-Oddio mi ero quasi dimenticato di darti questo- dice alzandosi dalla panchina dove siamo seduti da un pò ormai. Stavamo camminando ma ero stanca e l'ho costretto a farmi sedere in questo piccolo parco giochi per bambini.
Mette la mano nella tasca posteriore dei suoi jeans e ne tira fuori un telefono, è bianco e credo sia un iPhone 7.
-L'altro giorno tua madre mi ha chiamato e mi ha detto di darti questo.- mi porge il telefono e allungo leggermente le braccia per prenderlo, appena lo sblocco per poco non mi prende un colpo, è il mio telefono?! Mi ero quasi dimenticata di avere un telefono! Con tutto quello che è successo è stata l'ultima cosa a cui ho pensato, quanto mi era mancato il mio cellulare!! Aspetta... mia madre?!
-Mia madre ti ha chiamato?!-
-Si, sono il tuo angelo custode ti ricordo e devo tenere informata anche la tua famiglia.-
-Quando potrò rivedere mia madre?-
-Tua madre? Lei quando vuoi, basta che nessuno a parte lei ti veda.-
-Ma... Cosa aspettavi per dirmelo?!- davvero?! potrò rivedere mia madre? Non ci credo!
-Scusa forse dovevo dirtelo prima, se vuoi ti posso accompagnare un giorno di questi.- mi dedica un sorriso sincero e il mio cuore si riscalda solo guardandolo, quando sorride è ancora più bello, i suoi capelli castani che cadono disordinati e quegli occhi nocciola che mi incatenano a loro ogni volta che li guardo.
-Grazie- sussurro accendendo il telefono e guardando la foto che ho messo come blocco schermo in cui ci siamo io Beckie e Benji nel mio giardino, lui con una pompa da giardino che schizza acqua ovunque cercando di bagnarmi mentre corro e Beckie che si rotola per terra dalle risate. Vedo Aiden passare lo sguardo da me al telefono più volte osservando attentamente la foto.
-Mi ricordo che questa foto ce l'aveva scattata mia madre il giorno del compleanno di benji e credo che sia la mia preferita tra quelle che abbiamo fatto perché è quella che secondo me rappresenta di più la nostra amicizia. Il giorno prima avevo litigato con Benji perché durante una discussione con la sua ragazza l'avevo insulta durante un pranzo e lui mi aveva fatto una sfuriata talmente grande che pensavo non volesse più avere a che fare con me. Mi ricordo che ho pianto tutta la notte pensando che ormai mi avesse messo da parte ma la mattina dopo si è presentato a casa mia con una rosa in mano chiedendomi di perdonarlo e dicendomi che aveva capito che io ero più importante di una ragazza qualsiasi e dicendomi che l'aveva lasciata e che non avrebbe permesso mai a nessun altra di trattarmi male o di mettersi tra di noi. Poi mi ricordo di averlo abbracciato e che poi era arrivata anche Beckie a dirmi che l'avrebbe uccise se avesse provato solo ad aprire bocca e non so come ci siamo ritrovati a farci guerra con l'acqua.- Guardo la foto con uno sguardo malinconico e ricolma di tristezza nel cuore, era così bello il fatto che questa fosse la mia quotidianità, con loro ogni giorno era diverso e speciale. Cosa darei per poter passare altre giornate così con loro, da un lato vorrei che la mia vita fosse rimasta come prima ma dall'altro... io non posso immaginare di stare senza il ragazzo che ho qui di fronte, ormai è parte della mia vita.
-Hai altre storie emozionanti da raccontarmi?-
-Coglione, hai rovinato il momento!-
-Oh scusa, dai fammi vedere l'altro sfondo sono sicuro che avrai altre avventure stupende da condividere!- esclama ironico fingendo di essere emozionato.
-In realtà l'altro è uno sfondo bianco.- dico sbloccando il telefono e lui si siede di nuovo accanto a me. Mi prende il telefono dalle mani e prima che possa protestare apre la fotocamera.
-Ma che fai! Ridammelo!- Alza il braccio in cui tiene il telefono e non ho alcuna possibilità di recuperarlo.
-Ti metto uno sfondo, così avrai altre storie da raccontare.- sbuffo sonoramente mentre lui inizia a farsi una marea di selfie idioti mentre fa facce strane.
-Okay perfetto, così vedrai sempre un bel figo ogni volta che sblocchi il telefono.-
-Oh ecco la modestia in persona!- mi riprendo il telefono e lo metto in tasca prima che faccia cose strane.
-Prima di diventare un angelo...dove abitavi?- si alza di scatto dalla panchina e mi guarda come se avessi detto la cosa più sbagliata del mondo.
-Non credo sia una cosa che ti riguarda- eh?! Ma che ho chiesto di così scandaloso? Volevo solo sapere un po' di più della sua vita, non ho fatto nulla di male.
-Si ma stai calmo, ho fatto una semplice domanda?- non mi risponde ma si avvicina minaccioso mettendo le mani accanto alle mie spalle e guardandomi con quegli occhi che ormai sono diventati ricolmi di odio e... sofferenza, sofferenza...?
-Io non sono tenuto a rispondere a nessuna delle tue stupide domande! Trovato degli amici e non rompere a me!- inizia a camminare nella direzione opposta alla mia. Mi ha appena detto di non rompergli le palle? Ma siamo seri? È lui che mi ha portato a fare una passeggiata!
-Io sarei rimasta volentieri a casa ma tu hai avuto questa magnifica idea di uscire e tutti devono sempre fare come vuoi- Si ferma e si gira a guardarmi.
-Quindi mi sono alzata e sono venuta qui! E perché? Per farmi urlare in faccia che ho rotto il cazzo?- urlo alzandomi e iniziando a camminare velocemente verso di lui che si è girato. Eh no Aiden! Mi dispiace ma non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno!
-Sei solo una bambina viziata!-
-Senti un po chi sta parlando! Quello che crede che tutto il mondo giri intorno a lui! Sarei io la bambina viziata? Mi sa che i tuoi genitori non te l'hanno insegnata l'educazione!!- Urlo così forte che mi fa male la gola in una maniera incredibile.
-Io non ho i genitori Grace!- questa frase mi finisce dritta nel petto come una lama affilata. Nel dirmelo ha urlato ma la sua voce era diversa era stanca, rassegnata e malinconica.
Non ho neanche il tempo di scusarmi che si teletrasporta e io rimango ferma senza sapere cosa fare. Mi siedo per terra e inizio a guardare il cielo, è pieno di nuvole grigie e nere mentre prima era così sereno. Sembra che le abbiamo portate noi tutte queste nuvole con la nostra litigata. Perchè tutto con lui deve essere così complicato?
Mi sdraio per terra continuando a guardare il cielo e sento una goccia di pioggia sulla mia fronte ma non ho intenzione di muovermi da qui.AIDEN
-Le hai dato della viziata? Hai detto che deve farsi degli amici e che ti ha rotto le palle?- dice Darren guardandomi con occhi che non promettono nulla di buono.
-Ma ti ha dato di matto il cervello?! Sei un grandissimo coglione! È possibile che ogni due per tre litigate?- ha ragione, sono un coglione. Lei non si merita di essere trattata così ma... la mia famiglia è un tasto dolente per me. Mi siedo velocemente sul letto di Darren mettendomi le mani in faccia.
-Almeno vuoi dirmi perché?-
-Mi ha chiesto dove abitavo prima di sapere di essere un angelo.- dico quasi in un sussurro, Darren sa quanto è difficile per me parlare di questo e si zittisce per un attimo per poi mettermi una mano sulla spalla.
-Aiden lo so quanto questo sia difficile per te... ma lei no, e non meritava di essere trattata così per una semplice ed innocua domanda.- Il suo tono è più calmo e riesco a percepire il dispiacere nella sua voce.
-Promettimi che dopo le parlerai.-
-Non vorrà neanche vedermi.-
-Lo so.-GRACE
Non ho voglia di asciugarmi i capelli quindi li pettino e mi faccio velocemente una treccia di lato. Sono stata troppo tempo a pensare da quando sono tornata qui tutta bagnata per la pioggia. Voglio andare a parlare con gli altri, credo che li troverò nella stanza dove andiamo sempre, quella con i divani e le poltrone, dovrò farmi dire come si chiama.
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Le ali della libertà
FantasíaGrace è stata portata dalla madre a Los Angeles all'età di 5 anni, non ha mai capito il motivo di questo gesto così inaspettato ma si è adattata a tutte le novità senza opporsi. Presto si ritroverà a dover far fronte a delle nuove, incredibili scop...