CAPITOLO 67

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Karol sbianca immediatamente.

Che cosa... Perché?

Afferra Colton per un braccio e lo strattona prima che possa allontanarsi. «Che cazzo significa?»
«Tranquillo...»
«No che non sto tranquillo» Karol tiene un livello di voce basso, per quanto vorrebbe gridare e scoppiare. «Che. Cazzo. Significa.» Ripete scandendo bene ogni singola parola.
«È per te.»
«Per me?» aggrotta le sopracciglia, domandando ironico e indietreggiando. «Voglio tornare a casa.»

Pensavo fosse mio amico, ma farmi trovare Mic con la sua nuova fidanzatina, non è certo da amici.

È confuso, non sa nemmeno lui ciò che sta provando. Sa solo che intende andarsene al più presto e nascondersi sotto le coperte e, se Colton non lo accompagnerà a casa, andrà a chiudersi in camera di Willis o nella sala prove, in modo tale da non venire disturbato da nessuno.
Ha passato giorni a evitare di incrociare Mic persino nei corridoi, non uscendo durante gli intervalli e pregando di non vedere la sua faccia nei bagni.

E adesso lo devo vedere che fa il coglione con quella là?

«Sei un bastardo, Colton.»
«Karol.»

Un'altra voce a lui familiare lo fa sobbalzare.

«Fabian?! Che... Tu...»
Adesso è convinto di star sognando. Che cosa ci fa Fabian a casa di Willis, dov'è presente anche Colton e tutta gente che è sicuro che non conosce.
«Vieni con me» Fabian lo afferra per mano e lo porta in un angolo della terrazza.

Karol è così tentato di girarsi e vedere se anche Mic si sia accorto della sua presenza, è così curioso di sapere l'espressione che farà quando capirà che c'è anche lui alla festa. Ha così tanta voglia di specchiarsi nei suoi occhi e vedere che sfumatura hanno con quelle luci al led.

«Fabian, non so se devo arrabbiarmi, se devo piangere o se devo direttamente mandarti a fanculo.»
«Nessuna delle tre.»
«Cosa ci fai qui?» Nella sua testa è tutto un casino, non sa neppure da dove cominciare. È pieno di domande ed esige una risposta a tutte. «Da quando sei tornato insieme a Colton?»
«Non ci sto insieme. Sono andato da lui per aiutare te.»
«Ancora questa storia che è per me...» Abbassa lo sguardo, poi ruota appena gli occhi dietro di sé, senza riuscire ad arrivare alla figura di Mic.

Ah... aspetta...

«Vi siete messi in combutta entrambi contro di me? Che cos'ho fatto di male, ditemelo» si porta una mano tra i ricci e sospira profondamente.
«Non siamo contro di te, siamo qui per te.»
«E Mic? È qui per me anche lui?»

Fabian si sporge oltre le sue spalle, dando un'occhiata al ragazzo in questione, per poi ripuntare lo sguardo su di lui. Gli sorride e comincia a raccontare di come sia assolutamente convinto che tra loro non sia finita, che è tutta una farsa e che Mic è preso ancora da lui, ma che si sta trattenendo per chissà quale motivo.

«Io non voglio rimettermi con lui» Karol scuote il capo per enfatizzare il senso della frase.
«Lo vuoi eccome.»
Fabian lo sa perfettamente. Non che ci fosse bisogno di chissà chi per indovinarlo.

Adesso che mi ero deciso di lasciar perdere tutto, devono farmi ricadere in questa situazione?

«Non posso, non dopo quello che mi ha fatto. Inoltre, cosa dovrei fare, sentiamo. Vado da lui e lo bacio davanti a tutti dichiarandone il mio possesso?»
Fabian arrossisce e scuote le spalle. «Questo lo puoi sapere solo tu.»

«Non accadrà niente, perché io non gli rivolgerò la parola e neanche uno sguardo. Grazie per le buone intenzioni, ma, la prossima volta, confidati prima con me e vediamo se ti do il permesso per agire con queste cazzate.»
«Andiamo, Karol... Sei arrabbiato con me?»
Karol scuote il capo.

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