Francesca's Pov
Quando mi risveglio è pomeriggio inoltrato. Mi alzo dal letto un po' barcollante e vado a lavarmi il viso e i denti. L'acqua fredda mi risolleva dalla mia spossatezza.
Quando finisco di sciacquare la faccia sento qualcuno suonare alla porta in modo particolare, segno che si tratta di qualcuno che mi conosce bene.
"Sorpresa!" esclama Simone.
La sorellina ripete la stessa parola a modo suo.
"Simone! Cecilia!" esclamo a mia volta, felice di rivedere lui e quella bambina meravigliosa.
"Sai, Cecilia ha insistito per venire a trovarti, e non potevo non farle questo favore!"
Io mi avvicino a Simone e prendo in braccio Cecilia per poi darle un bacio. "Avete fatto benissimo. Vedere Cecilia mi fa sempre bene... Simone, non rimanere lì immobile sulla porta... entra!"
Simone entra in casa ed io chiudo la porta.
Andiamo in camera mia ed io mi siedo sul divano-letto con Cecilia in braccio. Lei mi prende una ciocca di capelli tra le dita ed inizia a giocarci, facendomi rilassare.
"Ho saputo di quello che è successo tra te e Daniel. Come stai, Francy?"
"Beh... non posso dire di essere al settimo cielo... ma lo faccio per Ernesto e Dan lo sta facendo per me."
"Quest'abitudine di prodigarvi per gli altri vi ha portato a separarvi." dice Simone. "Non esistono molte persone come voi due, e Cecilia l'ha notato..."
Cecilia, con la sua voce dolce, mi chiede in modo un po' distorto, tipico di una bambina di un anno, se sono triste.
"Un pochino, amore, ma quando ti vedo mi passa tutto! Tu sei la medicina più buona del mondo!" le dico.
"Sai, Cecilia si è affezionata anche ad Alice! Ogni volta che lei viene a trovarmi mia sorella va verso di lei gattonando e le salta in braccio."
"Lo immaginavo. Alice ama molto i bambini. Non per niente aiutava Giulia con il miniclub quando vi ho conosciuti" dico con calma, sorridendo a quel ricordo, che per il momento fa bene, ma è anche un po' doloroso.
"Hai cambiato espressione." mi dice il mio amico. "Non ti fa bene parlare di queste cose."
"Per adesso no, ma ho promesso a me stessa che avrei reso quei ricordi la mia fonte di energia per andare avanti, perché cercare di dimenticarmi di lui è come gettarsi in un fiume pieno di piranha e sperare di uscirne illesi!"
"Ma che razza di paragoni ti vengono, Francesca?"
"Non farci caso: è il secondo che faccio oggi... forse dipende dal fatto che sono completamente fusa." rispondo.
Simone sorride, mentre lo sento girare la testa verso di me. Forse sta guardando quello che fa la sua spettacolare sorellina tra le mie braccia.
"Le vuoi molto bene, vero?" gli chiedo. "Posso solo immaginare con che affetto la guardavi..."
"Come hai fatto a sapere che la stavo guardando se non..." dice Simone per poi interrompersi bruscamente.
"Ti sei voltato verso di me, ti ho notato mentre lo facevi, e immaginavo che stessi guardando Cecilia." gli rispondo tranquillamente.
"Il mio amico ha avuto ragione a dire che sei incredibile." mi dice Simone. "Sono passato a trovarlo e ti posso assicurare che sta proprio come te e mi ha detto la stessa cosa che hai detto tu prima."
"Cioè?" chiedo.
"Che avrebbe trovato la forza grazie a te" mi risponde lui. "Mi ha anche detto che sei forte, perché ci vuole forza per piangere."
Vorrei portarmi una mano al cuore, ma la testa della bambina è posata sul mio petto, quindi sollevo la mano e accarezzo il suo piccolo viso morbido. È molto dolce da parte sua sorridere mentre la tocco. Mi tremano le dita, perché in linea generale queste cose le fa lui, il mio angelo, ma ora lui non c'è, non può esserci, per cui sono felice che a Cecilia vada bene anche il fatto che sia io a sfiorarla. È bellissima. So che lo è, anche se non la vedo.
"Lo sai che sei una bambina bellissima?" le chiedo posandole la mano sinistra sulla guancia. Spero che la cosa non la infastidisca, ma soprattutto spero che non volti la testa sulla mia mano come se volesse baciarmi il palmo, perché là saranno dolori!
La bambina abbassa la testa da un lato e il suo respiro diventa regolare, segno che mi si è addormentata tra le braccia. È talmente tenera!
"Sei dolcissima con lei, Fra!"
Simone mi coglie del tutto di sorpresa con quella frase, al punto che rischio di far cadere Cecilia.
"Perché mi stai dicendo questo, Simone?" chiedo.
"Ultimamente i miei genetori se ne fregano di noi... non fanno altro che gridarsi contro. Tutti i santi giorni è la stessa storia, e mia sorella ne paga le conseguenze, perché sentirli urlare le fa paura, capisci?"
"Povero amore mio!" sussurro per poi darle un bacio in un punto a caso. Mi ritrovo la sua spalla, ma cerco comunque di fare piano, per non rischiare di svegliarla. È così tranquilla!
"Mi dispiace anche per te, a dire il vero..."
"Io ci sono abituato. È da un pezzo che i miei fanne così" mi dice lui.
"Se ci avessi fatto l'abitudine come dici nella tua voce non dovrebbe esserci tanto dolore... a certe cose non ci si abitua mai, per quanto possiamo sforzarci."
"Hai ragione... solo che a me tocca fingere di essere forte, per mia sorella. Se crollassi anch'io lei resterebbe sola. Credimi: non lo dico perché voglio fare l'uomo vissuto o cose simili, ma tengo troppo a Cecilia per cedere." spiega.
"Tutti vorrebbero un fratello maggiore come te o come..."
Mi blocco. Non riesco neanche a pronunciare il suo nome, e non certo perché ce l'ho con lui... probabilmente avrei preferito avercela con lui per qualche motivo che volergli un bene ancora maggiore per il fatto che ha voluto proteggermi a qualunque costo.
"Mi dispiace." mi dice Simone.
"Tranquillo. È l'inizio." dico sforzandomi di sorridere, anche perché lui ha ragione: per piangere bisogna avere forza, e per adesso, per quanto ho pianto oggi, non ho la forza di farlo.
"Francesca, ti chiedo solo una cosa... so che l'hai detto tu stessa, ma preferisco ripeterlo: cerca di non impegnarti in cose impossibili, per favore! Non ti prefiggere l'obiettivo di cancellarlo, perché nessuno dei due riuscirà a raggiungere quello scopo..."
"Se lui mi avesse fatto del male avrei anche potuto avere qualche possibilità... forse... ma non è successo. Non sprecherò le mie forze per dimenticarlo, perché ne uscirò peggiorata rispetto a come sto adesso. M'impegnerò a fare quello che amo, grazie alla spinta dei ricordi che ho e saranno proprio quei ricordi a darmi la forza."
Lui mi sorride.
"Con Alice come procede?" chiedo.
"Alla grande! Le avrebbe fatto piacere venire con me, ma non è riuscita a farlo per colpa di un impegno. Alice ama me e mia sorella. Quando non sono in casa lei si occupa di mia sorella, come se fosse la madre anzicché la cognata... ed io sembro diventato padre. I miei amici, Alice e mia sorella sono tutto quello che ho, perché sui miei non si può contare."
"Non dire certe cose, Simone."
"Non posso parlare in un altro modo. Non si occupano minimamente di mia sorella. La sua malattia li ha stesi, l'uragano l'ho affrontato io!"
Istintivamente copro le orecchie a Cecilia e Simone capisce di aver alzato un po' troppo la voce.
"Dio mio, spero che non abbia sentito!" sussurra. "Io la amo, non potrei mai darle dispiaceri come quello di farla sentire un peso per me. Io..."
Simone ha la voce incrinata. Forse sta per scoppiare in lacrime e questo mi dispiace veramente molto.
Metto Cecilia sul mio letto, mettendole accanto uno dei cuscini più grandi, poi vado verso Simone e lo stringo in un abbraccio.
"Sfogati, Simone." gli dico. Non l'ho mai visto piangere e ammetto che l'idea mi dispiace, ma non posso di sicuro impedirglielo. È sotto stress, almeno da quello che mi è sembrato di capire.
Lui crolla sul mio petto ed io lascio che si sfoghi, perché ne ha veramente un gran bisogno.
"Sei così buona!" mi dice.
"Ma figurati!" gli dico ridendo leggermente. "Ora va meglio, vero?"
Lo sento annuire contro il mio petto e mi tranquillizzo.
"Ti voglio bene." mi dice.
"Anch'io. Se hai bisogno di qualcosa non crearti problemi a chiedermelo."
"Va bene... io vado a casa. So che tra poco dovrai andare a lavorare."
"Hai ragione... salutami Alice" gli dico sorridendo, "e magari vedi se la prossima volta con te e Cecilia può venire anche lei!"
"Okay, lo farò" dice lui per poi prendere in braccio la sorellina e andare via.
Quella bambina si può definire la mia medicina.
Una medicina che si può prendere sempre, senza alcun tipo di vincolo.
Una medicina che fa solo bene.
(Analogia video-capitolo: in realtà è un contrasto tra la reazione di Roberto Ferri della serie: "Un posto al Sole" nel vedere Alice e quella di Francesca nel vedere Simone e Cecilia. Il modo in cui lui ha messo alla porta padre e figlia mi ha fatta talmente innervosire da farmi venire l'ispirazione per la scrittura del capitolo.)
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Luce dei miei occhi (sequel of: "Quel meraviglioso villaggio")
Teen FictionFrancesca ha ancora molte avventure da vivere, a partire dallo stato di Asia per concludere con le cattiverie di Natasha. Sembra che lei e i suoi amici non riescano ad avere un attimo di pace, ma lei, dopo aver attraversato il dolore, ha le cosiddet...