66: Verità e consigli

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Ernesto's Pov
Mi sveglio alle sei del mattino e prendo lo zaino che ieri sera ho preparato in tutta fretta. Ero e sono troppo euforico.
"Ernesto! Ben svegliato!" dice mia sorella Diana. Poverina, quando mi sono ubriacato e l'ho scambiata per la ragazza che mi ha ferito l'ho spaventata.
"Lady! Già, sono sveglio a quest'ora perché devo partire!" dico sorridendo.
"E dove vai per essere tanto euforico, eh?" chiede.
"In un posto molto speciale!"
"Mmm... e scommetto che vedrai anche una ragazza molto speciale, vero?"
"Già. Finalmente la rivedrò, Lady!"
Diana mi abbraccia e il suo gesto è la miglior cosa che possa accadermi da un po'.
"Era da troppo tempo che non ti vedevo felice!"
"Già... ed era da troppo tempo che assillavo te con il mio dolore, Diana!"
"Ma no, non si tratta di questo... è solo che mi dispiace veder soffrire in quel modo il mio fratellino!"
"Ehi, ragazzi!"
Mio fratello sembra apparire dal nulla e credo che debba iniziare a lavorare presto.
"Tutti mattinieri oggi, eh?" dice con un tono ironico.
"Già... tranne Sery. Poverina, ha fatto avanti e indietro dal bagno tutta la notte." dice Diana. Io mi soffermo a guardare mio fratello, che ha due occhiaie profonde: deve averla assistita tutta la notte.
"A questo proposito... Lady, tu hai da fare?" le chiede Daniel.
"No, tranquillo. Vuoi che resti io con Serena?"
"Se non ti dispiace..."
"Certo, non preoccuparti..."
"Bene! Ernesto, ti conviene andare a prepararti" mi avverte mio fratello.
"Già, ma prima vado a salutare Sery" gli dico.
Vado in camera di mia sorella e la vedo seduta al centro del letto, con il volto tra le mani.
"Ehi, Serena!"
"Ernesto! Dove vai con quello zaino?" chiede.
"Vado da Melissa. Tu... come ti senti?"
"Più o meno. Sai, ho deciso di parlare con mamma e papà e ho paura di come potrebbero reagire. Loro tornano stasera e mi dispiace che tu non ci sia... ma..."
"Se vuoi cambio il biglietto e resto con te..."
"Ma no, Ernesto! Hai aspettato tanto il giorno in cui avresti rivisto Melissa... non se ne parla di annullare il viaggio!"
"Ti prego: qualunque cosa ti dicano non rinunciare a questo bambino!"
"Farò di tutto per proteggerlo. È una nuova vita che cresce dentro di me..."
L'abbraccio. Sembra fragile, troppo fragile.
"Abbi cura di te, okay?" dico.
"Prometto."
Una volta sciolto l'abbraccio vado a prepararmi, poi saluto anche gli altri fratelli, esco di casa e mi dirigo verso il porto. Quando la nave che mi porterà a Palermo arriva il mio cuore è ormai in trepidazione.
Serena's Pov
Ho paura. Sono nel panico, perché stasera accadrà qualcosa che probabilmente mi segnerà la vita per sempre. Non so quanto i miei genitori siano pronti ad accettare che aspetto un bambino. Franco è stato pronto: anzi, lui mi ha dato la forza, ma loro... come reagiranno? Mi staranno vicino?
Sono tanto nervosa da mettermi a piangere. Appoggio la faccia sul cuscino e singhiozzo, ma improvvisamente sento la porta aprirsi e qualcuno avvicinarsi a me a passo svelto.
"Sery! Tesoro, che ti prende?"
"C'è una cosa che non ti ho detto, Daniel."
"Di che cosa si tratta, Sery?"
"Ecco... il fatto è che oggi arriveranno i nostri genitori. Credo sia il momento che io e Franco parliamo con loro di quello che è successo."
Lui capisce. Io non gli dico altro, ma lui capisce quello che provo: capisce che ho veramente paura.
"Sery... sapevi che prima o poi sarebbe successo. Non puoi tenerlo nascosto a lungo, anche a livello fisico."
"È anche questo il punto. Ho paura, perché non prendo peso. Ho controllato ogni giorno da quando l'ho saputo, ma non è cambiato nulla dall'inizio. La dottoressa ha detto che va tutto bene, ma io ho paura..."
Lui mi avvicina di più a sé e mi stringe forte. Mi scopre leggermente il ventre, lo sfiora e dice: "Ehi! Che fai, angioletto? Fai preoccupare la mamma?"
"Ma cosa...?" chiedo sorpresa.
"Gli o le parlo." risponde con un sorriso.
"È bello che tu metta sia il maschile che il femminile, sai?"
"E io che ne so se è un maschio o una femmina?"
Il suo modo di fare mi fa sorridere. Lui mi bacia la fronte e mi dice: "Piccola, vedrai che andrà tutto bene. Sei quasi al terzo mese e credo sia normale che tu non stia ancora prendendo peso."
"Grazie." dico.
"Sery, ricordati sempre che quando hai bisogno di sfogarti puoi contare su di me e anche su Diana ed Ernesto. Siamo una famiglia e in genere nelle famiglie bisogna sostenersi gli uni con gli altri." mi dice.
È vero. Tra fratelli, non importa se a livello sanguigno o meno, bisogna sostenersi, sempre e comunque. Il fratello non è necessariamente quello con il quale hai un legame biologico. Un fratello è colui che ti sorregge quando stai per cadere, è colui che ti offre il suo conforto, che condivide con te sia gioie che dolori e ti aiuta a sopportare questi ultimi standoti vicino.
"Che farei senza la mia famiglia?" dico.
"Per la dolcezza che hai riusciresti a creartene comunque una." mi risponde lui.
"Può anche darsi, ma sono più che sicura che non sarebbe la stessa cosa."
Francesca's Pov
Sono le quattro del pomeriggio.
Diana mi ha detto che finalmente Ernesto rivedrà Melissa ed io non vedo l'ora che arrivi. Lei è sempre più giù di morale da quando sono stati costretti ad allontanarsi.
Ho deciso di contattare Ernesto e farmi mandare un messaggio quando arriverà, perché ho intenzione di fare una sorpresa a Melissa.
"Giorgio, dove conservi quelle bende che ti hanno dato al lavoro?" chiedo.
"Vieni Chicca, ti faccio vedere dove puoi trovarle." risponde. Mi porta in camera sua, mi fa aprire un cassetto della sua scrivania e trovo una piccola scatola.
"Ecco. Sono in quella scatola" mi dice. "Ma a cosa ti servono le bende, scusa?"
"Vorrei fare una sorpresa a Melissa e per fare questo mi serve la benda."
"Ah, capisco." dice sorridendo.
Prendo una benda e me la infilo in tasca.
"Grazie Giorgio! Appena finito te la restituisco, promesso!" dico.
"Se non me la restituisci appena finita la sorpresa ti denuncio, Francesca!" dice facendomi sorridere.
"Idiota!" esclamo ridendo.
"Lo so, lo so!"
Ma è serio? Io gli ho parlato per scherzo, ma mi sembra strano che lui alla parola idiota risponda questo.
Improvvisamente il mio cellulare vibra.
Leggo il messaggio sulla Barra Braille: è Ernesto e mi ha scritto solo: "Eccomi!"
Vado nella stanza di Melissa. Non so nemmeno se sia qui, perché non dice niente.
"Melissa! Puoi venire un attimo fuori con me?" le chiedo.
"Perché, Fra?"
"Perché c'è una persona che ti sta aspettando."
"Dici davvero?"
"Certo! Però mettiti questa!"
"Vuoi bendarmi? Perché?"
"Vedrai, vedrai" le dico.
"Con la benda è un po' difficile" dice.
"Ehi! Non soffiarmi il posto!" le dico.
"Quale posto?"
"Quello di fare dell'ironia..."
"Ahahah, okay!"
Le infilo la benda, poi la prendo sottobraccio e cammino piano, tastando il muro per capire dove si trova il corrimano. Quando lo trovo iniziamo a scendere le scale. Melissa mi stringe forte il braccio. Non è abituata, è normalissimo che abbia paura.
"Tranquilla. Tieni la mano destra tesa in avanti per non sbattere da tutte le parti!"
Credo che lei abbia proteso la mano. Io continuo dritta fino a quando non percepisco un vento fresco.
Usciamo e credo che Zora stia dormendo o non so cosa, perché non emette un verso.
Sento la voce di Ernesto che mi chiama. Alzo la mano sinistra e gli faccio segno, ma nel frattempo Melissa mi stringe la mano.
"Melissa, io ora vado, ma stai tranquilla, non sarai sola" dico sottovoce.
Mi volto, rientro in casa e sento Ernesto dire a Melissa: "Ciao amore mio!" Oh Dio mio! Sono spettacolari...
Serena's Pov
Franco è venuto a casa mia. Gli ho spiegato tutta la storia e lui mi ha detto che mi resterà accanto, vada come vada.
Vada come vada.
Tre parole che significano molto e che possono salvarti dallo scontrarti con una situazione senza qualcuno che ti sostenga.
Se la situazione è simile alla mia, poi, quelle tre parole acquistano ancora più validità di quanta ne abbiano in una situazione un po' meno tesa. Guardo il mio ragazzo, che mi stringe la mano.
"Sery, tranquilla! Sembra che sia venuta tu a parlare in casa! Calmati, nella peggiore delle ipotesi avrò un pugno in faccia" mi dice nel tentativo di farmi sorridere.
Peccato che le sue parole mi provochino una tensione persino maggiore se possibile dato il livello d'ansia che ho già raggiunto.
"Franco, me la lasci un attimo, per favore?" gli chiede Dan.
"Se riesci a tranquillizzarla anche stavolta ti faccio una statua d'oro, te l'assicuro" gli dice Franco.
"I soldi spendili per un bel matrimonio e per il vostro bambino o la vostra bambina... non sprecarli per cose del genere" dice mio fratello per poi farmi cenno di seguirlo in giardino.
"Siediti sotto il tuo albero" dice indicandolo ed è quello che faccio. "Devo dirti una cosa."
Mi prende la mano destra e si siede accanto a me, accarezzandomi il dorso della mano.
"Sery, ti prego, guardami" mi dice calmo.
"Ho paura..." dico stringendogli forte la mano.
"Preferisci che i nostri genitori scoprano per caso che tu e Franco aspettate un bambino o che vengano a sapere tutto dalla tua bocca, tesoro?"
"Ho paura che sapendolo da qualcun'altro mi odierebbero, ma non so come dirglielo" dico.
"È ovvio. Non è una notizia da dare a cuor leggero. C'è in gioco una vita. Bisogna andarci cauti ed è normale che tu abbia paura."
"Che cosa posso fare, Daniel?"
"Svuota la mente. Se continui a pensare e ripensare non ce la farai mai a raccontare tutto ai nostri genitori. È una cosa che dovrebbe venirti da qui" mi dice indicandosi il petto.
"Dici che mi conviene?"
"Certo. Vieni, ti faccio vedere una cosa."
Ci alziamo da terra ed andiamo in uno dei bagni. Lui mi indica lo specchio, io mi ci metto davanti e mi guardo. Sono pallida e ho le occhiaie che mi percorrono praticamente tutta la faccia.
"Il tuo riflesso ora come ora è lo specchio della tua anima. Sei tormentata, Sery, e questo non va bene. Fai del male a te stessa, a Franco, ma soprattutto alla tua creatura... la paura ti sta logorando e forse è per questo che ieri notte ti sei sentita male..."
"A proposito... scusami tanto."
"Per che cosa?"
"Per lo spettacolo a cui hai assistito!"
"Se ti dicessi chi mi ricordi?"
"Non serve. Ho capito."
"Tu sei proprio come lei. Se non ti avessi sentita tossire forse ti saresti sobbarcata il tuo malessere da sola. Ti ho detto mille volte che se non ti vergogni puoi parlarmi di qualsiasi cosa, ma tu sei il tipo che non vuole, secondo la sua logica, infastidire nessuno, e decidi di risolvere da te tutti i problemi che hai, anche quelli più grandi di te..."
"Da una parte speravo che fossi tu a sentirmi, sai?"
"Perché?"
"Non lo so. Forse speravo che mi proteggessi come quando eravamo piccoli... e..."
"Quando hai bisogno di quel tipo di protezione ti prego, non farti alcuno scrupolo a dirmelo: io lascio tutto e ti raggiungo, te lo prometto..."
"Non potrei mai chiederti di farmi una promessa simile. Sarebbe come legarti a me e anche se sei molto disponibile sei uno spirito libero e non potrei mai incatenarti. Cioè, quando dico libero intendo in senso buono. Lo dimostra il lavoro che hai scelto di fare."
Lui mi attira a sé e mi abbraccia. Mi vuole bene, lo so, perché se così non fosse non mi terrebbe stretta in questo modo e probabilmente non mi avrebbe aiutata quando ho scoperto di essere incinta. Vorrei piangere mentre sono avvolta in quest'abbraccio, ma non so se ne ho la forza. Non ne sono sicura, almeno fino a quando non esplodo, senza controllo.
"Vedi? Anche questo fa bene."
"T-tu credi?"
"Certo. Le lacrime ti tolgono un po' del peso che hai addosso e ti rigenerano. Versale adesso, perché dopo avrai bisogno di molta forza per parlare di quell'argomento. Non vergognarti di nulla, sfogati!"
Lo faccio e lascio che lui mi stringa, come solo un degno fratello maggiore sa fare. Data l'assenza quasi assoluta dei nostri genitori a causa del lavoro al centro lui è cresciuto più in fretta di noialtri ed io provo molta stima per lui, perché, senza saperlo, ci ha dato tantissimo.
Quando smetto di piangere lui si stacca lentamente, mi prende il viso tra le mani e mi guarda negli occhi. Il suo sguardo non mi fa paura, anche se so che mi sta leggendo dentro per capire se mi sento meglio.
"Mettiti un po' d'acqua fredda negli occhi e sul viso. Per quanto ne so è utile per quelle occhiaie" dice con dolcezza, ma le mie mani tremano al punto che l'acqua che prendo dal lavandino mettendola a coppa finisce a terra.
"Scusami" dico.
"Aspetta, faccio io." dice gettandomi l'acqua sul viso. Mi vengono i brividi, è vero, ma almeno ora mi sento meglio.
"Grazie mille!"
"Non è che potresti smetterla di ripetere quella parola?" chiede.
"Per lei, non è vero?" chiedo di rimando.
"Ecco! Vedi che mi capisci?"
Usciamo dal bagno e Franco mi viene incontro e mi abbraccia per poi posare le labbra sulle mie, come se ne avesse bisogno.
"Ehi, buono, Fritzenwalden!"
Una delle migliori qualità che ha mio fratello è che quando scherza lo rende palese, quindi non crea imbarazzo, e capisce con chi scherzare in un modo piuttosto che in un altro.
Forse questo è uno dei motivi per il quale gli va sempre bene il lavoro che fa e che spesso viene proposto a chi studia la psicologia, perché s'incontrano persone di tutti i tipi. Per esempio so per certo che Francy è il tipo che si diverte, ma è anche estremamente timida, e forse prima di rivedere lui tendeva a nascondersi dagli animatori.
Sono persa nei miei pensieri quando Diana grida: "Eccoli!", e va ad aprire il cancello del vialetto.
Io tremo leggermente e Franco, notando che faccio fatica a reggermi in piedi, mi sostiene e mi sussurra che andrà tutto bene.
Mia madre è la prima ad avvicinarsi a me ed abbracciarmi forte. Quando ero piccola ero solo ed esclusivamente felice di vedere lei e mio padre, ma adesso ho molta paura.
"Piccola mia!" dice mia madre.
"Ciao mamma!" dico sforzandomi di stare calma.
"Come stai?"
"Ecco... io..."
"Cosa? Dimmi."
"Ve lo spiegherò dentro, perché sia tu che papà avete il diritto di sapere..."
Mia madre guarda mio fratello, in cerca di risposte, ma lui le dice: "Dai mamma, entra!"
Mia madre scioglie l'abbraccio per poi salutare Diana e Dan.
"Ma Ernesto?" chiede mio padre.
"Ernesto è andato a trovare una persona. Non sapeva che sareste venuti."
"Beh, se ci fate sapere dov'è faremo tappa anche là."
Detto questo entriamo tutti e io aiuto i miei fratelli e Franco ad apparecchiare.
"Scusa giovanotto... ma tu chi sei?" chiede la mamma.
"Il ragazzo di Serena. Sono felice di conoscere lei e suo marito" risponde Franco, molto tranquillamente.
Mia madre sorride e mio padre fa altrettanto. Tiro un sospiro di sollievo: Franco sembra piacere ai miei.
Durante la cena mi sento come se mille occhi mi fossero puntati addosso.
"Mamma... papà... c'è una cosa che devo dirvi" sussurro.
Franco capisce, allunga la mano destra sotto il tavolo e prende la mia, stringendola forte. Se ci fosse anche Francy forse le cose sarebbero più semplici. Lei riesce sempre a calmarmi: altro motivo per cui spero che nessuno s'intrometta più tra lei e Dan.
"Tesoro, che cos'hai?" chiede mia madre, alzandosi da tavola e posando la mano destra sul mio braccio.
"S-sono... i-io sono..." balbetto, sentendo il cuore battere precipitosamente. Sposto il braccio dalla presa di mia madre, le prendo la mano e me la porto sul ventre, continuando a ripetere parole sconnesse.
"Serena, che cosa vuol dire?"
Mio padre mi guarda in cagnesco. Lui è molto buono, ma a volte è fin troppo tradizionalista.
"Sono incinta!"
Lo dico tanto in fretta da dubitare che i presenti abbiano capito, ma lo sguardo stupito dei miei è la conferma del fatto che ho appena firmato la mia condanna.
"Cosa sei?" chiede mio padre.
Lo guardo. Lo imploro con gli occhi di non farmelo ripetere, perché credo che non avrò la forza di farlo di nuovo.
"CHE HAI DETTO?" grida.
"Ha detto che è incinta!" interviene Franco. "Qui, dentro di lei, c'è la nostra creatura!"
"TU NON INTROMETTERTI, RAGAZZO! SE È SUCCESSO TUTTO QUESTO È SOLTANTO COLPA TUA!" grida mio padre.
Lo vedo alzarsi dalla sedia, andare contro il mio ragazzo e farlo quasi cadere. Sta per colpire me, ma Franco mi si piazza davanti e riceve un pugno su una guancia.
"NO!" grido.
"Ragazzi, andate via!" ci dice mio fratello. "Qui ci penso io."
"Eh no! Io devo finire con loro!" interviene papà.
Dan gli va incontro e lo blocca per un braccio. "In questo stato? È meglio di no. Parlerete dopo, con più calma."
"Non è il caso. Loro sono la mia famiglia" dice Franco indicando il mio ventre.
"Appunto! Andate! È  per la vostra famiglia che sto facendo questo. Serena è sconvolta Franco, portala via, ti prego!"
Franco mi prende in braccio e mi porta su, in camera mia, per poi adagiarmi sul letto.
"Lo sapevo che sarebbe andata a finire così..."
Mentre parlo mi massaggio forte le tempie. Mi scoppia la testa e vorrei urlare o spaccare tutto quello che ho intorno. Lui lo capisce, infatti inizia ad accarezzarmi.
"Ti fa male il colpo che ti ha dato mio padre?"
"Un po', ma non preoccuparti di questo. Non è di sicuro il primo pugno in faccia che mi danno. Uno me l'ha dato mio fratello una volta in cui abbiamo litigato furiosamente... A questo proposito: io e te abbiamo una cosa in comune."
"Oltre al nostro bambino?"
"Già. Sia io che tu siamo stati cresciuti dai nostri fratelli... solo che il tuo tende più a farti capire come comportarti e riesce a farsi dire tutto perché il suo modo di fare ispira fiducia."
Restiamo in silenzio per qualche minuto, poi io gli dico solo una parola: "Abbracciami!"
Lui mi stringe a sé, coccolandomi, ma fa attenzione a non premere eccessivamente sul mio ventre.
"Andrà tutto bene!" mi dice.
"Non lo dire... ti prego, non lo dire. Non possiamo saperlo, non possiamo farlo!"
Daniel's Pov
Guardo mio padre. Ha gli occhi che sembrano bruciare dall'ira, ma questa non posso concederla a nessuno. La rabbia e la violenza sono le ultime cose che servono a mia sorella e al suo bambino. Loro hanno bisogno di tutt'altro.
"Perché li hai fatti andare via?" chiede mio padre dopo qualche minuto di silenzio.
"Che avresti risolto dando di matto?" chiedo.
"Dov'è andato a finire il vostro senso della responsabilità?"
Lui guarda me e Diana e io istintivamente stringo forte le mani tra loro.
"Lascia in pace Diana, papà... lei non c'entra niente. E poi che volevi che facessimo? Anzi, che volevi che facessi io? Avrei dovuto sbattere Serena per strada perché si è lasciata trasportare troppo e non garantire un futuro a lei e al figlio che aspetta come è toccato a te e alla mamma quando avete avuto me? No, grazie! Serena è arrivata molto vicino ad un punto di non ritorno quando ha saputo di essere in dolce attesa, ma per fortuna Franco l'ha fermata. Lei non è sola: ha lui che la ama, noi che le vogliamo bene... perché tu vuoi rovinare tutto?"
"Il fatto è che lei è solo una ragazzina." dice mia madre. "Forse non è ancora pronta per questo e..."
La guardo. Ha le lacrime agli occhi.
"Anche tu lo eri... te ne ricordi?" le dico stringendole le mani. "Cos'hai provato all'epoca?"
"Ho avuto molta paura... ma ero anche felice... tanto felice."
"Vedi? Anche Franco e Sery sono giovani, ma si appoggiano e si sostengono."
Vedo che i miei genitori e mia sorella mi guardano.
"Vi prego, lasciatela stare." dico, continuando a tenere le mani della donna che mi ha messo al mondo. "Forse loro sono stati incauti, ma non si sono pentiti, sono felici..."
Vedo mio padre avvicinarsi e darmi un colpetto su una spalla. "Devo dire che hai coraggio." dice.
Scuoto la testa per accennare un no. Non ho coraggio. So solo che mio cognato ha avuto un pugno in faccia, colpo che tra l'altro era destinato a mia sorella, e che adesso lei ha molta paura.
"Ti prego, mamma... almeno tu va' da lei... ne ha bisogno."
Lei mi lascia le mani e con un leggero sorriso si dirige verso il piano superiore.
"Come hai capito che non me la sentivo di andarci io?" chiede mio padre.
"Il mio lavoro mi ha insegnato a capire cosa provano le persone che ho intorno per metterle a loro agio... e poi, anche se ci vediamo poco, io conosco te e tu conosci me come le tue tasche."
"È proprio per questo che volevo chiederti della brunetta. La ragazza che ti piace."
Sorrido ripensando alla mia riccioli d'oro che non ha neanche i capelli biondi, ma l'oro ce l'ha dentro. Se non ci fosse stata lei forse a quest'ora Sery non avrebbe più il bambino.
"Dico che almeno un ostacolo è andato. Ora però è suo padre che mi rema contro."
"Tu hai da sempre quest'abitudine di pensare a tutti, lei compresa, mono che a te stesso. Forse, però, è per questo che lei ti vuole tanto bene, perché per quanto ne so è proprio come te. Non è sempre vero che gli opposti si attraggono. A volte è vero il proverbio che dice che ogni simile cerca il suo simile."
"Aspetta, vorrei farti ascoltare una cosa." gli dico.
Prendo il cellulare e apro la registrazione in cui lei canta in spiaggia ed io l'accompagno, per quel poco che ho imparato da autodidatta, con la chitarra.
"Però!" esclama lui. "Ci sa fare con questo genere di cose!"
"Ci sa fare e si diverte..."
"E poi ti ha velatamente definito Luce."
Mio padre mi si avvicina e mi dice: "Lottate entrambi, ragazzi! Meritate di essere felici!"
Serena's Pov
Sono ancora stretta a Franco quando sento qualcuno battere alla porta e sussulto.
"Tranquilla, è tutto okay, respira" mi dice lui dolcemente.
Si tira su e dice: "Avanti."
Vedo entrare mia madre, che mi si avvicina e mi abbraccia.
"Oh, mamma!" dico tra i singhiozzi.
"Va tutto bene, amore. Va tutto bene, non piangere!" dice.
"Dici davvero?"
"Certo, tesoro. Ci ha pensato tuo fratello e per ora tuo padre è di sotto perché non se la sentiva di venire qui per il momento, ma credimi se te lo dico: tutto quello che ti provocava angoscia ora si sta risolvendo."
"Ti voglio tanto bene" riesco a dirle.
"Anch'io, piccola. A te e a..." dice per poi appoggiarmi una mano sul ventre.
Sorrido a quel gesto e penso che in fondo è vero: le cose si stanno mettendo nel migliore dei modi.

Luce dei miei occhi (sequel of: "Quel meraviglioso villaggio")Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora