5-Profumo al cocco

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La fermata della metropolitana dista solo tre isolati dalla casa di Jamie O'connel colui che ha organizzato la festa e in circa una decina di minuti ci ritroviamo in una calca di auto e gente con il sottofondo di una musica elettronica a indicarci di essere arrivati.

"Però, c'è davvero molta gente." borbotta Leon osservando le varie sagome accalcarsi negli interni dell'abitazione ma anche in giardino, probabilmente c'è gran parte della scuola. Di certo tutto l'ultimo anno. Mi basta vedere la gran fila di auto per capirlo.

"Cerchiamo di non perderci, ma se dovesse capitare ci incontriamo al piano superiore, difronte al quadro di famiglia a mezzanotte. Non potete non vederlo è enorme, capirete subito di che si tratta." il quadro è sempre stato il punto di riferimento in ogni festa in questa casa. A volte quando la gente diventa troppa chiudono la porta principale ed è complicato raggiungere il cancello perciò è l'unica zona in cui non si può sbagliare visto che il ritratto misura circa i due metri di altezza e raffigura l'intera famiglia come dei nobili di altri tempi. Sicuramente non è un qualcosa che passa inosservata.

I due annuiscono senza aggiungere altro, Harry al contrario di stamattina sembra essere subito molto a suo agio nell'ambiente, infatti pochi minuti dopo si è già dileguato al contrario di Leon che si guarda intorno spaesato e anche contrariato dal fatto che Harry abbia avuto la brillante idea di lasciarlo solo.

Lo afferro per mano, sobbalza al contatto e mi rivolge un'occhiata confusa. Lo rassicuro con un sorriso e gli faccio cenno di venire con me. Quando troviamo i miei amici e ci sediamo in angolo del divano vicini, si rassicura del fatto che non intenzione di abbandonarlo tra la folla a cavarsela da solo e inizia a lasciarsi andare alla chiacchiere come aveva fatto la mattina stessa insieme a Jeremy e Stacey con cui sembra aver simpatizzato maggiormente.

"Ne manca uno ho sbaglio?" mi sbeffeggia Drake. Indicando con il mento squadrato e ispido per via della barba di qualche giorno, Leon.

"E' qui in giro. Sono ok, smettila di fare lo scorbutico." rispondo di rimando. Non conosco nessuno dei due se non per le poche ore passate insieme ma c'è qualcosa che mi spinge a fidarmi, sono rassicuranti in quella casa troppo perfetta e in quella mia nuova famiglia invece troppo imperfetta.

"Non regalo la mia fiducia." ribatte secco freddandomi con i suoi scuri. So che non lo fa, lui deve studiarle le persone, capire i punti deboli e quelli di forza prima di rivelare una singola parte di sé.

"Dovrai farci l'abitudine, mio padre non mi lascerà andare in giro da sola per il momento. Non si fida." sbuffo contrariata. Lui dovrebbe essere l'ultima persona al mondo a negarmi la fiducia ma a quanto pare non la pensa così e io devo sottostare a tutto questo.

"Come se la loro presenza potesse cambiare qualcosa. Sbaglio?" inarca un sopracciglio e mi rivolge un occhiata furba con tanto di sorrisino sardonico sulle labbra umide e carnose.

"Continuerò a fare come mi pare." gli confermo atona. Ridacchia divertito prima di prendermi per mano e attirarmi sopra le sue ginocchia, mi solleva come con una sola mano come se pesassi quanto la gomma piuma.  

E' così mentre la musica sembra diventare sempre più alta, il suo profumo al cocco che mi ricorda l'estate appena trascorsa mi avvolge insieme alle sua braccia toniche e massicce. Strofina il naso contro il mio collo mentre la sua mano ruvida percorre per tutta la lunghezza il mio braccio fino a raggiungere la mia mano.

Il suo tocco è ruvido frettoloso di giungere ad una conclusione, non è paziente e non lo nasconde.

Pochi minuti e le labbra sono sul mio collo, dove lascia una scia di baci umidi partendo dallo scollo tondo e poco profondo della maglietta fino ad arrivare alla mia bocca. Non mi è totalmente indifferente, ma non sono neanche presa come lui e probabilmente non lo sarò circondata da tutto questa gente.

Amori Sbagliati (H.S)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora