CAPITOLO 66

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Mic è ancora indeciso su cosa mettersi, non che abbia questa grande scelta del vestiario, tuttavia non vuole presentarsi a una festa di universitari con i soliti stracci. In realtà, non è nemmeno dell'umore di volervi partecipare, ma Colton è stato abbastanza persuasivo.

Non si aspettava un invito da parte del batterista a bere qualcosa, soprattutto dopo il periodo abbastanza lungo nel quale ha interrotto ogni rapporto con lui, rapporto iniziato solamente quella famosa sera al parco dove si sono consolati a vicenda. Non era molto convinto di trascorrere del tempo con lui, considerando il livello di confidenza con Karol, chissà cosa poteva avergli detto sul suo conto; poi, però, si è deciso.

Sono andati in un pub e hanno passato la serata a chiacchierare di stupidaggini, quasi come se fossero due amici di vecchia data. Solo dopo un po', Colton ha iniziato a fargli domande più specifiche e Mic si è dovuto trattenere, perché non aveva alcuna voglia di parlare di Karol, non dopo ciò che era successo negli spogliatoi.

Si massaggia lo zigomo destro, dove ha un livido ancora violaceo causato da Klem proprio il giorno dopo l'accaduto, all'uscita da scuola.

Me lo sono meritato.

Fosse stato in Klem, si sarebbe dato molto più di un pugno. Proprio per questo è stato restio a uscire con Colton, aveva già presagito un altro cazzotto che non è arrivato. Anzi, il giorno dopo l'appuntamento, Colton gli ha mandato un messaggio chiedendogli se avesse voglia di venire alla festa organizzata da Willis, ci sarebbero stati gli amici del cantante e altri della band. Una serata tranquilla tra birra, cibo, qualche drink e un po' di musica.
Anche lì ha esitato.

Non ho proprio nulla da festeggiare.

Tra la situazione con Karol, Klem e Rachel, ha solo da rimanere sotto le coperte a castigarsi.

Però potrebbe essere un buon metodo per pensare ad altro.

Lo stesso gli è stato detto dal batterista. Stranamente Colton non è del tutto dalla parte di Karol, forse non sa così tanto quanto Mic crede, e gli ha persino permesso di portare la sua nuova fidanzata.

Devo far funzionare le cose con Rachel.

È il suo unico appiglio in quella desolazione, sebbene non gli importi molto di lei e questo lo fa sentire peggio.

Credo che mi ubriacherò.

Un'ottima scelta per passare la serata.
Non lo farà mai, lo sa già.

Guarda la sveglia e scopre che manca solo mezz'ora perché debba incontrarsi con Rachel. Si vergogna a farsi accompagnare da lei, ma è l'unica che ha la macchina tra i due. Ha già dovuto mettere in conto di farsi trovare fuori dal cancello, dato che non ci sarà alcun citofono al quale potrà rispondere e non vuole rivelare che abita nello squallido monolocale dietro l'edificio.

Alla fine opta per un maglione rosso scuro con sottili disegni di filo bianco e dei jeans strappati sulle ginocchia. Afferra il cellulare ed esita qualche istante. Sblocca lo schermo ed entra nella galleria delle immagini: in una sotto cartella ci sono le foto di lui e Karol insieme.

Quante volte si è perso nel guardarle. Non riesce a smettere, è come una droga che si impossessa del suo corpo e che gliene fa volere ancora e ancora. Gli fa anche ricordare che non l'avrà mai indietro e che si è comportato come il peggiore degli stronzi. La loro ultima conversazione non è stata delle migliori. Sentirsi gettare addosso tutto ciò che è uscito dalla propria bocca è stato devastante. Ha capito solo dopo quanto veleno avessero quelle frasi.

Ha pianto e pianto ancora, sfogliando le foto una a una, provando a schiacciare il tasto elimina senza alcun successo. Non può eliminare Karol dalla sua vita. Quelle foto sono l'unico filo che lo lega ancora a lui. Senza di esse sarebbe tutto davvero svanito.
Strizza gli occhi e mette in tasca il telefono.

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