Capitolo 18

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Pranzo fuori, allucinazioni e incubi terribili

"Che significa?"

Rimasi immobile dietro Zayn insieme a Crystal nel passeggino quando un uomo di loro si avvicinò, gli aveva sicuramente mandati Jack, con le mani tremanti presi il mio cellulare dalla borsa per chiamare la polizia quando mi ricordai che era spento a causa della batteria.

L'uomo si tolse gli occhiali e sorrise lievemente allungando la mano verso Zayn che gliela strinse, rimasi confusa da qual gesto ma in parte mi sentii sollevata, almeno non ci avrebbero fatto del male. Ma allora chi erano?

"Loro sono della sicurezza" mi spiegò Zayn mettendosi un paio di occhiali neri da sole, l'uomo dai capelli neri e gli occhi scuri mi rivolse l'attenzione e sorrise porgendomi la mano per poi presentarsi.

"Signorina Malik, io sono Peter Hans, capo sicurezza" si presentò porgendomi la mano, tirai un sospiro di sollevo e sorrisi prima di stringergliela presentandomi pure io e chiedendogli di chiamarmi semplicemente Nadine, lui di risposta mi sorrise cordialmente e aprì la porta per farmi passare.

"Grazie" lo ringraziai per il suo gesto molto gentile e spinsi il passeggino davanti a me cominciando a camminare, Zayn mi seguì subito dopo affiancandomi, tirò fuori dalla giacca nera un pacchetto di sigarette; se ne portò una alle labbra e l'accese provocando una piccola nube di fumo.

"Perché hai messo tutti quei uomini di sorveglianza?" Domandai mentre continuammo a camminare, sapevo che centrava qualcosa con Jack ma mi era sembrato un po' esagerato tutti quelle persone per sicurezza; se lui voleva farmi qualcosa lo avrebbe fatto da tempo, erano passati tre mesi dal nostro incontro eppure di lui non avevo notizie se non per quella volta che lo vidi in mezzo al traffico, dubitavo del fatto che mi stesse realmente cercando.

"Per sicurezza, non si sa mai che può succedere con Collins nei paraggi" mi rispose continuando a guardare davanti a se, ci fermammo davanti alle strisce pedonali quando il semaforo divento rosso, mi guardai intorno notando parecchia gente nel centro sempre affollato di New York, non ero l'unica che voleva approfittare del bel tempo per uscire a fare una passeggiata.

Guardai nuovamente il semaforo ancora rosso, aspettai un paio di secondi finché scattò io verde, riprendemmo a camminare e ci avvicinammo al grande parco giochi, Crystal si svegliò cominciando a piangere così fui costretta a fermarmi sul marciapiedi per prenderla in braccio.

Gli slacciai la piccola cintura e la presi in braccio mentre lei continuava a piangere, la guardai stranita e le toccai la fronte per controllare che non gli fosse salita la febbre ma era normale, Zayn davanti a me si accorse della mia assenza e si girò verso di me.

"Non smette di piangere, ti dispiace spingere il passeggino? Io ho le mani piene" spiegai continuando a cullare la piccola che non cessava di piangere, Zayn in silenzio mi venne di fianco e prese il passeggino cominciando a spingerlo, Crystal non ne voleva proprio sapere di smettere di piangere così cominciai a preoccuparmi.

Quando le toccai il pannolino mi accorsi che era caldo e pesante, sorrisi teneramente capendo immediatamente perché stesse piangendo e mi guardai attorno, in giro non c'erano bagni pubblici se non quello che si trovavano all'interno del grande parco così decisi di raggiungerli.

"Devo cambiarla, per questo non smette di piangere" informai Zayn cominciando a camminare velocemente superandolo, raggiunsi i bagni entrando in quello dei bambini e chiusi la porta dietro di me.

Poggiai Crystal che aveva smesso di piangere e tirai fuori dal borsone un pannolino pulito e alcune salviette profumate. "Vediamo un po' cos'hai combinato" le dissi scherzosamente alzandogli la piccola gonna fin sotto al suo mento facendole fare un verso di approvazione sorridendo.

THE BRIDE- Un amore incondizionatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora