CAPITOLO 16

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Karol, ormai, non ha neanche bisogno di suonare il campanello.
Prende una stradina che lo porta nel retro, sa che c'è un cancelletto lasciato aperto appositamente per lui e, oltre, si estende un piccolo viale ciottolato che conduce al garage, dove Colton lo sta aspettando.

«Ehi, Karol!» lo saluta il maggiore, entusiasta, alzando le bacchette in aria.
«Ciao» gli sorride lui di rimando e appoggia la cartella per terra, prima di sedersi al suo fianco.

Sono due settimane che Karol prende lezione di batteria e, stranamente, non si è ancora stancato, anzi, ne è sempre più contento. Inoltre, ha scoperto di avere talento. O meglio, Colton è convinto che ne abbia da vendere, ma i risultati sono ancora scarsi, considerando da quanto poco tempo abbia iniziato.

«Sei già irritato prima di cominciare?» Colton lo bacchetta sulla spalla.
«Sono stato interrogato a tradimento. Maledetto professore.»
Colton scoppia a ridere e Karol ribatte con una fulminata con gli occhi blu.

Forse saranno state le giornate a scriversi per e-mail, ma hanno legato fin da subito. D'altronde, è difficile non lasciarsi coinvolgere dal carattere del batterista, così solare e, a tratti, anche arrogante, sebbene siano molte di più le volte dove se ne esce con una battuta sciocca.
Karol ha simpatia per lui proprio per quello.
Per di più, è uno dei membri più giovani della band, con i suoi ventidue anni, e, per questo, quello che può capirlo meglio sotto ogni punto di vista.

Colton si passa una mano tra i capelli, il fatto che non abbia il gel a tenerli in piedi li fa cadere dolcemente sulla fronte, in un ciuffo che dal nero passa al verde, mentre qua e là risaltano alcune ciocche della stessa tonalità. La settimana precedente, Colton ha cercato di convincerlo a colorarsi i capelli in maniera accattivante, tuttavia, Karol ha negato con prontezza.
I suoi capelli non si toccano.

"Chi vorrà mai essere fan di una rock band, dove il batterista ha l'aspetto di un angioletto biondo e boccoloso?"
"Tutti quelli che hanno un buon senso dell'estetica."

Così ha risposto quando gli è stato domandato, suscitando un'occhiata ammiccante da parte dell'altro.

«Vogliamo iniziare?»
«D'accordo.»
Colton va a prendere delle bacchette per lui, dato che ancora non ne possiede un paio, e si lascia sprofondare sul divanetto dalle molle talmente guaste da scricchiolare a ogni movimento. «Ah!» blocca Karol prima che possa cominciare. «Mia madre ha preparato dei muffin per te. Sono in cucina.»
«Muffin!» gli occhi blu si riempiono di luce e, adesso, avrebbe più voglia di andare a mangiare quel dolce preparato appositamente per lui che stare a suonare.
Un no con il capo, seguito da un muoviti lo fanno desistere immediatamente.

Strano come Karol abbia conosciuto per appena dieci minuti Cynthia, la madre dell'altro, e, d'un tratto, sia diventato parte della famiglia. Neanche avesse sfoggiato chissà quali frasi a effetto o cose del genere. In ogni caso, anche se la donna lo adora, ha categoricamente vietato di suonare in casa. Per questo sono finiti nel garage, dove avrebbero dato molto meno fastidio.

Il primo giorno di lezione, dopo un'imprecazione da parte di Colton e uno scappellotto da parte della madre, si sono ritrovati lì dove sono adesso, con un evidente Karol impacciato senza sapere da dove iniziare e un Colton che l'ha subito messo a proprio agio.
All'improvviso sono passati dalla posta elettronica ai messaggi sul cellulare, e Karol si è accorto essere uno scambio continuo quando Mic l'ha squadrato all'ennesimo beep e lui ha risposto senza pensarci due volte, interrompendo il discorso con l'amico, scusandosi subito dopo e lasciando da parte il dialogo con il batterista.

Mic...
Con lui le cose sono diventate strane e non in senso negativo. Sono più le volte dove escono da soli che con Klem insieme a loro; scherzano per tutto il tempo, a tratti confidano anche i loro pensieri più profondi senza alcuna inibizione. Si fida ciecamente di Mic, ed è così piacevole stare in sua compagnia che non sente nemmeno la mancanza del gemello, come sarebbe successo qualche mese prima.
E lo trova strano.
Decisamente.

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