Mic sta correndo a per di fiato verso la fermata dell'autobus più vicina, considerando che il quartiere dove abita Colton è abbastanza lontano dal suo.
Il cielo sembra annunciare pioggia a breve, e Mic è convinto che si prenderà un'influenza, dato che ha ancora i capelli bagnati.Cosa sto facendo? Cosa mi è saltato in testa? Sono un deficiente, un disagiato, un illuso.
Il pullman arriva prima del previsto e, nel giro di un quarto d'ora, Mic si trova proprio di fronte alla villetta di Colton.
E se Karol fosse già tornato a casa? Avrei fatto tutta questa strada per niente.
Si avvicina al citofono, per poi ricordarsi che nel retro dovrebbe esserci un cancelletto aperto, sperando che lo sia anche a quell'ora di sera.
Tra fare il ladro e suonare, opta per la prima opzione.
Va sul retro e non gli ci vuole niente per aprire il cancelletto, dato che il chiavistello è sollevato.Che cazzo sto combinando.
Entra con un groppo in gola che gli sta facendo battere il cuore a una velocità sorprendente, e non per la paura di essere scoperto. Vede una luce provenire dal garage, sicuramente sono ancora lì, ma non sente nessun rumore di batteria o altro.
Certo, ormai è tardi, se stessero ancora suonando, il vicinato urlerebbe loro contro.
Tutta una scusa per convincersi che la scena che si sta ripetendo di continuo nella sua testa non sia vera.
Non stanno facendo niente.
Si avvicina ancora di più, fino a sentire la voce ben distinta di entrambi.
«Mi stai sfottendo?»
Mic sussulta alla voce di Karol, così bella anche con quella punta arrabbiata.
«Centro.» Stringe i pugni nel sentire Colton. «Sai che sei davvero adorabile? È un peccato che quella persona non se ne accorga...»Non ci vede più.
Il sangue ribolle nelle proprie vene e gli sta scoppiando il cervello.
Qualsiasi cosa sta succedendo lì dentro, deve essere fermata, e subito.
«O forse no.»Fanculo a tutto e tutti.
Spalanca di colpo il basculante del garage e la situazione che si trova davanti lo spiazza. Karol è decisamente troppo vicino a Colton, che lo sta tenendo per il mento in quella maniera sensuale e accattivante.
«Mic?» Karol si stacca nell'immediato dal batterista, rimanendo seduto sul divano. «Che ci fai qua?»Quindi era vero... lui vuole Colton.
Mic serra la mascella e scatta in avanti ad afferrare il braccio del biondo. «Noi due andiamo, adesso.»
«Scusa, ti sembra il modo? Sei entrato in casa mia e...»
«Sì, sì» Mic zittisce Colton con un gesto della mano libera. «Mi spiace per quest'intrusione. È una questione di vitale importanza.»
«Ti spiace? Ci hai interrotti» Colton incrocia le braccia, scocciato.Mic schiocca la lingua, ormai è partito in quarta e non lo fermerà più nessuno. «Non mi interessa niente, sono venuto a riprendermi Karol e basta. I tuoi sporchi giochetti non possono che scivolarmi addosso.» I suoi occhi si spostano sulla figura di Karol in cerca di conferma, tuttavia, nota solo un grande imbarazzo e confusione.
Colton si mette a ridere, quasi con strafottenza. «Ah! Ora è tutto chiaro.»
«Che...?» Karol non riesce neanche a domandare che viene strattonato con più forza.
«Ci penso io a lui, non azzardarti più ad avvicinarti così come stavi facendo poco fa.»Lo sguardo tagliente di Mic è così penetrante che non si riesce nemmeno più a distinguere il ragazzo solito da quella bestia incontrollabile.
Karol ne è quasi spaventato e lo dimostra il suo cuore che batte a mille all'ora, o il motivo è dovuto a qualcosa di differente. Forse perché non aspettava altro che Mic giungesse e lo portasse via. Però, non comprende il perché di quella scenata esagerata.
Cosa non hai colto da tutta quella faccenda?
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Rumore Complice
Romance[Completa - Gay/boyxboy] Mic gioca nella squadra di basket del liceo, è un gigante buono e sentimentale e ha già chiari i progetti per il suo futuro. Karol invece vive con la testa tra le nuvole, è esuberante e impertinente e sembra voler rimanere b...