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-ora devo fare i compiti di fisica- sbuffo contorcendomi sul mio morbido letto.
-va bene, ti lascio in pace- ridacchia Adrianne. La conosco praticamente da sempre, abita a Park city, dove abitavo prima io, siamo sempre state amiche, e ora ci sentiamo due tre volte al giorno per telefono, mi piacerebbe poterla rivedere, ma la distanza è tanta.
-a dopo, ti voglio bene- dico prima di schiacciare il bottone per attaccare la chiamata.
Salgo le piccole scale che portano alla scrivania e mi siedo fissando il muro davanti a me.
Con fatica agguanto il libro e inizio a sfogliarlo, sento un rumore e mi giro di scatto, la mia lampada é caduta, sarà stato il vento.
Mi alzo e la vado a rimettere bene, mentre la sistemo vedo un'ombra dietro le tende, scuoto la testa per cacciare quest'immagine, me lo sarò immaginato, sono troppo paranoica.
Sento il mio cellulare squillare, mi avvicino e vedo un messaggio di beckie.
"Preparati, tra venti minuti ti vengo a prenderti"
È vero, devo andare a fare shopping, uffa, ma almeno ho una scusa per non fare i compiti.
Corro verso l'armadio e afferro un jeans e un top bordò e li indosso subito.
Esco fuori dalla camera e scendo le scale per andare in salotto.
-mamma, oggi vado a fare shopping con beckie- dico avvicinandomi al divano dov'è seduta.
-okay- dice continuando a vedere la tv.
-allora alla fine hai deciso di festeggiare solo con lei e Benji, giusto?-
-si, te l'ha detto beckie?- alzo gli occhi al cielo, queste sue si coalizzano sempre per farmi fare quello che vogliono, mia madre parla quasi più con beckie che con me.
-si- ridacchia.
Mi siedo affianco a lei sul divano e bennie mi salta addosso.
-ci mancavi solo tu- dico accarezzandolo.

Sento il campanello suonare e mi alzo in piedi.
-a dopo!- dico uscendo dalla porta.
Dietro il cancello di casa intravedo l'auto nera parcheggiata e corro nella sua direzione.
-ciao!- dico chiudendo lo sportello dietro di me e sedendomi.
-Wow, sei puntuale per una volta-
-sempre la vecchiaia- dico ricordandomi la conversazione di stamattina.
-la mia migliore amica sta diventando vecchia, come farò?- finge di essere disperata mettendosi le mani davanti alla faccia.
-lo sai che Alisha e Aaron si sono messi insieme?- dice tornando seria, più o meno.
-di nuovo? Ma si saranno fidanzati 7 volte, finiscono sempre per lasciarsi. Lo vogliono capire che forse devono smetterla di provarci?-
Alzo gli occhi al cielo.
-sii, inf..-
-siamo arrivati- ci interrompe michael fermando la macchina davanti al centro commerciale.
-grazie- dico scendendo dall'auto
-ciao- beckie saluta suo padre e mi raggiunge.
-dai, entriamo- dice emozionata, lei adora fare shopping.

-sicura di voler tornare a casa a piedi?- chiede la mia migliore amica, preoccupata.
-si, tu devi andare dal dentista, non voglio fare fare tardi- dico rassicurandola.
-sicura? E se ti rapiscono?-
-non mi rapiscono, e poi casa mia é vicina-
-va bene, ma stai attenta ai vestiti-mi abbraccia e poi sale in auto.
Io inizio a camminare verso casa con due bustoni pieni di roba in mano, Beckie è sempre esagerata. Il cielo è nuvoloso e promette un bell'acquazzone, io sono vestita abbastanza leggera e quando tira vento inizio a tremare, qui a Los Angeles piove pochissimo e non sono abituata.
Cammino per le strade, i rumori di clacson, la gente che parla a telefono, le urla, bambini che corrono, genitori che li inseguono, gente che entra nelle case, altri che si baciano e altri ancora che piangono al telefono. Nessuno pensa mai alle persone che incontri per caso in strada, a quelle che vedi passarti a fianco per un'istante, a quelli che vedi seduti al bar o quelli affacciati al balcone. È così strano pensare che intorno a te ci sono tante persone di cui non ti accorgi neanche, persone con vite e problemi diversi dai tuoi, persone diverse, semplicemente diverse.

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