Annoiata, stanca e con i piedi doloranti mi trascino in macchina sciogliendo lo chignon e togliendo tutte le forcine che dopo dieci lunghe ore iniziano a formare dei veri e proprio buchi nella mia testa e getto via le scarpe che mi hanno troncato le caviglie.
"Sembri una bambola voodoo piena di spilli." mormora Leon mentre continuo a passargli le forcine. Stamattina i capelli sembravano impazziti non c'era verso di farli stare fermi e questo è il risultato.
"Taylor, ragazzi queste potrebbero essere le vostre vite un giorno se continuerete a studiare." dice orgoglioso mio padre. Adora il lavoro.
Lo stress dato appunto da questo lavoro l'ha portato a drogarsi, a mandare all'aria tutto eppure continua ad amarlo e cercare di convincerci tutti a far parte di questo modo di numeri e imprese. E' assurdo, ma lui non la pensa allo stesso modo, il suo lavoro l'ho fa sentire importante e realizzato e non riuscirebbe a stare senza. Il suo ego ne patirebbe troppo.
"Non verrò mai più ad una cosa simile, chiuso, finito." chiarisco fermamente sbuffando contro lo schienale dell'auto.
Mio padre ridacchia sotto i baffi e io ribadisco il concetto che non mi farò più trascinare in tutto questo. Il telefono squilla sorrido istintivamente quando vedo che si tratta della mamma e senza esitare rispondo sopratutto perché mi allarma il tardo orario della chiamata.
"Mamma?"
"Si può sapere che fai ancora sveglia, fila a letto subito, muoviti." dice in tono severo e riesco ad immaginarla con le sopracciglia aggrottate mentre si stringe nel suo cardigan picchiettando la scarpa con il tacco contro il pavimento.
"Sei tu che mi chiami a quest'ora" brontolo.
"Perché eri online su whatsapp ti ho chiamata. Domani hai scuola, dovresti essere già a dormire, per giunta hai un compito domani e visto che eri al cellulare dubito stessi studiando no?" attacca con la sua solita ramanzina. L'unico lato positivo di questa distanza e che posso tranquillamente allontanare il telefono in attesa che lei finisca senza dovermela sorbire.
"Hai finito? Sono in macchina tra cinque minuti sono a casa e vado a dormire, tu magari fatti una camomilla."
"Come in macchina? Disgraziata accosta, scendi." urla di getto lei e la voce acuta e spaventata risuona per tutta l'auto mentre a me mi rimbomba per il cervello un paio di volte.
"Sta guidando papà." sbotto infastidita con un brontolio massaggiandomi l'orecchio.
"Razza di impertinente, una si preoccupa e questo è il ringraziamento. Mi farai prendere un colpo prima o poi. Digli di andare piano, e metti la cintura. Ho finito la pausa mi raccomando, buona notte." mi avverte facendomi portare gli occhi al cielo. Mia madre non è ansiosa e l'essenza stessa dell'ansia e sono contenta di non aver ereditato anche questo da lei. La saluto e riattacco contrariata.
"Cosa hai combinato che tua madre urlava?"
"Non ho specificato che non stavo guidando io e voleva sapere perché non sono ancora a letto visto che domani ho, anzi abbiamo un compito. Ha detto di andare piano comunque." mormoro, anche se devo ammette che è rincuorante sentire le sue urla e la sua apprensione anche tramite telefono. Harry scuote la testa contrariato e non troppo convinto, e so già che non ha studiato molto. Ha preferito passare il pomeriggio di ieri a infastidire me e non ha aperto libro. Per giunta domani sarà anche stanco e mi toccherà passargli le risposte ancora una volta.
"Si preoccupa troppo." risponde con leggerezza mio padre, e mi devo trattenere dal dirgli che non è così. Se è così apprensiva è appunto perché mio padre non è sempre affidabile, droga o non droga è sempre stato distratto e altalenante in queste cose e mia madre lo conosce bene e non si fida del tutto.
Parcheggia nel vialetto, prima di scendere dall'auto mi stiracchio come un gatto e mi trascino ancora scalza con le scarpe in mano dentro casa. E' passata da poco la mezza notte ma tutti sembriamo troppo intontiti per notarlo.
Vado al piano superiore, mi cambio per la notte indossando un semplice pantalone rosso di pigiama e una canottiera scura e mentre attendo che tutti si chiudano nelle rispettive camere mi strucco e pettino i capelli legandoli in una coda morbida in modo che non mi infastidiscano mentre dormo.
Attendo con impazienza che tutte le luci siano spente controllando di continuo il corridoio e quando ho il via libera invio ad Harry un messaggio.
"Vieni in camera mia? Devo parlarti. E' importante." Aspetto qualche minuto trepidante seduta alla sedia della scrivania. La luce è fioca, visto che ho dovuto spegnere la luce principale devo accontentarmi di quella dei lampioni ma distinguo subito la sua figura entrare di soppiatto a petto nudo nella mia camera. L'inchiostro sul suo petto si confonde con il buio ma riconoscerei quei tratti sempre. Richiude a chiave la porta alle sue spalle.
Mi siedo sul letto e gli faccio cenno di mettersi accanto a me, sembra stranito e io mi diverto a vederlo così teso.
"Perché non mi hai detto che è il tuo compleanno, siamo una coppia dovrei saperlo." mormoro.
"Non lo so, non ci ho fatto caso, non volevo di certo nascondertelo ma era necessario parlarne ora? I nostri genitori saranno ancora svegli." brontola scuotendo la testa ma io annuisco convinta.
"Sì, voglio essere la prima a farti gli auguri." ribatto seriamente allungandomi sotto il letto per ricomparire con in mano il suo regalo perfettamente impacchettato con un enorme fiocco rosso.
"Buon compleanno." sorrido soddisfatta, questo regalo mi ha reso quasi matta ma alla fine sono riuscita a trovarlo e mi sento fremere, non vedo l'ora che lo apra perché so che gli piacerà un sacco.
"Ma allora non lo hai scoperto adesso." risponde sorpreso, mi sorride mi lascia un bacio sul collo che mi fa il solletico e poi inizia a girarsi tra le mani il regalo.
"No, lo apri domani perché l'imballaggio farà un rumore infernale, è una cosa che ti piacerà tanto."
"Una tua gigantografia?" domanda posando il pacchetto per terra prima di avventarsi sulle mie labbra.
"No, molto meglio."
"Un calendario con le tue foto piccanti?" ironizza alternando le parole a baci umidi e famelici tra il collo e la bocca. Pian piano ci sdraiamo, lui è sopra di me mi tiene stretta a lui con i palmi contro la mia schiena, perfettamente attaccata al suo corpo. Adoro sentire così da vicino il suo profumo, i suoi capelli che solleticano il viso e il suo corpo caldo contro il mio.
"No, ancora meglio."
"Lasciami avere dei dubbi. " ironizza afferrandomi con i denti il labbro inferiore, intrappolandolo e succhiandolo avidamente.
Un tonfo sordo ci fa sobbalzare, sbuffa irritato quando deve staccarsi da me e avverto subito la mancanza del suo corpo. Gli faccio segno di fare silenzio e lentamente mi avvicino alla porta per aprirla, tutto sembra tranquillo ma la luce in fondo al corridoio in camera dei nostri genitori è accesa.
"Sarà meglio che vada. Ti amo da morire lo sai vero?" domanda con una nota di rammarico. A volte è frustrante essere così confinati a tenere il segreto a tutti i costi ma è la scelta migliore finché non avremo un piano definitivo.
"Ti amo anch'io." rispondo prima di controllare nuovamente che la via è libera per lasciarlo sgattaiolare via.
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Amori Sbagliati (H.S)
FanficDovevano essere solo fratelli ma... Fanfiction su Harry Styles e Taylor Hill