CAPITOLO 37

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«Ti ha dato fastidio che sia rimasto con noi Fabian?» Karol si sta rigirando un dito tra i capelli, sdraiato sul letto, aspettando che Mic lo raggiunga.
«Ti pare?» l'altro sputa il dentifricio nel lavandino, dandosi un'ultima sciacquata. «Piuttosto, sono sorpreso che sia voluto rimanere di sua spontanea volontà.»
«Credo che siamo diventati amici. Domani gli chiedo il numero.»
«Devo ingelosirmi anche del ragazzo di Colton oltre Colton?» sorride e si butta sul letto, facendo smuovere tutte le molle.

«No, idiota» Karol sorride in risposta, porta una mano tra i suoi capelli e lo bacia lievemente sulle labbra.
«Quindi cos'è successo esattamente? Sono spariti a un certo punto.»
Il biondo fa spallucce e si infila sotto le coperte, seguito dall'altro. «Magari hanno fatto pace.»

«Spero per loro.»
«Ti stai preoccupando solo della tua gelosia, ammettilo» gli sbuffa contro. Mic si mette a ridere e lo circonda con un braccio sullo stomaco, mettendosi prono e continuando a guardarlo.

Karol rimane qualche minuto ancora a pensare a Colton e Fabian. Non sa perché, ma gli è bastato passare un paio d'ore con quel ragazzo per rendersi conto che prova empatia per lui. È stato impossibile non accorgersi che l'aria fosse davvero tesa tra i due amanti, di sicuro c'era qualcos'altro sotto, oltre a quell'ipotetico tradimento con Bri-J.

«Tutto bene, Karol? Sei pensieroso» Mic lo accarezza sull'addome con gesti lenti.
«Scusa, stavo pensando che non vorrei mai ritrovarmi in una situazione del genere.»
«Stai tranquillo, perché non accadrà mai con me» gli si avvicina fino ad arrivare a sfiorare con le labbra la sua guancia. «Nella mia mente esisti solo e unicamente tu.»
Karol arrossisce e torna a porre tutta la propria attenzione a Mic. «Così come tu sei nella mia.»

Altro che tre giorni unicamente per loro. Quei tre giorni stanno diventando qualcosa di assolutamente magico, non esistono parole per esprimere così tanta gioia.

Non ha pesato avere intorno Fabian per il concerto, ci sarebbe dovuto essere comunque, considerando che gli altri erano occupati a suonare. I due fidanzati l'hanno coinvolto e hanno cercato di distrarlo il più possibile, fino a quando è svanito avvisando con un semplice: devo parlare con Colton.
Da lì sono tornati a essere solo Karol e Mic, anche se hanno passato ancora un'oretta insieme a tutti gli altri, scambiando quattro chiacchiere. Poi hanno deciso di tornare in albergo, hanno camminato mano nella mano, con Mic che non ha smesso un secondo di dire a Karol quanto fosse sensuale e bellissimo con quei vestiti, tanto da rendergli difficile l'auto controllo. Arrivati in albergo, hanno passato dieci minuti buoni a baciarsi prima di riuscire a staccarsi per prepararsi per la notte.

Sta continuando a essere tutto perfetto.

Karol pensa d'un tratto a cosa ha posto sotto al cuscino mentre l'altro era in bagno, qualcosa che gli ha dato Colton e che si vergogna tantissimo di aver portato con sé. Se quello che gli ha imboccato in testa il batterista si trasformerà in realtà, dovrà prendere quell'oggetto senza troppi ripensamenti.

Perché sto pensando a queste cose? Non dovrebbe essere programmato.

In realtà, non ne ha ancora discusso con Mic, quindi non è nulla di programmato. Inoltre spera che abbia voglia di fare l'amore così quanto lo vuole lui. Dopotutto, due ragazzi soli in hotel, che passano la notte insieme e sono fidanzati... dove altro può portare questo?
Infatti, non è che qualche secondo che Mic gli sfiora il naso e lo bacia dolcemente. Il bacio si tramuta ben presto in qualcosa di più lussurioso, con le lingue che sbattono con prepotenza per prevalere sull'altra.

Il castano allunga il braccio per spegnere la luce della stanza e rimangono così al buio, con un debole chiarore che entra dalla finestra. «Qualcosa mi dice che non dormiremo...» sussurra, portando una gamba accavallata alle sue.
«Lo credo anche io.»
«E neanche domani.»
«Quanto sei pervertito? È l'influenza di Colton?»

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