CAPITOLO 53

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Mic non ha proprio voglia di mettere piede a scuola, quella mattina.
È passata circa una settimana da quando ha palesato la relazione con Karol davanti alla classe, ed è stata la settimana più pesante della sua vita. Ancora i compagni non si sono stancati delle battutine e delle frecciatine, è un continuo, da quando si toglie la cartella dalle spalle a quando risuona l'ultima campanella. Sono tutte frasi idiote, eppure lo infastidiscono come non mai.

Sapevo che i miei compagni sono dei coglioni, ma fino a questo punto è devastante.

Decide di deviare verso la classe di Karol.
Quel giorno è stato accompagnato in macchina dai suoi genitori, quindi non si sono ancora visti. Anche Mic vorrebbe avere un passaggio mattutino, invece di fare venti minuti a piedi. D'altra parte, non può lamentarsi, è un buon metodo per rimanere sempre in forma.
Entra in aula e lo vede seduto al banco contro la finestra, che sta parlando con il suo compagno. Si sente osservato, crede che non si abituerà mai a quella sensazione di essere al centro dell'attenzione. I bisbigli di un paio di ragazze lo fanno sbuffare e crede che anche quegli sguardi vispi non rientreranno mai nelle sue corde.

«Buongiorno, Karol» si para davanti a lui, oltre il banco.
Il ragazzo sposta gli occhi blu nei suoi e scatta in piedi, allungandosi per abbracciarlo e lasciargli un bacio sulle labbra.

Almeno c'è una cosa positiva in tutto questo.

Sfrega il naso sul suo e gli bacia la punta.

Posso comportarmi come voglio senza più reprimermi.

«Buongiorno» Karol gli risponde con un sorriso luminoso.
Anche quella visione conforta Mic e gli dà un motivo per essere a scuola.
Si accorge delle due ragazze che non hanno staccato un momento gli occhi da loro.

Diamo un motivo per guardarci meglio.

Si appoggia con le braccia al banco e si allunga del tutto verso Karol, che è tornato seduto. Lo afferra per il colletto e scontra le labbra con le sue in un bacio più passionale.

«Stai bene?» ironizza Karol.
«Adesso sì.»

Una soddisfazione irrazionale.

Driin.

«Ci vediamo all'intervallo.»
Mic gli scompiglia i capelli. «A dopo, scricciolo.»

Esce dalla classe, osservando lo sguardo sgomento delle ragazze, e arriva nella sua; quest'anno ha la fortuna di trovarsi nello stesso piano e corridoio di Karol. Si dirige al suo posto nella penultima fila centrale e poggia la cartella per terra. Solo in quel momento nota un disegno sul banco che gli fa storcere il naso.

Inizia male la giornata.

Per fortuna è a matita, ma non vede l'ora di cancellarlo.
«È stato Greg» fa la spia Dylan.

Quanto possono essere bambini? Disegnare un pene... questo dimostra quello che dovrò sopportare per tutto l'anno.

Prende la gomma e lo ripulisce subito.
Sente una piccola risata e guarda nella colonna di sinistra, una fila davanti a lui. Greg imita un gestaccio con la mano e la bocca, e Mic non può che roteare gli occhi al cielo, insultandolo mentalmente.

Greg è il peggiore di tutta la classe. L'unico che rende davvero stressante andare a scuola. Le altre battute sono più o meno sopportabili, ma tutti i continui riferimenti di Greg gli mandano in fumo il cervello. Per non parlare del fatto che coinvolge un altro paio di ragazzi, che gli danno corda e si mettono a ridere sempre alle sue spalle, e persino in faccia, senza dignità.

Figlio di puttana.

Vorrebbe prenderlo a pugni, se solo non comprometterebbe la propria carriera.
«Hai fatto gli esercizi di chimica?»
Viene destato dalla domanda del suo compagno.

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