Capitolo 33

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Conclusioni affrettate, compleanno Zayn e baci bisognosi

"Come..." m'interruppi guardandola ancora sconvolta, scossi la testa cercando di tornare in me, Meredith era terrorizzata e tratteneva a stento le lacrime ed io non ero d'aiuto. Una delle due doveva essere ottimista e doveva dire quella magica frase che illudeva tutti: andrà tutto bene.

"È successo quella sera al locale, dopo che siete andati via tu e il tuo ragazzo abbiamo ripreso a bere. Non ricordo nemmeno come siamo finiti a casa sua, eravamo così ubriachi che non abbiamo nemmeno usato le precauzioni" mi spiegò lei portandosi una mano sui capelli prima di guardarmi attentamente e scoppiare a piangere.

"Mededith" sussurrai tirandola a me abbracciandola forte, lei si aggrappò a me continuando a singhiozzare e a dire cose sconnesse che non riuscii nemmeno a capire così rimasi in silenzio accarezzandole la schiena rassicurante.

"Come cacchio lo dico ai miei adesso?" Domandò dopo un paio di minuti, tirò su col naso staccandosi e guardandomi in faccia, i suoi occhi blu erano spenti e impauriti, provai così tanta tenerezza per quella povera ragazza.

"Io credo che dovresti parlarne con Santiago prima" suggerii asciugandole le lacrime dal suo piccolo viso, lei sgranò gli occhi e scosse subito la testa.

"Non ce la posso fare" rispose con tono sconfitto, abbassò lo sguardo sui test di gravidanza sopra al mio letto. "Non si ricorda nemmeno cos'è successo."

"Lui è il padre Meredith, è giusto che lo sappia."

"Siamo due fottuti ragazzi che non si conoscono nemmeno, non posso andare lì e dirgli che sono incinta di lui come se nulla fosse" sbuffò irritata, si portò un pollice in mezzo ai denti e cominciò a torturarlo dal nervosismo.

Rimasi in silenzio a pensare, conoscevo abbastanza bene Santiago per poter dire che non mi sembrava uno di quelli che scappano dalle proprie responsabilità, solo non sapevo che tipo di reazione aspettarmi da lui. In fondo non era poi così grave la situazione a parer mio, ormai la laurea, quella che poteva essere un problema durante la gravidanza, era vicina e non c'era alcun rischio che uno dei due se la dovessero perdere ma ovviamente la laurea era l'ultimo dei problemi ora.

Pensai a come avrebbe detto ai suoi genitori che assettava un bambino, come avrebbero reagito i suoi? E come avrebbero reagito quelli di Santiago invece? E Santiago stesso cos'avrebbe fatto? Mi dispiaceva dirlo ma non avrei mai voluto essere nei panni della ragazza davanti a me.

"Io-... io non posso-..." cominciò a dire singhiozzando mentre io la incoraggiai con lo sguardo ad andare avanti. "Non voglio abortire."

Spalancai gli occhi scuotendo la testa. "No che non lo farai! Ascolta Meredith, è meglio se prima ne parli con Santiago, è una situazione che dovrete affrontare insieme e non da sola" dissi mettendole le mani sulle spalle.

"E se non lo volesse?"

"Non è da Santiago e poi è pur sempre" m'interruppi guardando le sue mani intorno al suo ventre e sorrisi. "Suo figlio, sono sicura che lo accetterà" la rassicurai con tono convivente.

"Ho veramente paura Nadine, e se mi ritrovassi da sola per strada senza una casa? Non mi meraviglierei se i miei mi dovessero cacciare."

"Non credo lo faranno, in ogni caso, non sei sola. C'è Santiago con te e ci sono io se hai bisogno, lo sai" affermai facendola sorridere, lei annuì prima di abbracciarmi di nuovo.

THE BRIDE- Un amore incondizionatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora