«Forza, attaccati.»
Karol porta le braccia attorno al collo di Mic, inginocchiato davanti a lui dandogli la schiena, e si aggrappa prima di essere afferrato da sotto le cosce e tirato su di peso.«Sei ancora più leggero di quando eravamo nel lago» scherza Mic, sistemandolo per bene sulla propria schiena in modo tale da non farlo cadere.
«Idiota, non è fisicamente possibile.»
«Non essere così irascibile.»
Karol lo agguanta anche con le gambe, diventando quasi un cucciolo di koala stretto alla madre.Che situazione imbarazzante, a cavalluccio di Mic.
Forse avrebbe dovuto prestare più attenzione mentre giocava a basket con lui ed evitare di compiere quello scatto che l'ha fatto ruzzolare malamente sul pavimento in legno, facendogli slogare la caviglia. Non è riuscito più ad alzarsi e Mic si è offerto di riportarlo in groppa fino a casa, a patto che gli avrebbe offerto qualcosa da mangiare.
Dopo uno stronzo e un piccolo mugugno arrabbiato con se stesso, Karol ha accettato l'aiuto dell'amico.«Adesso i tuoi se la prenderanno con me.»
«Perché?»
«Non gli hai forse raccontato la mia balla?»
«Sì, ma non vedo perché dovrebbero essere arrabbiati con te. Non sei il mio tutore.»Vanno insieme verso lo spogliatoio, dove Mic deve cambiarsi e darsi una veloce sciacquata. «Però capiranno che hai detto una bugia.»
«Sai che me ne importa» Karol sogghigna mentre viene appoggiato delicatamente sulla panca.Dovrebbero andare in infermeria e, magari, prendere del ghiaccio, ma ha insistito che avrebbe fatto tutto una volta tornato a casa, e Mic non se l'è sentita di ribattere.
Il castano lo guarda di sbieco, sbuffando e sedendosi al suo fianco.
«Non ti devi lavare?»
Nessuna risposta.Cos'è successo ancora?
«Mic, qualche problema?»
«No.»Gli sorride e Karol vede quella dolcezza che ha sempre ritrovato nei suoi occhi da quando si sono avvicinati. È contento che sia tornato il Mic di sempre, anzi, è diventato ancora più speciale, e lo dimostrano i messaggi infiniti salvati sul suo telefono. Parlano di ogni sciocchezza, per ogni futilità, si aiutano anche con i compiti, e le giornate volano senza che se ne accorgano.
Ancora, Karol, non ha ben chiaro quale malsana idea deve aver attraversato la mente dell'altro per prendere la decisione di evitarlo; non ha capito quale sia il collegamento con il bacio, nonostante sia ben evidente essere proprio quello il motivo, tuttavia ha deciso di non pensarci più.
Deve dire che, per ora, le cose stanno andando bene.Mic gli poggia una mano sulla coscia sinistra e il pollice scivola sulla stoffa dei pantaloni quasi come una carezza. «Sono solo un po' preoccupato»
«Non è nulla di grave, tranquillo.»
«Lo spero.»La sua mano si stacca dalla gamba e va a finire nei capelli sudati, che si tira indietro con un semplice gesto.
Karol sorride e rimane con la schiena appoggiata alla parete fredda, mentre il ragazzo si alza dalla panca e va ad aprire l'acqua della doccia, abbandonando maglia e pantaloncini proprio al suo fianco.
Ha degli atteggiamenti strani e lo deve riconoscere, però, è felice che qualcuno gli dia così tante attenzioni.Non è che...
No, è impossibile. Ci ha già rimuginato più volte, finendo sempre con la stessa conclusione, e non capisce perché il suo cervello voglia tornare su quell'argomento.
...gli piaccio?
Impossibile. Appunto.
Gli si forma un groppo in gola e non riesce a distinguere se sia positivo o negativo.
Scrolla i ricci e solleva i pantaloni fino a metà polpaccio, rivelando un leggero arrossamento e gonfiore della caviglia che pulsa lievemente. Non fa poi così male, dopotutto.
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Rumore Complice
Romance[Completa - Gay/boyxboy] Mic gioca nella squadra di basket del liceo, è un gigante buono e sentimentale e ha già chiari i progetti per il suo futuro. Karol invece vive con la testa tra le nuvole, è esuberante e impertinente e sembra voler rimanere b...