Capitolo 16.

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Sto studiando.
Sono seduta sul mio letto, il libro tra le gambe e tre evidenziatori tra le mani. Uno rosso, uno fucsia e uno giallo.
Sto sottolineando gli argomenti che il professore di Chimica ha spiegato durante le lezioni. Sto integrando gli appunti al libro e ogni tanto faccio qualche riassunto.
Froy non c'è in stanza, sono da sola.
Non ci parliamo da quattro giorni, ovvero da quando mi ha praticamente detto di valere meno di una mosca per lui. Ci stiamo evitando come la peste, ma la mattina lo vedo: mentre si prepara lo zaino con cura, mentre si spazzola quei capelli castano scuro che stanno crescendo a dismisura, mentre si sistema il letto in modo maniacale prima di uscire...lo vedo quando si alza dal letto e involontariamente mostra ai miei occhi quei suoi addominali scolpiti e i suoi tatuaggi sul braccio e sul basso ventre.
Un tribale sul bicipite e due strisce nere sull'avambraccio, una più grossa dell'altra. E sul basso ventre troneggia una scritta: Don't forget me.
Lo vedo quando si accarezza quella stessa scritta con dolcezza e morbidezza, come se, toccandola riuscisse a sentire la persona a cui l'ha dedicata, perché è chiaro: è una scritta che ha dedicato a qualcuno. E devo ammettere che il solo pensiero crea in me un fastidio allo stomaco.
Lo vedo quando semplicemente mi ignora, quando non mi degna di uno sguardo, quando fa finta che sono invisibile.
Lo vedo e soffro perché sono stanca di tutto ciò.
Convivere con un fantasma forse sarebbe migliore.
La sua indifferenza mi irrita, mi rende nervosa e mi fa sentire indesiderata proprio come quando ero a Londra.
La maggior parte del tempo non c'è in camera. Studia in biblioteca, esce con Steve, fa di tutto pur di non avere niente a che fare con me, non frequenta nemmeno la mensa. Anche adesso la sua essenza mi crea sconforto, è uscito poco fa con Steve e non so dove siano.
È snervante.
E per colpa sua non riesco nemmeno a studiare come dovrei.
Non riesco a concentrarmi perché il suo pensiero mi distrae.
Sbuffo e chiudo con forza i libri.
<<Fanculo!>> esclamo. Mi alzo dal letto, vado verso il bagno e indosso qualcosa di carino.
Un maglioncino di lana blu, un paio di jeans comodi e converse. I capelli sciolti e un po' di trucco.
Non me ne starò a guardare mentre lui mi ignora. Vuole ignorarmi? Benissimo, lo farò anche io.
Da oggi, inizierò a godermi la mia vita universitaria come si deve. D'altronde non posso stare con le mani in mano mentre il mio coinquilino si comporta da troglodita!

Dieci minuti dopo, sono in giro per il campus. Non so ancora bene cosa fare ma mi verrà in mente qualcosa.
I miei occhi vagano alla ricerca di qualche viso conosciuto. Dovrò pure incontrare qualcuno, no?
Quando mi sembra ormai di aver perso ogni speranza, ecco che vedo qualcuno.
Un ragazzo che frequenta tutte le mie lezioni. Mi sembra si chiami Pablo.
È in caffetteria e, ovviamente, sta sorseggiando il suo caffè ed è da solo. Ne approfitto e gli vado incontro.
<<Ehi, ciao.>> cerco di approcciarmi in qualche modo a lui e sorrido. Lui si gira di scatto e non appena mi nota accenna un sorriso.
<<Ciao...>> sussurra incerto. È un bel ragazzo. Media statura come me e con un fisico asciutto, si veste elegante e i suoi occhi sono di un grigio profondo e intenso. Credo che sia spagnolo, le poche volte che è intervenuto a lezione si sentiva il suo profondo accento marcato e inoltre il suo nome la dice lunga...
<<Frequenti i miei stessi corsi. Scusa se piombo qui all'improvviso ma sei l'unico volto amico che ho notato.>> comincio e giuro che vorrei morire adesso stesso.
Ma come ne sono uscita?!
Non potevo dire qualcosa di più intelligente?
Dannazione.
Sembro una disperata in cerca di amicizia, e lo sono in effetti.
Ma a parte Froy e forse Steve non conosco nessun altro qui. Certo, ci sono Max e Jimmy e la loro cricca del cacchio ma, loro non sono le persone che ho intenzione di frequentare.
<<Si, mi ricordo di te. Sei quella con gli occhi tristi e arrabbiati, la ragazza con il broncio.>> commenta e mi indica il posto vuoto accanto a sé, invitandomi quindi a sedermi.
Accolgo la sua richiesta con un sorriso a trentadue denti ma non posso fare a meno di corrucciare la fronte.
<<Preferisco essere chiamata e riconosciuta con il mio nome, ovvero: Astrid.>> rispondo gentile.
La sua descrizione però mi ha lasciata senza parole. Davvero metto il broncio? E davvero è cosi evidente la mia rabbia?
<<Scusami è che, non ho potuto fare a meno di notarlo. E a lezione più di una volta mi sono chiesto cosa potesse esserti successo di cosi brutto per avere quella faccia.>> ammette lui e sorseggia il suo caffè tranquillamente.
Di cose brutte me ne sono successe...Perfino più brutte del mio coinquilino che mi ignora ma non pensavo di dimostrare a tutti così palesemente il mio umore. Odio mostrare le mie emozioni.
<<Niente di particolare, sai...solite cose.>> farfuglio pacata e lo guardo con imbarazzo. <<Ti chiami Pablo, giusto?>> cerco di evitare il discorso.
Lui annuisce e mi fissa. <<Si, esatto.>> conferma e continua a guardarmi.
Arrossisco, e mi sistemo i capelli dietro l'orecchio. Ha uno sguardo intenso.
<<Posso restare qui con te?>> chiedo.
<<Certo!>> mi dice sorridente.
<<Perfetto!>> esclamo e poi iniziamo a dialogare del più e del meno.

Un'ora dopo stiamo passeggiando per le vie di Boston.
Pablo è un ragazzo gentile, simpatico e con lui mi sto divertendo. Sembra un ragazzo serio, niente a che vedere con quel cretino di Jimmy o i suoi amici.
La sua compagnia mi sta piacendo.
Ho scoperto che anche lui è iscritto al primo anno e non viene dalla Spagna ma dall'Argentina.
<<Sai, credo che tu sia la seconda persona di questo campus con cui vado più d'accordo per ora!>> mi dice lui a un certo punto.
Siamo fermi davanti a un piccolo ristorante e l'aria fredda della notte mi colpisce, costringendomi a stringere le braccia al petto.
<<Tu invece sei il primo con cui mi sto trovando cosi bene>> ammetto.
Pablo mi fissa incredulo e spalanca la bocca. <<Non ci credo..>>
<<Credici..>>
<<Ma sei simpatica, sei estroversa...>>
<<Ma non sto cosi tanto a genio a qualcuno evidentemente.>> sussurro piano ma Pablo mi sente comunque.
Si acciglia e mi guarda confuso. <<A chi ti riferisci?>>
<<Al mio coinquilino, per esempio...>> confesso con un sospiro. Non conosco ancora Pablo ma abbiamo creato una certa confidenza in pochissimo tempo e sento di potermi fidare.
<<Coinquilino? Non sei al dormitorio femminile?>>
<<No, c'è stato uno sbaglio e sono finita con un compagno di stanza..>>
<<E questo coinquilino non ti piace? Non andate d'accordo?>>
Faccio una smorfia e mi gratto la testa. <<Non so definire il nostro rapporto. Diciamo che non ci sopportiamo, anzi ci odiamo.>>
<<Addirittura?>>
<<Si, è una storia lunga.>> alzo gli occhi al cielo e Pablo mi si avvicina.
Me lo ritrovo ad un passo dal mio viso e arrossisco violentemente.
<<Per quel poco che ho potuto vedere di te, non mi sembri antipatica e tantomeno una ragazza da odiare.>>
La sua bocca è grande e carnosa ed è vicino alla mia. Ma non penso abbia intenzione di baciarmi.
<<G-grazie.>> sussurro imbarazzata.
<<Figurati.>> borbotta lui con una voce dolce e poi, dopo aver focalizzato i suoi occhi nei miei per altri dieci minuti, scuote la testa e dice: <<Continuiamo la passeggiata, okay?>>
Annuisco e lui si allontana da me, tornando al mio fianco e sorridendo.
Questo ragazzo mi fa sentire timida e io di solito non lo sono.
Ma mi piace da morire stare con lui e credo che diventeremo ottimi amici.

⭐I Nostri Oscuri Segreti⭐ (Ex Coinquilini & Segreti) ⭐OLTRE I LIMITI E CONFINI⭐Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora