Capitolo 4.

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-Hai finito l'acqua!- urlo quando esco dal bagno con ancora l'asciugamano avvolto intorno al mio corpo.
Lui mi guarda con indifferenza e continua a mettere i libri dentro al suo zaino.
-Mi hai sentito, idiota?- lo richiamo ma lui mi ignora.
Sbuffo dal naso, manco fossi un toro, e mi avvicino a lui con furia.
-Ehi! Sto dicendo a te!-
Ma perché diamine non mi dice il suo nome?!
Almeno potrei insultarlo meglio!
Con una mano afferro la sua spalla e lo faccio voltare verso di me.
Lui si stacca bruscamente dalla mia presa.
-Non toccarmi.-
-L'acqua! L'hai finita! Ora spiegami cosa dovrei fare...- borbotto.
Lui fa spallucce. -Vestiti, asciugati i capelli e non mi rompere le palle.-
Stronzo, maledetto.
-Sei un coglione!-
-Lo so.-
-Me la pagherai!-
-Non aspetto altro!- mi dice e poi esce dalla nostra stanza, lasciandomi da sola.
Emetto un ringhio disperato.
Non lo sopporto.
Mi avvicino al mio letto, recupero i vestiti che mi ero scelta prima e torno in bagno per vestirmi.
Un maglioncino in lana rosso e dei jeans neri con degli stivali comodi.
Quando ho finito con i vestiti, passo ai capelli; li asciugo molto velocemente e li lego.
Un po' di trucco sugli occhi, solo mascara e ombretto; e un rossetto rosa opaco.
Torno in camera e guardo l'orario.
Merda, sono in ritardo.
Il quarto d'ora accademico è passato da un pezzo e io sono ancora così.
Afferro il mio zaino e ci metto dentro un quaderno e l'astuccio, prendo il telefono e poi, dopo aver chiuso la porta a chiave, mi avvio verso la classe di Biologia.
Mi sono iscritta in medicina ma ancora non so bene quali corsi seguire con esattezza.
Navigo nei corridoi del campus alla ricerca della classe, ma dopo dieci minuti mi rendo conto di essermi persa.
-Ti serve aiuto?- mi domanda qualcuno e, quando mi giro, davanti a me, trovo un ragazzo altissimo che mi guarda con divertimento.
Ha gli occhi celesti, e un pizzetto sul mento che lo rende maturo.
-Si, credo di essermi persa.-
Lui mi sorride.
-Cosa devi seguire?-
-Biologia.-
-Oh, ci sto andando anche io!- mormora subito. -Seguimi allora.-
Annuisco e mi accosto a lui. Attraversiamo un altro corridoio e poi ci ritroviamo davanti ad una porta marrone stilizzata.
-Mi vergogno ad entrare per prima, è il mio primo giorno e...- mi scuso e divento rossa per l'imbarazzo.
Lui sorride e scuote la testa.
-Non c'è problema, entro prima io, tu stammi dietro.-
Questo ragazzo sembra gentile ed è anche affascinante.
Niente a che vedere con quell'idiota del mio coinquilino.
-Grazie.- mormoro.
Lui non risponde, apre la porta ed entra con molta tranquillità in questa classe. Ogni alunno, come per riflesso, si gira a guardare chi abbia interrotto la lezione e anche il professore ci lancia un'occhiata poco carina.
Abbasso lo sguardo e seguo il ragazzo che invece continua come se niente fosse.
L'aula è a forma di cerchio e le bancate sono tutte in legno di quercia. Arriviamo nelle bancate più in alto e il ragazzo si siede.
Poco dopo mi fa cenno di sedermi accanto a lui e io lo faccio. Mi accomodo e mi schiarisco la voce.
-Vedi?- mi sussurra all'orecchio. -Non è successo nulla.- il suo labbro sfiora il mio lobo e non so se involontariamente o meno ma, la cosa mi fa comunque arrossire.
Mi mordo un labbro e deglutisco, poi gli sorrido.
-Già.- rispondo sorridente. -Mi chiamo Astrid, comunque.-
-Jimmy.- si presenta a sua volta.
Finalmente le buone maniere non sono morte, c'è ancora qualcuno che è in grado di essere gentile a quanto pare.
Io e Jimmy ci scambiamo un sorriso ma all'improvviso mi sento addosso una sensazione strana.
Un calore e un brivido mi trapassano la schiena e sento il mio cuore accelerare. Corrugo la fronte e mi guardo intorno. Non so perché, ma ho come il presentimento che qualcuno mi stia fissando.
Con finta disinvoltura faccio vagare il mio sguardo sull'aula e cinque minuti dopo i miei occhi scorgono una figura.
Mi immobilizzo e il mio respiro rallenta.
Lui, il mio coinquilino, è proprio seduto sulla bancata davanti alla mia.
Il professore sta spiegando la lezione ma lui non toglie i suoi occhi dai miei.
Mi fissa con intensità.
Sembra che mi stia guardando male e, non so perché, ma sembra arrabbiato. Anzi, ne sono sicura, è arrabbiato. Ma per quale ragione?
Che ho fatto adesso?
Sono io quella che dovrebbe avercela con lui per la faccenda dell'acqua.
Sbuffo, irrequieta, io proprio non lo capisco.
-Tutto bene?- mi domanda Jimmy che, evidentemente, ha notato il mio stato d'animo.
Arrossisco e faccio segno di sì con la testa.
-Si, si...- mento.
Lui mi sorride e poi continua ad ascoltare la lezione.
I miei occhi tornano sul ragazzo con il quale condivido la stanza e, ora se è possibile, sembra ancora più nervoso.
La mascella tesa.
Porco cane, ma perché è cosi bipolare?
Decido di non pensarci e abbasso lo sguardo ma il suo lo sento ancora bruciare addosso.
Cerco di non farci caso e di concentrarmi sulla lezione.
Devo pensare solo alla carriera universitaria...

⭐I Nostri Oscuri Segreti⭐ (Ex Coinquilini & Segreti) ⭐OLTRE I LIMITI E CONFINI⭐Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora