Capitolo 14

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Notti in ospedale, gelosia e messaggi inquietanti

"Nadine svegliati." sentii la voce dolce di Joyce chiamarmi mentre con la sua mano mi scuoteva leggermente la spalla destra, aprii immediatamente gli occhi allarmata e mi guardai subito intorno ricordandomi che eravamo in ospedale, Zayn.

"Dov'è Zayn? Sta bene?" chiesi subito a Joyce che mi sorrise dolcemente annuendo con la testa, tirai un sospiro di sollievo e mi sedetti nuovamente su quelle scomode sedie blu.

"Era sveglio quando siamo entrati, ha chiesto di te però poi ho visto che stavi dormendo e non ti ho svegliata." mi disse Joyce sedendosi di fianco a me, le feci un sorriso tirato mentre pensai alle sue parole, Zayn aveva chiesto di me?

Joyce mi passò un grande bicchiere di caffè ancora caldo e sorrisi quando annusai quel profumo, ne bevvi subito un lungo sorso prima di guardare Joyce e mormorare: "Grazie."

Lei sorrise e poi guardò la porta davanti a se, "Sonay e Ash sono a casa, gli ho detto che non c'era bisogno che rimanessero qui." m'informò facendomi annuire, "Nadine, sicura di star bene?" mi chiese poi guardandomi facendomi voltare verso di lei.

Strinsi forte il bicchiere scottante tra le mie mani e rimasi un paio di secondi in silenzio indecisa se raccontargli ciò che era successo la notte prima o no, mi sentivo confusa e stanca forse parlarne con qualcuno mi avrebbe fatta sentire meglio ma avevo paura della reazione di Joyce.

"Nadine.." m'incoraggiò lei prendendomi una mano tra le sue così annuii sentendomi le lacrime salire agli occhi insieme alla sensazione opprimente che mi uccideva dentro.

"Abbiamo litigato ieri notte," cominciai mordendomi il labbro inferiore, "pesantemente." aggiunsi asciugandomi le lacrime che erano appena scese, Joyce annuii comprensiva e mi accarezzò una guancia.

"È tutta colpa mia, l'ho fatto arrabbiare io Joyce. È colpa mia se ha guidato in quelle condizioni e ora è qua." dissi scuotendo la testa, Joyce mi abbracciò subito accarezzandomi i capelli.

"Non dire così Nadine, non è colpa tua." mi rassicurò, il suo profumo alla vaniglia mi invase le narici e mi strinsi a lei cercando di calmarmi un po'.

"Tesoro ascoltami," cominciò Joyce staccandomi gentilmente da lei e tenendomi il viso alzato con le mani. "Non so cosa sia successo tra voi ma sono sicura che si risolverà tutto, adesso entra da lui." mi disse lei dolcemente.

Esitai. "Non credo di-..." cominciai ma Joyce mi sorrise interrompendomi.

"Fallo e basta, okay?" disse così ancora non del tutto convinta annuii. "Io adesso vado a casa per vedere i bambini, tu torna a casa per riposare appena esci, troverai di sotto il nostro autista ad aspettarti." continuò poi alzandosi in piedi.

Mi alzai anch'io poggiando il bicchiere vuoto sul tavolino bianco di fianco alle sedie, mi sentii la testa girare ma riuscii a reggermi in piedi, fortunatamente Joyce non si era accorta di nulla così sorrisi per farle vedere che stavo bene.

"Non c'è bisogno, resto qua." risposi, non volevo tornare a casa senza di lui, non sarebbe lo stesso e poi volevo stargli accanto per alleviare un po' i sensi di colpa.

"Nadine tesoro, hai bisogno di riposare. Ci saremo io e Ash oppure Sonay con lui, non preoccuparti." mi disse con un'espressione preoccupata in viso, cercai di fare il miglior sorriso che potevo per convincerla.

"Sto bene Joyce, davvero. Voglio stare qui con lui." la rassicurai, Joyce ancora dubbiosa annuì e mi abbracciò nuovamente per salutarmi.

"A più tardi allora, se succede qualcosa chiamami okay? Ah e comunque ti sta davvero bene questa giacca di Zayn." disse prima di sorridermi e girare le spalle abbandonando l'ospedale.

THE BRIDE- Un amore incondizionatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora