Capitolo 29

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Ospedale indesiderato, interrogatori e film d'amore

🔺ATTENZIONE! Spoiler film: La memoria del cuore!🔻

Aprii gli occhi lentamente sentendo la mano di qualcuno accarezzarmi dolcemente i capelli e vidi il soffitto bianco, l'odore di disinfettante e caffè nell'aria era così forte che mi salii un senso di nausea, aprii la bocca asciutta accorgendomi di un leggero pizzico all'interno dell'avambraccio quando cercai di muoverlo, abbassai lo sguardo stranita notando una flebo attaccata alla sacca appesa nell'asta, mi accigliai quando mi accorsi di essere in ospedale.

"Piccola" mi richiamò dolcemente Joyce con voce bassa, alzai lo sguardo su di lei facendole un sorriso stanco e notai i suoi occhi lucidi, cercai di fare mente locale e ricordarmi cosa fosse successo quando le immagini di me svenuta dolorante davanti all'università mi tornarono in mente.

"Perché piangi Joyce?" Domandai a voce bassa quando lei si asciugò le lacrime, allungai la mia mano sulla sua e la strinsi debolmente per rassicurarla notando parecchi mazzi di fiori nella stanza.

"Tesoro, sono cinque giorni che sei qua e non davi segni di vita" disse lei facendomi sgranare gli occhi per quel che potevo, cinque giorni? Non mi ricordavo niente dopo lo svenimento, non sapevo nemmeno che giorno fosse e cos'avevo fatto in questi giorni ma soprattutto non capivo il motivo per cui ero qua.

"Come? Io non ricordo nulla" sussurrai debolmente, osservai il suo viso privo di trucco e la faccia stanca e mi domandai se fosse rimasta con me tutti e cinque i giorni qua.

"Dormivi tutto il giorno e se ti svegliavi, urlavi a causa degli incubi che facevi e i dottori erano costretti ad iniettarti dei calmanti per farti calmare e dormire nuovamente" mi spiegò lei con voce tremante, annuii ancora scioccata da ciò che mi aveva detto e cercai di muovermi con scarso risultato a causa della mia debolezza.

"Joyce, perché sono qua?" Domandai deglutendo, Joyce assunse subito un espressione seria e mi sorrise confortante cercando di mascherare la sua paura facendomi agitare. "Joyce..."

"Hai avuto un intossicazione alimentare abbastanza grave, Nadine" mi rispose lei accarezzandomi i capelli, ma se non avevo mangiato niente quel giorno? Lo sguardo di Joyce mi fece capire che c'era dell'altro ma che non voleva dirmelo, stavo per chiederle altro quando lei mi precedette.

"Sono venuti alcuni tuoi amici a trovarti sai? Niall, Louis, una ragazza dai capelli rossi che si chiama Natalie insieme a suo fratello Bryan, Santiago il tuo compagno, Sheerin, Liam e Zara. Eravamo tutti preoccupati per te."

Sorrisi sentendola, apprezzai molto il fatto che si fossero preoccupati per me e che fossero passati a trovarmi anche se io dormivo e non ricordavo nulla, il fatto che pure Bryan fosse venuto a trovarmi mi lasciò stranita ma non mi dispiacque, in senso non mi faceva ne caldo ne freddo la sua presenza, magari era venuto solo per accompagnare sua sorella. Pensai poi anche a Sheerin e a quanta strada aveva dovuto fare a causa mia e a tutte quelle persone che mi erano vicine, questa era una delle poche volte in cui mi rendevo conto di quanto era fortunata ad avere persone come loro nella mia vita.

"Che ore sono?" Domandai poi a Joyce quando vidi il cielo buio dalla piccola finestra dell'ospedale.

"Sono le undici e un quarto tesoro, come ti senti?"

"Debole e stanca, c'è qualcun'altra oltre te?"

Joyce annuì alzandosi. "Zayn, adesso te lo mando, io intanto vado ad avvisare la dottoressa che ti sei svegliata" disse lei facendomi annuire, uscì dalla stanza dopo avermi sorriso un'ultima volta e alcuni secondi dopo entrò Zayn senza nemmeno bussare, indossava una camicia bianca sbottonata in alto con degli eleganti pantaloni neri e il suo viso era incredibilmente bello come sempre ma stanco, sembrava che non dormisse da giorni e una parte di me fu egoisticamente contenta pensando che fosse la sua preoccupazione nei miei confronti ad averlo ridotto così.

THE BRIDE- Un amore incondizionatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora