-Grace! Vieni a mangiare!- urla mia madre dal piano di sotto.
Spengo velocemente il computer e mi alzo dal letto.
-arrivo!- mentre scendo le scale ripenso a oggi, la lampada caduta e... quell'ombra. Lo so che sicuramente me la sarò immaginata ma non riesco a non pensarci, ogni tanto riappare nella mia mente quella scena, okay Grace, stai impazzendo ufficialmente.
-che si mangia oggi?- chiedo sedendomi al tavolo.
-ho comprato la pizza dal ristorante qua affianco- dice porgendomi un cartone di Margherita. A qualche metro da casa nostra c'è una buonissima pizzeria, ci vado sempre con Benji ma da quando era partito non ci sono più andata, mi metteva troppa nostalgia.
-okay- dico afferrandone un pezzo e mordendolo.
-domani vengono i genitori di Alan a cena da noi- quando pronuncia quel nome mi viene da vomitare. Alan, il mio più acerrimo nemico dalle elementari, no, okay, forse sto un po' esagerando, però lo odio tanto, davvero davvero tanto.
-lui non viene vero?- chiedo speranzosa.
-viene anche lui- dice.
-no, no e no, io non ho intenzione di vederlo. Mi dispiace ma domani esco.- dico alzandomi da tavola e sbattendo le mani sopra.
-no, tu non esci, non sarebbe educato-
-non mi interessa l'educazione, come non interessa ad Alan quando vuole offendermi, quindi io esco!- urlo arrabbiata iniziando a gironzolare per la stanza e cercando di non spaccare niente.
-Ho già parlato con beckie, viene anche lei.- mi zittisce, odio quando fanno così, mi innervosisce il fatto che si coalizzino contro di me.
-e va bene- dico scocciata correndo in camera mia.
Sbatto la porta della stanza e mi butto sul letto accendendo il mio MacBook, vado su FaceTime e chiamo Benji.
-l'hanno fatto di nuovo!- dico arrabbiata appena vedo la sua faccia sullo schermo.
-cosa?- chiede confuso imitando la mia faccia arrabbiata e io scoppio a ridere.
-non farmi ridere!- dico.
-mi spieghi che succede?- chiede infilandosi una maglia, non mi ero neanche accorta che fosse a petto nudo ma non mi interessa, sono troppo arrabbiata.
-domani deve venire Alan a casa mia! E mia madre per farmi rimanere ha invitato anche Beckie! Le odio quando si coalizzano!- dico incrociando le braccia.
-Alan?! Quell' Alan?- vedo la rabbia accumularsi dentro di lui. È un po' iperprotettivo e quando qualcuno mi offende di solito finisce per menarlo, quindi figuratevi Alan, però non è mai riuscito a menarlo perché i genitori di quel bastardo amministrano la nostra scuola e di sicuro lo espellerebbero dato che adorano il figlio più di ogni altra cosa. É un viziato del cazzo. Uno stronzo, bastardo, odioso, viziato del cazzo.
-si, purtroppo- dico stendendomi.
-se ti fa qualcosa lo uccido, lo uccido male, tanto male- inizia a camminare per la sua stanza per sfogare la rabbia.
-calmo, non preoccuparti, ci sarà anche Beckie e poi domani sera ti chiamo e ti faccio sapere come va- dico cercando di non farlo preoccupare troppo, forse non avrei dovuto dirglielo, ma poi l' avrebbe picchiato senza motivo e si sarebbe fatto espellere.
-sicura? Se vuoi posso venirti a prendere e scappi dalla finestra-
-sicurissima, e poi non so quanto sarebbe fattibile calarmi dal piano di sopra- dico ridendo.
-ora vado, ci vediamo domani-
-va bene- risponde risedendosi sulla sua scrivania.
-ti voglio bene- dico attaccando la chiamata.
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Le ali della libertà
FantasíaGrace è stata portata dalla madre a Los Angeles all'età di 5 anni, non ha mai capito il motivo di questo gesto così inaspettato ma si è adattata a tutte le novità senza opporsi. Presto si ritroverà a dover far fronte a delle nuove, incredibili scop...