, mamma!"
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Luce dei miei occhi (sequel of: "Quel meraviglioso villaggio")
Novela JuvenilFrancesca ha ancora molte avventure da vivere, a partire dallo stato di Asia per concludere con le cattiverie di Natasha. Sembra che lei e i suoi amici non riescano ad avere un attimo di pace, ma lei, dopo aver attraversato il dolore, ha le cosiddet...