Karol ha dovuto fare finta di niente per tutto il resto della mattinata e anche per il pomeriggio, dato che è andato da Mic per studiare. Però la sensazione orribile dentro di sé non è ancora svanita, anzi, non ha fatto che accrescersi. Per fortuna sta tornando a casa e può rinchiudersi in camera a riorganizzare le idee.
Non ho mai visto Mic piangere in quel modo.
Cammina a testa bassa, senza fare attenzione a dove sta andando.
Tutto perché l'ho obbligato a dire di noi.
Continua a incolparsi per quello che sta succedendo a scuola. Non riesce a farne a meno.
Di chi altri può essere la colpa, se non mia?
Ha bisogno assolutamente di parlare con qualcuno. Non attende altro che buttarsi sul letto e chiamare Colton, sperando che abbia tempo da dedicargli.
Stringe i pugni dentro le tasche e si impianta le unghie nei palmi.Non doveva andare così. Dovevamo vivere felici la nostra storia d'amore.
Quale ingenuità da parte di Karol. Ci ha sperato davvero, con tutto il cuore. Sapeva che li avrebbero presi in giro, ma non al punto tale da far collassare in quel modo Mic. È una cosa che non gli va giù.
Avrei dovuto ascoltarlo quando mi diceva che non doveva saperlo nessuno.
Prende un respiro profondo e tira fuori le chiavi dallo zaino. Spalanca il cancello e poi la porta d'ingresso. Finalmente è libero di dar sfogo a tutto quanto, e ha deciso di iniziare dal frigorifero e mangiare qualsiasi cosa gli capiti sotto mano. Tuttavia, non appena lo apre, si sente mordere da un attacco di nausea.
Rivede il volto di Mic davanti a sé, ferito, piangente e talmente pieno di dolore che l'ha ammutolito.
Trema appena e tira su con il naso.È tutta colpa mia.
Lo ripete per l'ennesima volta.
Non riesce a togliersi dalla testa quel pensiero.Uff...
Si appoggia con il fianco al tavolo della cucina e sbuffa, cercando di mandare via le lacrime. Non ha molto successo e cominciano a uscire silenziose.
Cosa posso fare? Ho rovinato tutto.
Decide di andare nella propria stanza. Mentre si dirige verso di essa, nota quella di Klem con la porta dischiusa; il fratello è seduto alla scrivania con le cuffiette alle orecchie e ha un libro davanti dal quale sta studiando.
I rapporti con Klem non sono tornati esattamente come un tempo, non sono nemmeno incrinati come i primi giorni dopo il litigio.Avrei davvero bisogno di lui.
Gli manca passare la sera sul letto del gemello a chiacchierare. Sono anche settimane che non si confida più come un paio di mesi prima. Gli manca persino prendere il suo cuscino e portarselo sullo stomaco, segno che sta per cominciare una seduta di consigli come neanche gli psicologi possono tenere.
Il suo pianto non è cessato. Tra il problema a scuola e il pensare al suo rapporto con Klem, non ha fatto altro che peggiorare la situazione.
Sbanda un pochino, entrando nella stanza del fratello.Non ce la faccio più.
«Klem?»
Non viene sentito per via della musica, quindi lo chiama posandogli una mano sulla spalla.«Ehi! Mi hai fatto prendere un colpo» Klem si toglie le cuffie e si volta verso di lui, rimanendo sbalordito. «Che s...» non finisce la frase che Karol gli si butta addosso, abbracciandolo forte e piangendo contro il suo collo. «Karol, che hai?»
«Tutta colpa mia, è tutta colpa mia.»
«Cosa?»
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Rumore Complice
Romance[Completa - Gay/boyxboy] Mic gioca nella squadra di basket del liceo, è un gigante buono e sentimentale e ha già chiari i progetti per il suo futuro. Karol invece vive con la testa tra le nuvole, è esuberante e impertinente e sembra voler rimanere b...