2- Sconosciuti

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Percorro il corridoio a grandi passi fino a raggiungere la camera indicatami poco prima. Alle mie spalle sento comunque la presenza di qualcuno, mio padre ma in questo momento sono troppo irritata per voltarmi e controllare.

Varco la soglia della camera, i muri sono di un bianco sfavillante, l'unica cosa che la rende vagamente abitale è una misera tendina a fiori dinanzi alla finestra in legno scuro abbinata al parquet. C'è un grande armadio bianco dall'aria vecchia e malconcia che pare essere sopravvissuto da chissà quale battaglia a giudicare dai graffi e tutto lo scotch che lo tiene insieme. Al centro della camera invece vi si trova un letto privo di testiera, ha solo la branda e il materasso coperto da un piumone rosa.

"Possiamo andare a scegliere i mobili insieme questo pomeriggio, volevo che fosse di tuo gusto." Una parte di me si rasserena del fatto che abbia almeno pensato di arredarla, il primo pensiero che ho avuto entrando è stato che questa fosse la mia camera e che dovevo ringraziare ad avere un letto che sembrava tale. Il secondo che probabilmente sarei finita come cenerentola a lavare i pavimenti con uno spazzolino.

"Non ho bisogno di altri mobili." rispondo duramente, in realtà mi farebbe comodo almeno una scrivania e un armadio che non sembri voler crollarmi addosso da un momento all'altro ma l'idea di passare il pomeriggio con lui, sopratutto adesso, non vi va proprio giù. Poggio la valigia sul letto che cigola fastidiosamente sotto il suo peso.

 Ha passato tempi migliori anche lui a quanto vedo.

"Taylor, per far funzionare questa cosa devi darmi una possibilità. Pensi di evitarmi per un intero anno? O di rispondermi come hai fatto prima? Non posso far finta che vada bene così." risponde cercando di risultare conciliante ma deciso. Mi volto verso di lui, le mie labbra sono strette in una linea dritta e anche se riesco a vedere la mia espressione posso immaginare che non sia esattamente serena e rilassata.

"Non è davvero il momento per fare il padre dell'anno. Mia madre è appena andata dall'altra parte del mondo, io mi ritrovo in una casa piena di estranei dove non mi sento minimamente a mio agio e con cui non c'entro nulla e tu l'unica cosa che sai dire è: finalmente insieme? Preferirei chiudermi in una buca con una mitraglia piuttosto che essere qui con te a comprare mobili." ribatto atona continuando a guardarmi intorno. All'angolo sopra la finestra, noto della macchie che prima mi erano sfuggite sul muro, questa stanza fa schifo e non capisco perché devo stare qui quando ho la mia bella camera a casa mia.

"Io non sono un estraneo, sono tuo padre e capisco che forse devi ambientarti ma sto facendo di tutto per farti sentire a tuo agio, voglio che tu ti senta a casa sono tornato per te. Anche per Marie e i ragazzi non è facile, sono in una città nuova dove non conoscono nessuno e mi hanno seguito appunto perché vogliono essere una famiglia." risponde come se fosse la cosa più normale del mondo. Corrugo la fronte il suo ragionamento mi disturba, mi inquieta ma sopratutto mi irrita. Sapevo non avrebbe funzionato.

"L'ultima volta che ti ho visto eri in un centro di riabilitazione per la tua passione con la cocaina e le segretarie bionde.  Un anno sei stato li dentro, e quando sei uscito hai avuto la fantastica idea di trasferirti a Londra dove hai trovato la tua nuova famiglia. Sai quanti anni sono passati? quattro. In quattro anni non ti sei mai fatto vedere se non tramite un computer, non sei neanche venuto a salutarmi prima di trasferirti e nemmeno prima eri un padre troppo presente. Sei un estraneo tanto quanto loro." sputo acida.

 Ho perdonato ogni suo errore. Non è mai stato un padre modello, da quel poco che ricordo era sempre impegnato con il lavoro. Almeno così diceva, non faceva altro in realtà che drogarsi e andare a letto con la segretaria, a volte qualche escort finendo per far sparlare tutto il quartiere.

Non era una bella persona ma era mio padre. Per quanto odiassi ciò che facesse e ciò che sentivo sul suo conto c'era sempre questo legame con lui. Ma ha deciso di abbandonarmi, andare via mentre io aspettavo come una stupida che finalmente con la testa apposto fosse pronto ad essere un padre come tutti gli altri.

Amori Sbagliati (H.S)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora