6-situazione compromettenti

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I primi timidi raggi di sole delle sette iniziavano a par capolino dalla finestra destandomi dal mio sonno.

Mi lamento infastidita, maledicendomi per non aver ricordato di chiudere la tenda. E' ancora troppo presto per mettersi in piedi ma so già che anche volendo tornare a dormire non mi sarà possibile.

Rassegnata mi tiro a sedere sul letto stropicciandomi gli occhi cerco a tentoni le ciabatte e mi trascino verso il bagno dove rinfresco il viso e lavo i denti per darmi una svegliata. La casa è molto silenziosa, segno che probabilmente sono ancora tutti a letto visto che è domenica e che siamo andati a letto abbastanza tardi.

Torno in camera, mi cambio e decido che è proprio ora di mettere apposto la mia roba, domani inizierà la scuola e fin quando non avrò ripreso il ritmo con le lezioni dubito avrò molto tempo da perdere in questo.

Ovviamente non avrei dovuto farlo se fossi rimasta a casa mia.

Piego e appendo ogni abito nei miei bagagli, fortunatamente non sono una che ha molti vestiti, altrimenti credo avrei lasciato tutto in valigia fino al prossimo anno. Nonostante mi piaccia l'ordine sono molto pigra nel fare le cose per questo cerco di mantenerlo il più a lungo possibile.

Terminato con i vestiti, approfitto di alcuni chiodi già affissi alla parete, appendo alcune delle mie tele preferite.

Non so quanto le mie opere possano oggettivamente essere belle a gli occhi degli altri, ma alcune in particolare mi trasmettono delle sensazioni, mi ricordano cosa mi ha spinto a dipingerle e mi piace averle intorno perché mi fanno venire voglia di prendere il pennello in mano e provare ancora una volta a catturare come in una foto ciò che voglio ricordare però con un dipinto.

E' la mia arte, non deve essere capita o apprezzata per forza.

Avere la mie opere intorno mi rende subito più tranquilla, donano calore a questa camera che finalmente riesco a sentire come un posto davvero accogliente.

Guardo gli scatoli con le mensole, vorrei mettermi a poltrire sul letto, ma non ho la minima voglia di passare la giornata con Carlos ad appenderle perciò faccio un'ultimo sforzo e inizio a scartarle.

Dopo un'accurato controllo evinco che devo fare dieci buchi sul muro per appenderle perciò dopo aver preso le misure e aver segnato con una matita il punto da bucare mi metto alla ricerca di un trapano.

Conoscendo mio padre non impiego molto a trovarlo, è un tipo abitudinario e smemorato perciò tiene sempre le cose nello stesso posto per non dimenticarle. Gli attrezzi infatti li trovo sotto il lavandino in una cassetta apposita, anche quando era a casa li teneva lì, non è stato poi difficile.

Sorrido vedendo il trapano stretto nella mia mano destra fasciata dal guanto di protezione.

"Buongiorno 'famiglia' state per avere un dolce risveglio." borbotto tra me sorridendo divertita, chissà che penseranno di tutto il fracasso. Ma del resto sono le otto e trenta passate è ora di svegliarsi o almeno così dice sempre mia madre.

Ritorno in camera e dopo essermi accertata che tutto sia corretto inizio con i primi fori, Devo ammettere che faccio più rumore di quanto avessi immaginato nella mia testa ma ormai è fatta e procedo con tutti i fori.

"E' mattino." sento dire alla mie spalle non appena spengo il trapano. "E potevi farti male, non sono giocattoli." biascica con voce ancora assonnata mio padre.

"Se ti fossi ricordato prima di me sapresti anche che so come usare un trapano. Ho aspettato che fossero almeno le otto e mezza questo è il massimo del mio riguardo."

"Taylor, per favore smettila di ripeterlo non è così, ti chiamavo sempre eri tu a non volermi parlare."

"Capirai che sforzo." rispondo con irritazione posizionando i tasselli e infine le vite con più forza del necessario, non capisce niente quest'uomo. Non sa vedere oltre il suo naso, ha ragione lui e basta e le mie ragioni che sono tante sono totalmente inutili.

"Come hai trovato il trapano?" domanda cambiando discorso.

"Metti sempre le cose allo stesso posto, anche a casa lo tenevi sotto il lavandino sono andata ad intuito." rispondo posizionando l'ultima mensola sui ganci.

"Tua madre è arrivata, ha detto di chiamarla. Stavo pensando che domani che potrei accompagnarvi io a scuola." propone in attesa di una mia risposta.

"Ho finito l'asilo da un pezzo, e non ho voglia di alzarmi un'ora prima per rimanere imbottigliata nel traffico solo perché vuoi fare il papà dell'anno." ribatto più acida di un limone togliendo dallo scatolo tutti i miei pennelli e i miei colori e disponendoli pian piano sui vari ripiani.

"Concetto afferrato. Li hai fatti tu?" domanda indicando le tele che ho appeso, probabilmente avrà fatto due più due con i colori e i pennelli.

"Si." rispondo atona facendogli intuire che non è un argomento che ho voglia di trattare con lui, non voglio inquinare nulla con i suoi commenti idioti so bene cosa pensa dell'arte e degli artisti.

"Bene, vado a cambiarmi allora." risponde scoraggiato dal proseguire con le domanda voltando finalmente le spalle per dileguarsi. Finisco di mettere apposto le ultime cose rimaste.

Alla fine la camera non è venuta poi così male, potrei adattarmici. Soddisfatta del mio lavoro mi getto sul letto componendo il numero di mia mamma. Parlare con lei mi mette subito addosso un po' di malinconia per via della distanza e della nostalgia delle nostre abitudini ma almeno con lei faccio finta di nulla e le dico che tutto sommato non è tanto male qui.

Non voglio che si preoccupi inutilmente ora che è lontana.

Quando chiude la telefonata, resto un po' malinconica a contemplare il soffitto e la brutta macchia nell'angolo della mia camera fin quando un sarcastico Harry non piomba nella mia camera, senza bussare e spalancando la porta.

"Che peccato avrei tanto voluto trovarti in qualche situazione compromettente oppure certe cose non le fai?" borbotta con sarcasmo, usando gli stessi modi che ho usato io ieri entrando nella sua camera "E' pronta la colazione." mormora.

"Certi 'incontri' privati, li ho solo nella vasca da bagno, in caso volessi venire a guardare." rispondo divertita con un occhiolino prima di uscire dalla mia camera. Con la coda dell'occhio lo vedo scuote la testa con un sorriso divertito in volto, sa essere divertente nonostante sia molto silenzioso, sopratutto tra gli altri e nonostante, i modi scontrosi che ha usato alla pista da Skate sembra essere anche gentile.

Siedo al mio posto, e distrattamente presto attenzione ai loro discorsi spiluccando dei pancake al burro d'arachidi e del succo d'arancia mantenendo il mio rigoroso silenzio per poi rinchiudermi in camera a cercare l'ispirazione per terminare il mio quadro che purtroppo non sembra in alcun modo arrivare. Più penso alla mostra, al fatto che dovrò esporre in pubblico, con il mio nome quei quadri più la mia agitazione soffoca qualsiasi tipo di creatività.

Resto li fino all'ora di pranzo quando mio padre mi viene a chiamare. Francamente avrei preferito nuovamente Harry, una delle sue battutine, o risposte sarcastiche e fuori luogo a quel noioso di mio padre, sarebbe stato quantomeno stimolante.

"Stanotte hanno trovato una ragazza uccisa nel parco, il pensiero che poteva essere qualcuno di voi mi fa accapponare la pelle, non è il caso di girare la sera da soli in una città così grande che non conoscete." pigola preoccupata Marie riponendo il giornale sulla mensola in marmo scuotendo apprensiva la testa.

"Preferisco correre il rischio che rinchiudermi in casa, non ti azzardare nemmeno a proibirmi di uscire, l'ho sempre fatto e queste cose succedono da sempre. Ne è la prova il tour degli orrori." rispondo prontamente bloccando mio padre e il suo discorso sul nascere.

"In realtà quello che avevamo in mente è quello di darvi l'auto per uscire a patto che tu sia responsabile. Ma se la cosa non ti aggrada..." lascia la frase in sospeso mentre i miei occhi guizzano attenti su di lui.

"A ripensarci, di notte questa città è proprio un brutto posto. Altri cinque minuti e avremmo visto da vivo Jack lo squartatore." simulo una voce preoccupata con tanto di teatrale mano sul petto mentre lui scuote la testa per la battuta a suo dire macabra.

"Perfetto allora, oggi visto che siamo tutti insieme andremo a fare un giro a Central park che ne dite?" Marie e Leon sembrano subiti entusiasti all'idea mentre Harry si limita ad annuire indifferente io invece cerco di convincerli a lasciarmi qui ma con scarsi risultati.

E' la prima uscita con la famiglia e io a quanto pare ne faccio parte anche se sono contraria. 

Amori Sbagliati (H.S)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora