29- sei una palla al piede

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Papà non è felice di questa gita, nemmeno un po' non gli sembra una buona idea mandarmi a sciare con un gruppo di ragazzini senza alcuna supervisione di adulti ma alla fine ha ceduto pur rimanendo contrariato.

Credo che la sua paura più grande sia che finisca come lui o peggio che conosca qualcuno come lui. Non l'ha mai detto apertamente ma l'ho capito comunque.

Fin da bambina la nonna mi diceva sempre che ero capricciosa e dispettosa come mio padre ma che infondo avevo il cuore dolce come mia madre che perdonava sempre tutti. E forse è per questo che tentano in tutti modi di proteggermi dagli altri non capendo che ormai sono grande e che ho diritto di commettere i miei errori ma sopratutto che non sono la Pollyanna di Brooklyn e che so come cavarmela.

Mi sono presa il mio tempo con Harry, ho cercato di passare ancora una volta più tempo possibile fuori casa, e quando sono con lui cerco di mantenere una distanza di sicurezza convincendomi che la mia fissa è solo voglia di sperimentare qualcosa di proibito e inarrivabile perché se fosse stato diversamente non mi sarei trovata tanto bene con Alex.

Ora di prospettano tre lunghi giorni sulla neve e conto di concentrarmi il più possibile sui miei amici anche se nel cuore porto la nostalgia della vacanze in montagna di ormai un mese e mezzo fa.

Arriviamo all'hotel prescelto, uno di quelli non troppo frequentati e nemmeno troppo curati che ha offerto un buon prezzo e che fosse in una zona accessibile alla neve. E'già preso d'assalto da molti nostri coetanei che però conosco appena. Scorgo qualche volto conosciuto e noto che quest'anno hanno aderito proprio in tanti.

"Con chi sei in camera, tu?" domanda Harry.

"Con Irina e Drake tu?"

"Cody, Michelle e Zack." faccio una smorfia, al posto suo mi sarei sotterrata nella neve sperando nell'ipotermia ma lui non sembra trovarsi male.

"E' stato carino Alex ad accompagnarci." mormora ironico, per tutto il viaggio non ha fatto altro che troncare qualsiasi tipo di conversazione provasse a fare cortese, risultando anche un po' sgarbato ma Alex fortunatamente non è un tipo che se la prende e ci è passato sopra.

"Preferivi venire qui in metro? Sai quanti cambi avremmo dovuto fare?"

"Poteva accompagnarci Carlos. Quel tizio è così appiccicoso, non so come lo sopporti."

"Non è vero, e sono io che gliel'ho chiesto. Poi parli proprio tu che hai Charlotte sempre addosso come una zecca. Compare all'improvviso ed è parecchio inquietante." mormoro.

"Ci siamo lasciati, lei non voleva venissi, io ne avevo fin sopra i capelli ed è finita."

"Che tempismo, peccato tu abbia Michelle in camera che non ti farà combinare niente nemmeno per sbaglio." ridacchio prendendolo in giro.

"Per questo era tanto affranta oggi?" continuo.

"Si, è disperata. Ma del resto tu faresti se ti mollasse uno così?" domanda indicandosi da bravo narcisista qual'è.

"Una festa di quartiere, un pellegrinaggio in Perù, il cammino di Santiago de Compostela. Forse tutte e tre." mormoro con serietà facendolo corrucciare. E' sempre uno spasso prenderlo in giro.

"Ma tanto a parte noi della scuola non c'è nessun'altro in questa bettola. Spero che le stanze siano meglio della Hole o dormiremo tra gli scarafaggi che a quanto so, non sono certo un afrodisiaco." mormora contrariato guardando lo stile anni ottanta dell'hotel che ha tratti ha anche dell'inquietante.

Irina mi arriva alle spalle seguita di qualche passo da Drake che sbuffa già come una vecchia ciminiera. Sarà arrivato qui da cinque minuti al massimo e già sembra scocciato come al solito. Sembra uno di quei vecchi brontoloni che si lamentano per tutto.

Amori Sbagliati (H.S)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora