CAPITOLO 44

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«Vaffanculo! Vaffanculo!»

Karol cammina a passo svelto, borbottando tra sé e sé, fino a raggiungere Klem che ha osservato tutto il litigio da lontano, cogliendo solo le frasi pronunciate ad alta voce.
«Vaffanculo!» Questa volta lo urla, buttandosi sul prato e stendendosi di fianco al fratello.

Non è la prima volta che lui e Mic litigano, ma è la prima che lo fanno così seriamente.

«Non dirmi assolutamente di stare calmo, perché non ne ho la minima intenzione!» si rivolge a Klem e fissa l'azzurro del cielo senza neanche una nuvola.

Sembrava tutto troppo perfetto per poter essere vero.

Non ha ancora capito perché Mic debba sempre essere così restio nel volersi lasciare andare con lui.

Dovrebbe solo infischiarsene!

«Cos'è successo?»
Karol riassume in breve la litigata, evidenziando molto di più le proprie ragioni rispetto a quelle di Mic, dettato da un senso di rabbia che non svanisce.

«Credo che Mic abbia ragione...»
«Cosa?!» Karol scatta seduto, fissando il gemello, sbalordito.
«Lasciami finire.» Klem si tira su a sedere. «Credo che Mic abbia ragione tanto quanto ce l'abbia tu. Insomma, non è bello per niente nascondere un amore. Lo vorresti urlare al mondo intero, ma non è sempre possibile» abbassa il capo, grattandosi dietro al collo. «Almeno nel vostro caso è così.»
«Perché non dovrebbe essere possibile? Ormai siamo nel ventunesimo secolo.»
«Eppure, esiste ancora gente che disprezza gli omosessuali, anche se siamo nel ventunesimo secolo.»

Per quanto Karol ne sia consapevole, è un pugno nello stomaco sentirsi dire quelle parole. Ha cercato, da quando stanno insieme, di non esagerare, di nascondere quel lato da perfetti amanti che possono tenere solo quando sono in camera da soli, ha più volte ripetuto nella propria mente che è giusto così perché non sono ancora pronti.

Ma io lo sono, io voglio dirlo a tutti.

Adesso non si contiene più.
Era così felice di passare una tranquilla settimana con Mic e poter finalmente dare sfogo a tutto quello che ha represso, invece, si è ritrovato in un bel pasticcio proprio per quello stesso motivo. Non l'ha nemmeno sfiorato il pensiero che qualche conoscente dei genitori potrebbe mettersi in mezzo e far scoprire tutto senza che sia lui stesso a rivelarlo. Per quello si sente tremendamente in colpa, sebbene la rabbia giochi una parte molto più ampia.

Mic è la prima cosa a cui ha pensato...

«So che vuole proteggermi, proteggere entrambi...» i suoi occhi blu scivolano subito lungo la figura di Mic, che sta nuotando nel bel mezzo del lago.
«Infatti è così.»

Però, dovrebbe pensare di più a essere felice con me, piuttosto che farsi una marea di problemi.

«Anche io voglio proteggere il nostro amore, in una maniera diversa.»
«Ne dovresti parlare con lui.»
Continua a fissare Mic in lontananza.
Ha sempre odiato che i loro occhi non si incrocino.

Colton non se ne fa alcuno.

Non sa bene il motivo, ma pensare a qualcun altro che si trova nella sua stessa situazione lo fa ragionare meglio. Forse non è il metodo migliore, eppure, è un valido criterio di giudizio. Dopotutto, se Colton può andare in giro a baciare ragazzi a destra e manca, perché lui non dovrebbe poter anche solo dare la mano al suo fidanzato?

Forse io e Mic non siamo sulla stessa lunghezza d'onda.

Sente le lacrime pungere agli angoli degli occhi e trattiene un groppo in gola che non vuole scendere. «Merda! Domani è il mio compleanno, e io e Mic abbiamo litigato!»

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