15- Harry

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Alle nove, il sole è già alto. Strano visto che ormai le giornate sono sempre più grigie e fredde. Quest'anno l'autunno non sembra essere in vena di regalare molte giornate di sole ma sono contenta di poterne approfittare. Per quanto detesti il caldo torrido, non mi dispiace il sole invernale, luminoso e allegro.

Canticchio per la cucina sotto voce cospargendo l'ennesimo cracker con il burro d'arachidi per poi posizionarlo delicatamente e con molto attenzione sulla guancia di Harry che ha avuto la cattiva sorte di addormentarsi sul divano. Continuo la mia opera con minuziosità finché non vengo interrotta da mio padre e Marie.

"Taylor, non è carino!" mi reguardisce mio padre mentre Marie trattiene a stento una risatina facendogli cenno di sedere al tavolo.

"Sai cosa non è carino? Andare in giro con una macchia rossa a forma di biscotto in fronte perché il cretino ha avuto l'idea geniale di attaccarmici sopra un Oreo alla menta mentre dormivo che ha avuto una strana reazione con la mia pelle." rispondo ricordando lo scherzetto di ieri che Harry ha pensato bene di farmi e che mi ha costretto ad andare per ore in giro con una brutta macchia sulla fronte. Completata la mia opera per tutta la sua faccia mentre Marie e mio padre continuano a ridacchiare lo butto giù dal divano. Sobbalza come un gatto e quando di porta una mano sul viso se la impiastriccia tutta con il burro d'arachidi.

"Ma che diavolo è?" borbotta fra se avvicinandosi allo specchio per capire cosa ha subito la sua povera faccia. Inizia a borbottare andandosi a lavare e io soddisfatta mi siedo al tavolo per fare colazione, infondo queste colazioni di famiglia non sono così male, sopratutto perché Marie è un'ottima cuoca. 

"Vedi che alla fine ti diverti anche a stare qui?" dice orgoglioso mio padre sorridendo affettuoso e stringendomi in gesto d'impulso la mano. Lo freddo con lo sguardo, ritirando a disagio la mano e scuoto la testa per nulla convinta della cosa.

"Preferirei comunque essere altrove." chiarisco prontamente e lui sospira amareggiato e avvilito. Avrei potuto lasciar correre almeno stavolta ma, è più forte di me non riesco a fargliene passare nemmeno una.

Mio padre, attende che siamo tutti intorno al tavolo prima di annunciare che domattina partiremo per una gita misteriosa in occasione del mio compleanno.

"Io non voglio fare un gita per il mio compleanno, sopratutto con voi." sbotto sinceramente, non può fare come sempre sganciare un po' di soldi con un biglietto e basta? 

"Ormai è tutto organizzato."  mormora stringendosi nelle spalle, è davvero un maledetto stronzo e lo odio.

 Provo a replicare ma ogni mio tentativo risulta vano perfino far leva sui sensi di colpa non funziona e alla fine mi tocca rassegnarmi al fatto che passerò un pessimo compleanno.

Subito dopo la colazione mio padre e Marie escono di casa il primo per recarsi in ufficio la seconda per fare la spesa e io decido di rinchiudermi in camera mia e finire di imballare il dipinto per spedirlo a mia madre questo stesso lunedì. 

Passano però pochi attimi di solitudine prima che Harry  fresco di doccia piombi in camera mia mentre con un asciugamano toglie l'eccesso d'acqua dai ricci. indossa i pantaloni, sbottonati come sempre dal quale si vede a stento l'elastico delle mutande e null'altro. Getto un'occhiata rapida al suo corpo ben proporzionato e asciutto per poi concentrarmi su di lui e ciò che ha dirmi.

Mi rivolge un sorrisino ambiguo e si poggia allo stipite della porta con l'asciugamano intorno al collo.

"Stasera c'è una festa. Vieni con me?" domanda con un certa soddisfazione nella voce.

"Si sono invertiti i ruoli? Che festa è?"

"Una di quelle che piacciono a noi. Ti va o devi uscire con Alex?" chiede in attesa di una risposta e nonostante abbia già un'appuntamento con Alex non ci penso due volte ad accettare. Lo faccio istintivamente e dubito che se a chiedermelo fosse stato qualcun'altro avrei fatto altrettanto.

Amori Sbagliati (H.S)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora