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-finito- dice fidandomi il nuovo telefono.
-hai già fatto?-
-si, ho ripristinato il backup, quindi ora ci sono tutte le cose che avevi nell'altro.-
-grazieee!- lo abbraccio di nuovo, sono ormai 5 volte da quando siamo arrivati a casa sua.
-che ore sono?- chiedo.
-le 10:40-
-è tardi, devo andare- dico accendendo il nuovo telefono, é bellissimo.
-ti accompagno-
-no, non preoccuparti, vado da sola-
-a piedi da sola di notte??? Non ci pensare neanche- so che lo perché mi vuole bene ma a volte è troppo esagerato. Cosa potrà mai succedermi?
-non ti devi preoccupare, casa mia è poco distante, non mi succederà nulla- cerco di rassicurarlo, lo vedo che è stanco e non voglio che mi debba accompagnare, ha già fatto tanto per me.
-non mi interessa-
-daiii, starò bene-
-okay, ma chiamami quando arrivi a casa.-
-si-dico prima di andare verso la porta.
-a domani!- la chiudo e quando esco sento una ventata d'aria fredda avvolgermi.
Sarà meglio che mi muova, di notte fa freddissimo.

Sto camminando in un piccolo vialetto isolato, è una scorciatoia per arrivare a casa mia, di solito non la prendo mai di notte perché mi fa paura, ma adesso ho troppo freddo per importarmene.
Sento dei passi dietro di me ma non mi preoccupo, dopo un po' inizio a camminare più velocemente e sento che anche la velocità di quei passi aumentano, spero davvero che sia una coincidenza. Sto iniziando ad avere davvero paura. I miei piedi accelerano ancora di più e inizio a correre senza neanche accorgermene.
In poco tempo due mani forti mi prendono per le spalle e mi girano violentemente. Mi ritrovo davanti ad un uomo di circa trent'anni, non riesco a distinguere bene il suo volto dato che è tutto buio, vedo solo degli occhi verdi.
-ciao ragazzina- dice con una voce che mi mette i brividi, si sente che è ubriaco anche dal suo alito che sa di alcool. Che schifo.
-che vuoi? Lasciami andare- cerco di dimenarmi ma non ci riesco, é molto più forte di me.
-non preoccuparti, ora ci divertiamo-
-No, lasciami!!- urlo
-zitta!-
Abbassa le sue mani sui miei fianchi e mi porta contro il muro di una casa.
-lasciami!- cerco di urlare ma la mia voce è spezzata dalle lacrime che mi scendono sul volto. Ho paura, tanta paura, vorrei solo aver accettato che Benji mi accompagnasse. Sono stata una cogliona.
Cerco di prendere il telefono dalla tasca, appena lo raggiungo lo accendo e cerco di sbloccarlo con l'impronta digitale ma lui se ne accorge e me lo lancia lontano.
-Ferma ragazzina!- mi urla tirandomi uno schiaffo.
Mi accascio per il dolore ma lui mi rialza e si avvicina di più a me.
Le sue mani arrivano al bordo della mia maglietta e il suo viso è a un centimetro dal mio, non riesco ad urlare ne a muovermi, sono ferma immobile.
Ha alzato la maglietta quasi al collo, scoprendo il reggiseno quando non sento più la sua presenza su di me.
La riabbasso subito e guardo la scena davanti a me, c'è un ragazzo che lo prende a pugni, potrebbe essere Benji se non fosse che lui ha gli occhi azzurri mentre questo ragazzo li ha marroni.
-non ti avvicinare mai più a lei!- urla il ragazzo mettendo al tappeto il mio aggressore.
Nel frattempo io sono qui impalata con il corpo attaccato al muro, senza la minima forza per riuscire a muovermi.
Quel ragazzo si avvicina lentamente a me e io istantaneamente mi scanso, ho paura che anche lui possa farmi del male, ho paura.
-vai a casa- dice prima di scomparire nel nulla. Che? Come ha fatto? E soprattutto, chi è?

Le ali della libertà Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora