Capitolo 4

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Francia, madre e sguardi minacciosi

"Nadine tesoro che ci fai lì per terra?" La sua voce mi fa rabbrividire, non capisco se è un sogno o la realtà, mi ritrovo distesa in un enorme prato pieno di margherite, mi alzo leggermente intorpidita poggiando prima il mio braccio destro seguito subito dopo da quello sinistro, mi tolgo tutti i petali attaccati ai miei capelli e mi guardo intorno confusa e provo a chiamarla, "Mamma!" ma non vedo nessuno eppure ero così sicura di averla sentita. Tento una seconda volta con scarsi risultati e comincio a incamminarmi nel vuoto dato che non c'è niente qua intorno se non queste fastidiose margherite. Le ho sempre odiate nonostante fossero i fiori preferiti di mia madre, ogni volta che trovavo qualche vaso di margherite a casa lo rompevo senza pensarci due volte, ho pensato più volte di provare almeno ad annusarle magari anche solo il profumo mi sarebbe piaciuto ma niente, è proprio odio puro il mio. Ricordo bene quella volta dopo la sua morte quando Trent ne fece crescere tante in giardino in sua memoria, io una volta a casa tornata da scuola, non ci feci abbastanza caso, me ne accorsi solo quando uscii in giardino per parlare con Niall al telefono notai tutte quelle margherite, ricordo come avevo lasciato Niall sospeso nella chiamata dopo che mi scivolò il telefono dalle mani finendo contro l'erba bagnata dall'umidità in giardino. Non ci pensai due volte prima di prendere le grandi forbicine e cominciare a spezzarle una ad una urlando, Marian mi corse incontro per fermarmi ma si spaventò una volta viste le enormi forbici tra le mani accorgendosi del rischio che stava correndo anche se sono abbastanza sicura che non le avrei fatto male, o almeno non a lei. Ricordo anche come sono corsa in cimitero una volta 'terminato il mio lavoro', buttandomi sulla lapide di mia mamma piangendo ed addormentandomi là finché venne Niall a prendermi quella sera.

"Nadine! Nadine svegliati" mi sento scuotere delicatamente e apro gli occhi, gli richiudo quando la luce bianca della camera mi acceca e riaprendoli subito due secondi dopo. La faccia preoccupata e tesa di Joyce mi appare davanti e mi guardo attorno notando di essere in camera mia con ancora addosso i vestiti del matrimonio. "Nadine non immagini che colpo che mi hai fatto prendere!" la voce di Sonay mi porta a guardarla e noto che ha lo stesso sguardo della madre affiancata da Niall che mi guarda perplesso. "Che ore sono?" chiedo alzandomi piano e appoggiandomi allo schienale del letto, sono davvero esausta, vorrei solamente dormire. "Sono le venti e un quarto" mi risponde Niall,
"Sono andati via gli ospiti?" chiedo a Joyce che scuote la testa in risposta, sospiro e mi guardo intorno una seconda volta, sono tutti qua tranne lui. Non capisco cosa ci sia di sbagliato in quel ragazzo.
"Nadine" Joyce porta il suo sguardo sul mio e mi prende la mano mettendola in mezzo alle sue, "Te la senti di scendere a salutare gli ospiti? Il matrimonio è quasi terminato e poi erano tutti preoccupati per te" termina la sua domanda Joyce sorridendomi con dolcezza e io annuisco ancora shockato sia da tutta questa situazione che dallo strano sogno che avevo fatto su mia madre.
La porta della camera viene aperta con violenza e appare Zayn alla soglia, non so perché ma dal modo in cui ha aperto la porta e da come è entrato senza bussare un po' non mi sorprende il fatto che fosse lui ad essere piombato in stanza così. Tiene il suo sguardo duro fisso su di me e io mi ritrovo ad abbassare il mio intimidita dal suo atteggiamento, Joyce si alza e mi accarezza i capelli sorridendomi lanciandomi un ultimo sguardo e io ricambio con un sorriso forzato. "Andiamo ragazzi, Zayn l'aiuterà a scendere" dice Joyce prima di abbandonare la camera seguita da Sonay che mi lancia un sorriso rassicurante prima di uscire. Vedo Niall guardare Zayn avvicinandosi a lui con aria minacciosa venendo ricambiato dallo stesso sguardo da quest'ultimo che si avvicina ulteriormente, mi ritrovo subito in piedi per cercare di alleggerire la tensione che si è venuta a creare in questi ultimi secondi.
"Niall per favore" la mia voce suona quasi una supplica, mi avvicino lui poggiandoli la mano sulla spalla destra, lui sembra ignorarmi e lo sento respirare fortemente non togliendo lo sguardo da quello di Zayn che guarda un attimo la mia mano sulla sua spalla e riporta l'attenzione sul biondo, ritraggo subito la mia mano come se bruciata dall'occhiata lanciata da Zayn.
"Qualche problema Horan?" la voce di Zayn suona provocatoria e continua a tenere sul viso quell'aria sfidante, vedo Niall chiudere i pugni così forte che si vedono le vene, mi metto subito in mezzo a loro prima che peggiori la situazione, mi sento così minuscola e debole in mezzo a quella massa di corpi muscolosi e irrigiditi, il cuore mi batte fortissimo e ho davvero tanta paura.
"Sappiamo entrambi che non te la meriti" sputa acidamente Niall facendomi sgranare gli occhi, loro si conoscono? Cosa intendeva dire? E perché a me aveva detto che non lo conosceva? Avevo troppe domande in quel momento a cui non potevo neanche avere risposte data la situazione. Vedo Zayn serrare la mascella leggermente barbuta e bruciarlo con lo sguardo, "Non è un problema tuo biondino" ribatte lui, facendomi esasperare, vedo Niall prenderlo dal colletto della camicia e rosso in faccia e mi ritrovo subito schiacciata tra di loro, Niall mi urta la spalla senza volerlo e trattengo un gemito di dolore, lui sembra neanche accorgersene mentre soffro in silenzio. "No! No! No Niall per favore" urlo nel panico più totale, Zayn sembra non muoversi e quasi divertito dalla situazione e mi ritrovo a maledirlo mentalmente. "Niall ti prego, mi stai facendo male" sussurro a voce bassa, Zayn lo sposta immediatamente da addosso, mentre Niall mi guarda dispiaciuto "Nadine non volevo, scusami" dice cercando di poggiarmi le mani sulle spalle, ma vengo spostata immediatamente da Zayn che mi trascina di fianco a lui lasciando le braccia di Niall cadere a vuoto. "È okay davvero, sto bene." gli dico cercando di rassicurarlo, mi tolgo di dosso il braccio di Zayn e mi avvicino a Niall abbracciandolo, lui ricambia forte il mio abbraccio e io inspiro il suo profumo che ho sempre amato e sorrido sentendomi le lacrime scendere. "Stammi bene okay?" gli dico ignorando il fatto che Zayn fosse dietro di noi, Niall annuisce uscendo dalla stanza non senza aver prima lanciato un ultimo sguardo a Zayn.
Sospiro girandomi verso di lui e cercando di reggermi in piedi appoggiandomi alla sedia rossa che si trova davanti la mia scrivania.
Zayn si avvicina a me "Ti senti bene?" mi chiede sempre con quel pizzico di durezza nella voce e io annuisco senza guardarlo in faccia.
Mi avvio verso la porta ed esco dalla stanza seguita da Zayn nella sua solita postura rigida, mi fermo davanti le scale sentendomi la testa girare, mi aggrappo al braccio di Zayn d'istinto e lui mi guarda stringendo la mia presa e scendendo le scale insieme a me che lo seguo, lo osservo da vicino e solo ora noto il piccolo diamantino che porta sull'orecchio destro, guardo il suo viso e devo ammettere che è veramente bello e sexy con quel fisico che si ritrovava, provo ad immaginarlo senza maglietta e il solo pensiero mi fa arrossire violentemente e abbasso subito lo sguardo cercando di scacciare quei pensieri dalla mia mente. Un coro di applausi rimbomba nelle mie orecchie e vedo tutti gli ospiti riunirsi a noi ad applaudire, sorridendo e io ricambio intimidita da tutta quella gente. Volevo solo che finisse presto tutto questo falso matrimonio, volevo solo infilarmi dentro il mio comodo pigiama di flanella e addormentarmi per ore e ore, ero così stanca, è stata veramente una giornata lunga e ricca di emozioni.

***
"No! Assolutamente no!" Esclamo un'ultima volta tirandomi i capelli tra le mani frustrata, Joyce continua a guardarmi mentre io cammino avanti e indietro per la stanza.
"Nadine puoi calmarti un attimo?" mi chiede lei dolcemente, mi fermo un attimo e chiudo gli occhi respirando lentamente e annuisco sedendomi di fianco a lei.
Joyce porta le sue mani sulle mie e mi sorride, "È solo una settimana tesoro, non succederà nulla credimi. Sei in buone mani e poi servirà a conoscervi meglio" dice lei cercando di convincermi.
"No è impossibile. Non posso andare in Francia con un ragazzo che nemmeno conosco."
"Nadine è tuo marito ora, non siete più due sconosciuti. Infatti ti sto dicendo che servirà a qualcosa questo viaggio." continua lei mentre io la guardo perplessa.
"È che ho paura Joyce." ammetto sospirando, lei mi guarda confusa, "Hai paura di Zayn?" chiede lei incredula e io scuoto subito la testa avendo paura di averla offesa in qualche modo.
"E di cosa?" chiede lei stringendomi la mano, "Non lo so nemmeno io, è ancora tutto nuovo per me." rispondo, "Nadine tu ti fidi di me?" annuisco guardandola, lei sorride poggiandomi una mano sulla guancia destra, il suo tocco mi ricorda davvero tanto quello di mia madre, è così rilassante questa donna, "Allora credimi che col tempo vedrai tu stessa che questa era la cosa giusta da fare." dice lei tirandomi verso di lei e racchiudendomi in un caloroso abbraccio, non so perché ma mi ritrovo a piangere sulla sua spalla, lei mi accarezza dolcemente la schiena mentre io continuo a sfogarmi in lacrime e singhiozzi.
"Andrà tutto bene tesoro fidati di me, sei al sicuro qua con noi e ora stai per iniziare una nuova vita con tutta la felicità che meriti."
Vorrei davvero che fosse stato così Joyce.

Mi ritrovo appoggiata al comodo sedile dell'aereo diretto a Parigi pensando a come fosse stato organizzato tutto senza che io sapessi qualcosa. Il matrimonio, il viaggio, le vacanze perfino le mie valigie erano state preparate da Sonay a mia insaputa. Ricordo l'abbraccio forte che mi diede lei pochi minuti fa prima di salire in aereo e mi ritrovo a sorridere pensando a quanto amore mi stanno dando queste donne, sia lei che la madre.
Non mi sorprende il fatto che siamo in prima classe, Sonay mi ha ripetuto più volte di quanto fosse multimiliardario il fratello maggiore e che puntava sempre al massimo e alla migliore qualità. Non avevo dubbi sul fatto che fosse una famiglia molto benestante, lo si poteva capire dall'enorme casa in cui vivevano o anche solo dalla fontana di cristallo situata in giardino all'ingresso. Penso che poteva davvero comprarsi una città intera con tutti i soldi che possedeva questo ragazzo.
Zayn stava seduto di fianco a me eppure sembrava non ci fosse, una volta saliti ha acceso subito il suo MacBook bianco immergendosi nel suo mondo. Prendo il telefono tra le mani collegandoci le auricolari è noto sullo schermo tre messaggi, due da Niall è uno da Sonay.
'Scusami ancora per prima, non era mia intenzione farti male credimi.' sorrido mentre apro anche il secondo messaggio sempre suo
'Dimmelo se quel coglione ti infastidisce. Chiamami appena puoi, a presto piccola'
Scuoto la testa e gli rispondo scrivendogli di non preoccuparsi di niente e che l'avrei chiamato appena avrei avuto un attimo libero.
'Nadine non pensare a niente e divertiti, goditi per bene questa piccola vacanza e non badare a mio fratello se fa il coglione, sappi che in fondo non è una cattiva persona. Chiamami appena arrivi, ti voglio bene. La tua cognatina.'
Solo Sonay poteva firmarsi alla fine di un messaggio e mettere una marea di cuori in un solo messaggio, decido di non risponderle che tanto comunque l'avrei chiamata una volta arrivati a Parigi e faccio partire la canzone di Ed Sheraan rilassandomi contro il sedile. Sento l'aereo cominciare a muoversi e il mio cuore comincia a battere all'impazzata e mi irrigidisco attaccandomi al sedile. Stringo forte il braccio di Zayn quando l'aereo comincia a volare in aria e chiudo gli occhi dalla paura aumentando la presa sul suo braccio ad ogni salita dell'aereo. Non ho paura degli aerei solo che non ci sono abituata, l'ultima volta che ci sono salita avevo tre anni ed ero con mia madre. Sono quasi diciassette anni che non metto piede su un aereo, è normale la mia reazione conoscendomi.
"Mi stai staccando il braccio" la voce di Zayn mi fa aprire gli occhi e togliere di scatto la mia mano da lui e guardo le mezze lune che hanno formato le mie unghia sul braccio e lo guardo sconvolta.
"Sc-scusa" sussurro debolmente, lui mi guarda ancora un paio di secondi prima di riportare la sua attenzione davanti a lui. Mi appoggio al finestrino guardando il panorama meraviglioso che si trova sotto di noi, migliaia e migliaia di luci colorate che mi lasciano a bocca aperta, è
uno spettacolo così bello e rilassante che mi porta a cadere in un lungo sonno profondo.

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