Capitolo 34

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Il sole proietta i suoi raggi su tutta la città per riscaldarla dal vento che soffia da giorni e raffredda l' umore della gente.
È una giornata perfetta per cimentarmi nella fotografia con la Canon in giro per Seoul, anche perché i ragazzi sono come sempre impegnati nel lavoro.
Spero che prenderanno una breve pausa dopo la dura fatica che stanno ancora facendo.
Porto con me anche lo sketchbook con le matite, non si sa mai.
L' autunno, portatore del primo freddo, delle foglie rosso fuoco, della pioggia che bagna le strade e crea delle pozzanghere, in cui il cielo si specchia.
I miei obiettivi iniziali saranno gli alberi, mi convinco dentro, e scatto alcune foto.
E io che consideravo la fotocamera del mio telefono 'la vita': le immagini sono chiare e i colori nitidi, non ho il coraggio di cancellare le foto con lo stesso soggetto perché mi piacciono tutte quante.
C' è un parco giochi a qualche passo più avanti e decido di entrarci, sedendomi sulla prima panchina che trovo libera.
I bambini corrono e giocano in gruppo felici, scambiandosi qualche piccolo dispetto, mentre le loro madri parlano tra loro, osservando i loro cuccioli che si divertono.
Scatto due o tre foto a quei piccolini tanto carini e teneri, senza farmi accorgere dalle madri, non voglio essere presa per una stalker o un' agente segreto che fornisce informazioni ad una compagnia di criminali.
Faccio qualche scatto qua e là, finché non sento una bambina piangere, seduta sull'erba, con le mani si copre il viso.
Nessuno si avvicina a lei, quindi entro in scena andando in suo soccorso, senza essere invadente.
Il suo sguardo è rivolto verso di me.
-"Piccola, ti sei fatta male?"
Tira su con il nasino.
-"I..i miei...amici...mi hanno la..lasciata sola..."
Do un'occhiata intorno.
-"Dov'è tua mamma?"
-"È andata a fare un servizio, mi ha detto che tornerà presto."
Quale madre lascerebbe la propria figlia da sola, in un luogo frequentato da chiunque, a maggior ragione se è piccola e indifesa?
L' avrà affidata alle altre mamme, può essere, ma nessuna si accorgerebbe di ciò che potrebbe succedere, le loro conversazioni sono più importanti, giusto.
Ok basta con gli sfoghi mentali.
Sistemo i capelli della bambina e le prendo la mano esile e curata.
-"Ti va di aspettare con me la tua mamma?"
Annuisce col capo e sorride.
-"Dimmi, come ti chiami?"
-"Mi chiamo Sun-Hi. Anche io voglio sapere il tuo nome!"
Sorrido. Vorrei tanto tornare bambina, avere la stessa spensieratezza e l'ingenuità di quell'età bellissima.
-"Yubi."
Fa un inchino e io faccio lo stesso, è molto educata, forse la madre è una persona che tiene alla disciplina della sua piccola e a renderla carina agli occhi della gente.
Indossa una salopette di jeans con una maglia rossa, un giubbotto dello stesso materiale della salopette e delle scarpette da ginnastica.
-"Guarda Yubi!"
Indica una palla abbandonata nell' erba, ha bisogno della nostra compagnia.
-"Giochiamo? Ti prego!"
Ci alziamo, prendiamo la palla e facciamo qualche tiro di calcio, alternando a lanciarla con le mani.
Sun-Hi è una bambina meravigliosa, dolcissima e giocherellona, non capisco proprio perché quei bambini si siano allontanati da lei.
I suoi capelli lunghi e corvini danzano nell' aria insieme a lei, con quelle labbra piccole che sorridono, gli occhi dal taglio allungato catturano la luce del sole che le trasmette gioia, le sue mani che afferrano decise la palla, la giacca che si muove seguendo il procedimento di quella coreografia.
Ormai stanche, ci sediamo su una panchina.
-"Che cos'hai lì dentro?"
Guarda la mia borsa, è davvero una curiosona.
Le mostro tutto ciò che ho dentro.
-"Questo a cosa serve?"
-"È una specie di quaderno, lo uso per disegnare."
-"Posso guardare?"
Le passo il mio sketchbook e, molto attentamente, sfoglia le pagine.
-"Chi sono?"
Si ferma al disegno in cui raffigurai per la prima volta i ragazzi mentre ballano.
-"Sono i miei amici, gli ho disegnati come se fossero un cartone animato."
-"Mi piacciono!"
Va avanti con le pagine, finché...
-"Chi è lui?"
Mi avvicino a lei per vedere meglio e davanti a lei c' è il ritratto di Yoongi, lo stesso che mi aveva chiesto di fare al parco, vicino al lago delle carpe.
Mille farfalle svolazzano nel mio stomaco, sfiorandone le pareti con le loro ali.
-"È una persona importante."
Annuisce sorridendomi.
-"Sun-Hi!"
Una donna richiama la nostra attenzione.
-"Mamma!"
La piccola mi restituisce lo sketchbook e corre verso sua madre, abbracciandola, poi la prende per mano e la porta davanti a me.
-"Mamma, lei è Yubi, è stata molto gentile con me, non resterò più con quei bambini!"
La donna, giovane e dalla figura slanciata, si inchina, io mi alzo dalla panchina.
-"Perdonami, avrei dovuto portarla con me, ti ho scaricato addosso mille responsabilità e..."
-"Non si preoccupi, mi piace fare del bene al prossimo, sua figlia è una bambina educata e bellissima, mi sono divertita con lei."
Sorride e si inchina per la seconda volta.
-"Per favore, dammi del 'tu'. Io sono Kyung-Mi."
Parliamo per tutta la mattinata, fino a quando non si fa l' ora di pranzo.
-"Ci rivedremo?"
Mi chiede Sun-Hi speranzosa.
-"Certo che potremo rivederci, la mattina passeggio sempre e passerò di qui per vederti."
Fa un balletto vittorioso e mi abbasso per abbracciarla.
-"Promettimi che ascolterai sempre la mamma e farai la brava, va bene?"
-"Te lo prometto."
Le tocco il nasino e mi rialzo sorridendo a lei e a Kyung-Mi, le saluto e torno a casa felice.
Dopo aver aperto la porta d' ingresso sento delle voci che provengono dalla cucina: Yoongi e Jimin stanno mangiando.
-"Yubi!"
Yoongi si alza e io, non badando al fatto che stessi per cadere, mi fiondo su di lui e gli do un bacio.
-"E a me non saluti?"
Mi stacco da Yoongi e vado ad abbracciare Jimin, dandogli un bacio sulla guancia e scompigliandogli i capelli rosso fragola.
Prendo una ciotola e mi preparo del ramen confezionato, mi siedo e mangio con loro.
-"Cosa hai fatto oggi?"
Mi chiede Jimin.
Racconto tutto ciò che è successo questa mattina e si conseguenza la mia ciotola è ancora piena di noodles.
-"Quindi te la cavi con i bambini.."
-"Non tutti Yoongi..ehm volevo dire Suga, non tutti."
Sorride e, mentre finisco di mangiare, mi guarda.
-"La smetti di osservarla?!"
Penso che lo spirito di Hisui si sia impossessato di Jimin.
-"Che ci posso fare.."
Risponde Yoongi sorridendo.
Non mi resta altro che cambiare discorso.
-"Rimarrete qua oggi pomeriggio?"
-"No, siamo venuti solo per farti compagnia, mi spiace che tu debba rimanere da sola."
-"Jimin, da quando sei così premuroso?"
Mi guarda serio.
-"Ok Ok, ho capito."
Mio fratello va a riposarsi un po' nella sua stanza, mentre io e Yoongi siamo stesi sul mio letto..a riposarci.
Le tapparelle sono abbassate, il sole non ha il diritto di osservarci mentre siamo accoccolati.
-"Ti amo piccola babysitter."
-"Da dove esce questo appellativo?"
Lo guardo anche se non vedo niente e scoppiamo a ridere.
-"I bambini hanno bisogno di te."
-"Contaci."
Mi da un bacio sulla fronte e poggio la testa sul suo petto.
-"Ehi, non ho finito!"
Mi bacia sulle labbra.
-"Ti adoro Suga."

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Buonasera, perdonatemi se non ho potuto aggiornare in questi giorni, ma la scuola mi sta uccidendo.
Spero che vi piaccia❤❤❤❤❤❤

Non è un sogno~Min YoongiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora