CAPITOLO 17

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Karol ringrazia che quel gruppetto l'abbia coinvolto nella partita, altrimenti sarebbe stato un guaio.

Dovevo liberare la mente in qualche modo.

E quale modo migliore che fare il bambino così com'è tanto capace? Sapeva anche che Mic non l'avrebbe mai seguito. Per quanto gli dispiaccia averlo lasciato solo su una panchina a fissare il cellulare, gli serviva staccarsi per qualche minuto. Adesso può riavvicinarsi con un enorme sorriso dovuto al divertimento di poco prima.

«Non ci esco più con te, davvero.» Peccato che il volto evidentemente arrabbiato di Mic gli appesantisca di nuovo la testa. «Avrei voluto lasciarti lì con quelli e andarmene a casa.»
Karol si rabbuia, sebbene sappia che sia colpa sua.

Uff...

Sospira inconsciamente.
Sembra che l'abbia ferito in qualche maniera e nemmeno ne è così cosciente. Sembra quasi...

...geloso?

«Potevi venire a giocare con me.»
«Crepa.»
A Karol spunta un piccolo sorriso ironico e si accosta a Mic, alzando lo sguardo per incantarlo con i suoi occhioni blu e profondi. Con molti funziona, quindi perché con lui dovrebbe essere diverso? È sicuro di vedere un leggero rossore sulle sue guance, sebbene lo associ alla rabbia.
«Stammi lontano! Sei pieno di fango! Ma che diamine hai combinato?» Mic gli mette le mani sulle spalle e lo spintona via; una spinta gentile, totalmente contraria a quella finta arrabbiatura che gli sta mostrando.

Non se la prende mai davvero con me.

Karol sente mancargli il fiato ancora una volta.

È sempre gentile, sempre... così... fantastico.

A nulla sono serviti i minuti di svago, perché è tornato con insistenza quel sentimento dentro di lui che non riconosce.
Mic sospira con esagerazione, portandosi una mano sulla fronte e strizzando gli occhi. «Vieni, andiamo alla fontanella a lavarti, piccolo bambino pestifero.»
«Non sono un bambino.»
«Rimani un rompi coglioni.»
«Bello sapere di essere amato.»
Gli occhi di Mic guizzano sulla sua figura per poi staccarsi velocemente, ormai ha preso a camminare verso la fontanella a passo svelto e Karol fatica a star dietro a quelle gambe lunghe.

Anche lui si comporta in modo strano, adesso.

Arrivano e Mic apre il getto d'acqua.

Scrossssh.

Karol si rende conto di essere completamente pieno di terriccio su tutta la faccia e si sporge in avanti per lavarsi, ma Mic non glielo permette e gli lancia addosso l'acqua.

Splash! Ciaff!

«Che diavolo stai facendo?!» Karol si copre con il braccio, tuttavia, non ha potuto nulla contro le ondate che gli sono arrivate addosso, bagnandolo da capo a piedi.
«Punizione per avermi abbandonato per una buona mezz'ora.»
La risata di Mic è così spontanea e divertita che non può che mettersi a ridere anch'egli. Sta grondando acqua, la maglietta azzurra si è incollata al suo torace e i ricci sono diventati pesanti e gocciolanti, però, è felice in qualche modo.
«Ora pulisciti per bene» Mic lo prende ancora in giro, istigandolo con un occhiolino.
«Stronzo.»

Karol viene afferrato saldamente per un braccio e succede tutto all'improvviso. Avverte la mano dell'altro sul proprio viso, leggermente fredda a causa della temperatura dell'acqua, e lo sta grattando dolcemente in quelle zone dov'è sporco.

Boomboom. Boomboom.

Il cuore di Karol inizia a battere all'impazzata.
Doveva allontanarsi per qualche minuto da Mic, eppure non sembra possibile. Anzi, sembra che quel ragazzo l'abbia capito e che sia in combutta contro di lui per non staccarsi, cercando un contatto fisico continuo.

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