«Cosa significa no?»
"Che non puoi venire."
«Stai scherzando? Il mio...» Karol abbassa la voce, guardando verso la porta aperta della propria camera per assicurarsi che non ci sia nessuno. «...ragazzo si è preso una polmonite, e io non posso andare a trovarlo?»
"Non è così grave" Mic tossisce dall'altra parte del telefono.
«Perché non posso?»
"Non c'è bisogno. Fra un paio di giorni torno a scuola, non ti devi preoccupare."
«Ma che se ne importa della scuola! Tra l'altro finisce venerdì, non so se te lo sei dimenticato.»Karol è evidentemente arrabbiato.
Dopo aver passato la notte insieme, i due ragazzi si sono svegliati con le prime luci, hanno chiuso il negozio e sono andati a prendere il pullman per tornare a casa. Per Mic non ci sono stati problemi, i suoi genitori nemmeno si sono accorti del suo rientro e, se l'hanno fatto, non hanno domandato nulla, ma Karol ha dovuto dare spiegazioni a Klem. Spiegazioni in merito ai propri vestiti ancora bagnati e sul perché continuasse a tenersi una mano sul collo.
Ha usato una scusa. Una mezza verità, anzi. Ha raccontato che in realtà non è andato a casa di Mic a dormire, ma ha avuto un incontro con la persona che gli piace; la pioggia li ha costretti a cercare un riparo perché gli autobus non passavano più.E lì è successo il delirio.
Il fratello ha iniziato a domandare cosa avesse fatto, poiché quei segni erano parecchio riconoscibili.
Anche per quello, Karol, ha raccontato le cose a metà: si sono scambiati qualche effusione e nulla di più. Inutile sottolineare il volto entusiasta di Klem a quella notizia, con tanto di pacca di orgoglio sulla schiena.
A dir la verità, Karol si è sentito parecchio in colpa per quella bugia, tuttavia, l'importante è che Klem non abbia fatto la spia con i loro genitori e che l'abbia persino aiutato a rubare i trucchi della madre per nascondere quei segni.«Ma che ragazza hai trovato? Un vampiro?»
Karol ha schioccato la lingua, maledicendo Mic per quella frenesia animalesca con cui è andato avanti per minuti interi, anche dopo aver deciso di dormire.
Dormire.
Non che ci siano riusciti molto.
Hanno passato le ore a baciarsi tra un discorso e l'altro, la bocca occupata o con quella del compagno o per raccontare alcune cose che urgevano essere spiegate dopo essersi dichiarati. In ogni caso, hanno dovuto fare una pausa a un certo punto, dopo aver perso la sensibilità della lingua e delle labbra, scoppiando a ridere come due idioti, imbarazzati dal loro non sapersi contenere.Karol ha scoperto così tanti pensieri celati per mesi da parte di Mic, così tanta sofferenza che ha dovuto ricacciare in gola a forza. Adesso, invece, scoppia di gioia per avergli alleggerito un peso, per aver fatto traboccare di sentimento i cuori di entrambi.
Da una parte si sente uno stupido per quello. La propria felicità deriva da aver reso felice qualcun altro. Non avrebbe mai creduto che fosse realmente possibile, fino a quando non l'ha testato sulla propria pelle.
Peccato che si siano creati due problemi da tutta quella storia.Il primo è che Klem ha domandato proprio di Mic, dato che la sera precedente l'ha chiamato agitato per avere l'indirizzo di Colton. Fortunatamente Karol si è preparato la risposta, considerando che il ragazzo l'ha avvertito di come si siano svolti gli avvenimenti della serata.
Una scusa così banale e per niente sensata: Karol ha preso le chiavi di Mic per sbaglio, e il castano l'ha scoperto solo una volta tornato a casa di sera tardi, ritrovandosi chiuso fuori perché i genitori lavorano di notte.
Non sa neanche lui come ci sia cascato.
A volte ama l'ingenuità di Klem.Il secondo problema è che Mic si è svegliato con quasi quaranta di febbre e non vuole che Karol vada a trovarlo a casa sua per chissà quale strano motivo. Sono almeno dieci minuti che si sta preoccupando, che non vede l'ora di infilarsi le scarpe e correre da lui.
"Karol, e dai!"
Trova inconcepibile il fatto che si siano appena messi insieme e non può passare l'intero pomeriggio con Mic.
«Ti odio.»
"Non è vero."
«Sì...» Karol si morde il labbro inferiore, il tono con cui il ragazzo ha risposto è così tenero e sofferente che non può mentirgli spudoratamente. «No... non ti odio.»
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Rumore Complice
Romance[Completa - Gay/boyxboy] Mic gioca nella squadra di basket del liceo, è un gigante buono e sentimentale e ha già chiari i progetti per il suo futuro. Karol invece vive con la testa tra le nuvole, è esuberante e impertinente e sembra voler rimanere b...