Capitolo 9

350 15 3
                                    

Central Park, segreti, incontri e università

Il mese d'agosto se ne andò velocemente dando spazio al nuovo mese di settembre che cominciava già a farsi sentire nell'aria. Le temperature erano cambiate, non notevolmente, ma si sentiva la differenza; l'aria afosa e soffocante che alleggiava a New York era scomparsa.

Le giornate passarono in fretta, la maggior parte del mio tempo lo dedicai ai gemellini che mi erano molto simpatici anche se ero sicura di stare antipatica ad Adam che non faceva altro che guardarmi male come faceva pure con Sonay, i due battibeccavano sempre e spesso dovette intervenire Joyce per potergli calmare.
Zayn passava la maggior parte del tempo in ufficio come sempre, si presentava raramente a casa durante i pasti, se non ricordo male l'ultima volta che mangiò a tavola con noi fu quando eravamo appena tornati dalla Francia. Non ci siamo più parlati, io provavo a salutarlo ma lui ricambiava solo con un veloce cenno col capo prima di uscire e tornare a notte fonda quando tutti dormivano.

Il risultato del test era positivo come avevo intuito quindi per metà settembre avrei cominciato i corsi e non vedevo l'ora. Mi mancavano davvero pochi passi alla laurea e alla realizzazione dei miei sogni, solo a pensarci cominciavano a tremarmi le gambe e mi sentivo eccitata, proprio come quando un bambino vedeva delle caramelle. Avevo faticato tantissimo per arrivare fino a questo punto e ora che mancava poco mi sentivo davvero esausta e non aspettavo altro che indossare quella toga con la laurea in mano.

"Nadine io sono pronta! Dove sono i marmocchi?"
Sonay comparse sulla soglia della mia porta con una salopette blu carina che la rendeva graziosamente tenera e goffa mentre ai piedi portava delle Vans nere e si era lasciata i capelli mossi ricadere sulle sue piccole spalle.

Quel pomeriggio mi aveva proposto di andare insieme al Central Park e io avevo accettato, mi avrebbe fatto piacere passare del tempo con lei e con i gemellini che si attaccarono a noi, alla fine Sonay dovette cedere per evitare che Chantal scoppiasse a piangere.

"Non chiamarli così Sonay." la rimproverai, "comunque credo siano di sotto aspettarci." conclusi la mia frase guardandomi un'ultima volta allo specchio.

Avevo scelto di mettermi una delle mie solite tute complete nonostante Sonay avesse cercato di convincermi di mostrare un po' di più le mie gambe perfette, non avrei mai tradito le mie fidate tute. Sul viso mi misi un po' di correttore per coprire le occhiaie che avevo sempre, applicai un po' di mascara sulle mie lunghe ciglia e sulle labbra il mio solito lucida labbra color pesca.

"Dovresti metterti un po' più spesso delle gonne." disse Sonay guardandomi attentamente, alzai gli occhi al cielo ridendo e uscì dalla mia camera chiudendo la porta dietro di me.

"Sai che non è il mio genere." le ricordai scendendo le scale insieme a lei sentendo in lontananza la voce dei bambini con Joyce.

"Hai un corpo magnifico! Perché ti ostini a coprirti con quelle tute?" chiese lei saltando l'ultimo gradino come un bambino di tre anni.

Per fortuna arrivò Joyce che mi salvò da quella specie di tentativo di soggiogarmi. "Divertitevi ragazze e non fate tardi miraccomando. State attente ai bambini e se vi di-.."

Sonay interruppe la madre. "E se vi dicono di lasciargli la mano voi non fatelo perché se no non li trovereste più e bla bla bla." disse con tono annoiato cercando di imitare la madre prima di uscire. Scoppiai a ridere e salutai Joyce prendendo la mano di Chantal e quella di Adam che mi diede solo dopo aver sbuffato e imprecato a bassa voce. Tutto suo fratello.

Central Park chiamato anche il polmone verde era il più grande parco nel distretto di Manhattan, a New York. Si trovava al centro tra i due quartieri residenziali, l'Upper West Side e l'Upper East Side e a quest'ora era così affollato che strinsi forte la mano a entrambi i bambini per paura di perdergli.

THE BRIDE- Un amore incondizionatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora