CAPITOLO 51

3.2K 252 256
                                    

Tump!

Mic sbatte Karol, che è aggrappato a lui con le gambe, contro gli armadietti dello spogliatoio, le proprie mani indugiano al di sotto dei pantaloni per palpargli la morbidezza dei glutei e tenerlo sollevato. Sente un leggero fastidio nelle parti basse ed è accentuato da quello che preme sul suo inguine.

Non va bene, non va bene.

Non hanno così tanto tempo a disposizione per dedicarsi a qualcosa che non sia più di uno scambio di salive.
La scuola è iniziata da un paio di settimane e, con essa, sono ricominciati anche gli allenamenti di basket. Non c'è stato bisogno che di un'occhiata veloce per capire che allenamenti sarebbe stato sinonimo di spogliatoi liberi per un paio d'ore, per non parlare di quello usato di solito dalla squadra avversaria quando si tengono le partite nei fine settimana.
Quello dove sono proprio adesso.

Mic non è ancora così sicuro riguardo il rivelare la loro relazione al mondo intero, per ora preferisce agire in segreto e trovare ogni momento buono per starsene da solo con Karol senza occhi indiscreti. Però hanno appena qualche minuto prima del fischio dell'allenatore.
Per sicurezza, la porta è ben chiusa da due panche messe davanti. Anche perché, se qualcuno li beccasse in quelle condizioni, non leverebbe loro nessuno una bella disciplinare, e Mic non vuole assolutamente rovinare così la sua carriera scolastica. Certo, potrebbe calmare i propri ormoni e limitarsi a qualche bacio più o meno innocuo, seduto comodamente su una panchina...

...ma come si fa a calmare gli ormoni, quando sei fissato da un blu metallizzato stupendo?

Karol si spinge di più contro di lui, sfregando appena il bacino per aumentare l'eccitazione di entrambi.
«Karol... non abbiamo tempo.»
«Sai quanto me ne frega?»

Cazzo.

Karol lo guarda in maniera sensuale, un ricciolo biondo pende proprio nel mezzo della fronte.

Un blu stupendo.

Le labbra sono socchiuse, paffute e arrossate.

Davvero irresistibili.

Mic si butta con foga sulla sua bocca, la suggella con la propria fino a perdere il fiato. Si sposta sul collo e gli fa un succhiotto.
«Non dove si può vedere» Karol inclina la testa per lasciargli più spazio.
«Sai quanto me ne frega?» Mic ribatte così come ha fatto l'altro poco prima.
«Te ne fregherà, quando qualcuno mi chiederà cos'ho fatto e io risponderò che sei stato tu.»
«Ottima osservazione.»

Mic lo morde sotto l'orecchio, succhiandolo poi in quel punto. Fa fin troppo rumore con le labbra, sebbene sia voluto per enfatizzare il gesto e sentire Karol lamentarsi appena. Lo schiaccia di più contro gli armadietti, il metallo freddo è a contatto con qualche centimetro di pelle del biondo, che si è ritrovato con la maglietta sollevata a causa della foga che Mic ci ha messo per sbatterlo.

Quanto è difficile essere un ragazzo di diciassette anni alla sua prima storia d'amore.

Non avrebbe mai creduto che l'impatto fisico sarebbe stato così devastante e arduo da controllare.
Karol lo stringe per il collo, le dita della mano sinistra si sono infilate nella capigliatura e tirano qualche ciocca.

Quanto tempo abbiamo?

Se non si sbrigano, accadranno cose terribili, e Mic è in piena agitazione.

Venti minuti? Forse un quarto d'ora...

In tutto questo, Karol non la smette di avvicinare il pube al suo e di frizionare più forte.
Mic va indietro con la memoria di qualche mese, a quando credeva che Karol fosse un angelo sceso in terra che aveva perso la capacità di crescere. Quell'angelo è svanito subito. È un piccolo demonietto che ti illude di essere innocuo e docile, ma, in realtà, ti porta giù con sé in un baratro di pura follia e sei obbligato a seguirlo, perché ha un magnetismo che va al di là della ragione umana.
Mic non aspetta altro che essere trascinato sempre di più da lui.

Rumore CompliceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora