CAPITOLO 33

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Mic e Karol non hanno fatto in tempo a dare uno sguardo alla stanza d'albergo che sono usciti a fare un giro per godersi completamente quei tre giorni di totale amoreggiamento. Hanno optato per spendere il pomeriggio in giro per ogni viuzza che possa attirare la loro attenzione, con l'aiuto di una mappa, presa nell'hotel, come se fossero due turisti stranieri che sicuramente si perderanno e dovranno chiedere informazioni.

D'altro canto, potrebbero anche finire sulla luna e non ci farebbero caso.
La località è vicina al mare, tuttavia, non avendo molto tempo prima del concerto, hanno deciso che passeranno in spiaggia il giorno successivo, almeno fino al tramonto.
Adesso stanno camminando uno di fianco all'altro, con le braccia che si sfiorano, così come le mani, senza, però, essere unite tra loro.

«Proviamo a raggiungere la piazza?» Karol punta il dito sulla mappa aperta davanti a lui.
«Hai scelto il posto più affollato per la pace e la tranquillità, insomma.»
«Se non ti sta bene, scegli tu dove andare. Sono proprio curioso di dove vuoi portarmi.»
Mic ridacchia e gli tira una spallata. «Ovunque va bene.»
«Perfetto.»

Karol si ferma e si volta verso di lui, con gli occhi blu pieni di luce e gioia.
Mic non può essere più felice di così.
Sebbene sia stato costretto a subirsi il proprio fidanzato che ha parlato per tutto il viaggio, o quasi, con Colton, alla fine non può davvero lamentarsi di nulla. Ringrazia sua madre per avergli permesso di andare, ringrazia persino Colton per avergli dato quell'occasione.
È arrivato alla conclusione di non essere più geloso del batterista, tuttavia, è troppo divertente prendersela con uno più grande di lui e insultarlo, e non crede che cambierà questo rapporto di cane e gatto neanche fra cent'anni. Non diventerà mai suo amico, e questo è certo, ma nemmeno suo nemico.
È evidente che a Karol non interessi assolutamente nulla di Colton in senso romantico. Non può essere convinto anche del contrario, ma ormai non ha più senso sbatterci la testa sopra.

Perché Karol è solo e unicamente mio.

Anche Mic si ferma e lo guarda intensamente.
Rimangono in silenzio per qualche secondo, dove solo il vociare di tutte le persone in giro per strada e le macchine che passano fanno da sottofondo.
Si perderebbe le ore nell'adorare la figura di Karol.

Non è forse quello che sto facendo?

Sorride e alza una mano per andare ad accarezzarlo sulla guancia, ma la ritira ancora prima di toccarlo.
«Guarda che puoi farlo» Karol se ne accorge subito, senza staccare gli occhi da lui.
«C'è così tanta gente.»
«Che non conosciamo e mai più vedremo. Non ne avevamo già parlato?»

Quando vuole sa essere persuasivo.

Anzi, sa esserlo sempre.
Mic lo accarezza con il pollice appena sotto l'occhio, per poi sfiorare il naso fino alla punta e ripercorrere nel verso opposto, lasciando il proprio palmo sulla sua guancia.
«È stato difficile?»
«Per niente.»
Karol si lancia contro di lui e lo abbraccia forte.

Scratch.

La mappa si spiegazza tra i loro corpi, ma non se ne parla nemmeno di sciogliere la stretta.

Credo di essere il ragazzo più felice della terra...

Una coppia mano nella mano passa di fianco a loro, osservandoli con uno sguardo strano.

...e anche il più imbarazzato.

«Andiamo in piazza?»
Mic poggia le mani sulle sue spalle per allontanarlo e riprendono a camminare.




***

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