CAPITOLO 42

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«Hai finito di farti i cazzi miei?»
«Mi merito di sapere com'è andato il mio piano geniale.»

Karol e Colton stanno discutendo ormai da qualche minuto, dopo aver deciso che due ore di batteria sono state più che sufficienti.
L'argomento è molto semplice: non hanno ancora avuto modo di parlare del weekend appena passato, e Colton insiste nel sapere cos'hanno combinato Mic e Karol. Peccato che quest'ultimo non voglia proprio aprire bocca a riguardo, anche perché si sente in completo imbarazzo nel confessare che non è successo nulla di quello che si aspettava.

Di quello che si aspettava Colton, soprattutto.

«Allora, avete consumato il vostro amore?» Colton è seduto sul divano, con il polpaccio destro appoggiato al ginocchio sinistro e le braccia spalancate a ricoprire l'intero schienale.
Karol diventa rosso ed è costretto ad abbassare il capo per qualche secondo. «Smettila, non dirò niente.»
Il maggiore lo guarda ancora con quel viso beffardo da schiaffi. «Allora restituiscimi i preservativi che non hai usato, così vedo quante volte...»

«Che schifo che sei!» Karol balza in piedi e inizia a mettere via le sue cose nello zaino.
«Non dirmi che li hai usati tutti» si mette a ridere l'altro. «Non ti facevo così assatanato.»
«Come te?»

Colton cambia per un attimo espressione a quella battuta, ma Karol non ci dà molto peso. Dopo aver preparato tutto quanto, va a sedersi di fianco al suo insegnante, che sembra essere sommerso nei propri pensieri.
La mente di Karol non può che attribuirlo a Fabian. Da quando sono tornati a casa, ha avuto modo di parlarci tantissimo, il ragazzino l'ha preso come quell'amico a cui confidare tutte le sue tristezze e, da una parte, ne è ben lieto.

E pensare che mi odiava.

Dall'altra, però, non ha ancora capito cosa sia successo di così grave. Non ha mai osato chiedere, per quanto la propria curiosità gli abbia fatto scrivere più volte il messaggio, senza mai mandarlo.
Tutto quello che sa è che si sono lasciati, ma il motivo non può essere il semplice abbraccio tra Colton e Bri-J.

Sarebbe troppo esagerato.

«Allora?» Colton gli mette una mano tra i capelli, arruffandoli.
«Che?»
«Quante volte?»
«Santo cielo...»

L'attacco ostinato da parte di Colton fa tornare Karol a ciò che ormai occupa i suoi pensieri da mesi ininterrottamente.

Mic.

È stato il weekend migliore di tutta la sua vita. Non avrebbe mai voluto tornare a casa, sarebbe voluto restare per sempre mano nella mano con Mic per le strade e che se ne importa degli sguardi. Cosa che non può permettersi adesso che sono tornati in città.

Non così senza prima parlarne con Mic, ma, conoscendolo, non credo che voglia.

E avrebbe tutte le ragioni del mondo per non volerlo fare, di questo ne è consapevole. Anche Karol non si sente così sicuro da sbandierare ai quattro venti che ha un rapporto omosessuale.

Bee-beep.

Gli arriva un messaggio, tuttavia, Colton gli blocca la mano. «Sto ancora aspettando.» Karol rotea gli occhi al cielo.
Gli unici con cui ne può parlare apertamente sono Klem e Colton. Con Klem non ha problemi, è il primo da cui corre per confidarsi come una ragazzina in preda a crisi ormonali; con Colton si diverte di più a prenderlo in giro, anche se alla fine cede sempre, perché, per quanto possa dare consigli assurdi, sa bene che ha molta più esperienza di lui sotto quel punto di vista.

E a me serve qualcuno che mi aiuti in certe situazioni.

Forse non saranno i consigli di vita da vecchio saggio, ma tanto bastano per cercare di capire come comportarsi alla sua prima esperienza. La sua prima con un uomo e non solo a livello sessuale.

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