18- ti voglio bene

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Una sola cosa nel tempo è sempre riuscita ad unire tutta la famiglia: il football. Per quante incomprensioni (e sono state molte) ogni anno da quando sono nata finché mio padre non ha disertato il tutto, il dieci agosto si teneva in questo stesso cortile, con parenti e amici l'annuale partita della famiglia Hill che decretava la fine di ogni incomprensione.

Oggi, il tempo purtroppo non permette una partita, anche perché saremmo anche carenti di giocatori ma questo non ferma comunque la passione di mio zio che per l'occasione tira fuori un medley di tutte le partite migliori con commento in diretta.

La prozia Bezzy e la nonna hanno provato a dissentire, e seppur Marie non si è espressa al riguardo né lei né Harry sembravano particolarmente interessati ma ha comunque vinto la maggioranza perciò mi sono posizionata al fianco dello zio Jim che intanto fa la voce narrante di ogni momento a suo dire 'storico' come un un cronista sportivo vero e proprio.

"Guarda che stile che aveva tuo padre!" dice orgoglioso lo zio dando una sonora pacca sulle spalle a mio cugino Isaac che risuona per l'abitacolo e probabilmente, vista la potenza gli avrà anche spostato qualche vertebra. Il ragazzo si massaggia il punto leso e lo trucida con lo sguardo.

"E sopratutto che taglio di capelli alla moda." dico prendendolo in giro per la sua folta capigliatura riccia con tanto di basettoni ai lati. Mi lancia a sua volta un'occhiataccia ridendo sotto i baffi prima di attirarmi con un braccio e strofinarmi la mano sui capelli per scompigliarli tutti.

"Sentitela questa impertinente. Cosa vuoi capirne tu? Quella era tutta cultura." ridacchia divertito mentre cerco di sfuggire alla sua presa nell'unico modo che ricordo: Il solletico.

Quando finalmente riesco a liberarmi o tutti i capelli scompigliati ma sono contenta di dovermene preoccupare. Guardo con loro il filmato fino alla fine prima di essere sequestrata dalla nonna che si premura sempre di riempirmi di domande e stare attenta ad ogni singola risposta per capire se sto bene davvero o se mi è successo qualcosa mentre mi rimpinza di biscotti alla cannella e cioccolata calda.

"Sicura che va tutto bene? E a scuola?" domanda una seconda volta.

"Tutto bene davvero, manca la mamma e Jason oggi non mi ha ancora chiamato ma magari è impegnato." dico per rassicurarla stringendomi nelle spalle. Jason non chiamerà, è sempre stato strano, distaccato anche nei confronti della mamma solo con me veniva fuori la sua dolcezza ma da quando ha saputo che mi sarei trasferita da papà non ha più scritto o chiamato e so che non lo farà nemmeno oggi anche se un po' ci speravo. 

Io del resto, non ho mai avuto il coraggio di scrivergli, non saprei da dove iniziare e ho paura di rimanerci male se non dovesse rispondere.

"Io non so proprio che gli passi per la testa  tuo fratello. Non è un bel comportamento il suo. Nemmeno un po'." brontola contrariata la nonna e prima che inizi uno dei suoi discorsi su quanto sia irresponsabile ed egoista mio fratello con la scusa di andare a prendere un golfino nella borsa mi sottraggo al suo interrogatorio.

Nel corridoio incontro Harry, particolarmente solitario, come al solito non sembra aver voglia di socializzare e dalla musichetta che sento provenire dal telefono credo preferisca giocare a qualche gioco.

"Ti annoi?" domando.

"No. Cioè un po' mi sento fuori posto, tu sembri divertirti molto invece."

"Si sono contenta di essere qui. Diciamo che Carlos ha avuto una bella idea una volta tanto."

"Non vorrei essere indiscreto ma c'è qualcosa tra te e tuo cugino non fa altro che alludere al fatto che io e Leon possiamo vederti in mutande." brontola con una nota ironica senza schiodare gli occhi dallo schermo. Ridacchio divertita, come al solito il pervertito di mio cugino non ha perso tempo a farsi riconoscere e fare le solite battutine che rifila a tutti solo per fare lo sbruffone.

"Assolutamente no, fa sempre così il cretino ignoralo in realtà non gli importa nemmeno ma si sente in dovere per non so quale motivo di fare battute idiote." risponde conoscendo bene le idiozie di mio cugino. Sento il forte profumo stucchevole della prozia Bezzy e non posso evitare  che fare una faccia dispiaciuta per Harry e anche per me che dovrò affrontarci il viaggio di ritorno.

"Sei stato preso, dalla prozia Bezzy, non ti toglierai facilmente quest'odore." Mugolo.

"Non pensavo di dirlo ma è il meno, mi sono nascosto nel buio per evitare che mi afferri nuovamente le guance, inizio a non sentirmele più" sbuffa in un borbottio contrariato.

Ridacchio e gli il viso stringendo le due guance fino a fargli assumere l'espressione da pesce. "Povero Harry, così adorabile e così intrattabile al tempo stesso." lo canzono derisoria prima di fargli dispettosa con una linguaccia e di proseguire sotto i suoi insulti e borbottii.

Salgo al piano superiore nella camera della nonna, dove ha riposto le giacche. Non mi accorgo immediatamente di mio padre seduto sulla cassapanca in legno di ciliegio ai piedi del letto, sembra avvolto nei suoi pensieri e non ha l'aria molto allegra. Il mio primo istinto è quello di voltarmi e andare via come ho imparato da lui. 

Ma non ci riesco, per quanta rabbia provi nei suoi confronti non riesco a essere indifferente a questo. 

"Va tutto bene?" domando rompendo il silenzio pesante nella stanza. Sobbalza leggermente nel sentirmi si schiarisce la voce e posa una cornice al suo fianco.

"Si, tutto bene. Ti stai divertendo?" domanda voltandosi nella mia direzione con gli occhi lucidi e un finto sorriso rassicurante.

"Papà è successo qualcosa? Che c'è che non va?" domando sedendomi accanto a lui sempre più preoccupata nel vederlo così. Tenta di rassicurami ma quando getto un occhiata alla cornice che teneva in mano mi sento in colpa. E' una foto con me e Jason insieme a lui. Io ero in braccio a lui Mi stringevo forte al suo collo mentre lui con l'altra mano cingeva le spalle di Jason che sorrideva sbarazzino. La prendo in mano e lui si rabbuia qualche secondo.

"Non volevo abbandonarti, è che mi vergognavo per quello che vi ho fatto passare. Per essere stato un drogato, per avermi messo in imbarazzo difronte gli amici e il quartiere e non avevo il coraggio di tornare a casa e affrontare te o Jason. Credevo che sareste stati meglio senza di me, senza il mio cattivo esempio. Sono scappato e ora voi scappate da me." sento il cuore sprofondare a vederlo con la testa china e gli occhi pieni di vergogna. 

Non dovrebbe bastarmi così poco a farmi riavvicinare a lui eppure sono contenta di sapere che non è colpa mia se è andato via, che non ha preferito dimenticarmi e farsi una famiglia ma che cercava, seppur sbagliando, di fare qualcosa per me.

"Come potevo stare meglio senza mio padre? Io non mi vergognavo di te, avevi ammesso i tuoi sbagli e hai cercato di rimediare in tutti i modi, sei anche stato in quello schifo di posto per riuscirci non vedevo l'ora che tornassi a casa invece sei andato via e sei ritornato con una nuova famiglia e dei figliastri a cui insegnare a guidare e fare tutte quelle cose che con me non hai mai fatto." ammetto con un filo di voce e lo sguardo basso, sulle scarpe. E' difficile ammettere che qualcuno che ti ha fatto così tanto male ti è mancato così tanto. 

"Taylor nessuno prenderà mai il tuo posto. So che mi sono perso tante cose e che me ne perderò tante altre perché ho sbagliato e queste sono le conseguenze ma non pensare che ti abbia sostituito perché non è così, non succederà mai." risponde immediatamente fermo e deciso delle sue parole e io sono improvvisamente stanca di discutere, di essere arrabbiata con lui e di odiarlo perché questo fa stare male anche me. 

Sorrido debolmente e mi avvicino di più appoggiandomi sul petto e stringendolo come era tanto tempo che non facevo.

"Ti voglio bene papà." dico con voce rotta e per la prima volta da quando la mamma mi ha informato che sarei andata a vivere con lui sono contenta. Perdonando lui ho liberato me stessa da tutto l'odio che nutrivo verso di lui e che era dannoso per me. E' mio padre infondo e non credo ci sia niente che non possa perdonargli.

Sarà il carattere troppo debole, che infondo ho bisogno anch'io di qualcuno che smussi i tratti duri e rigidi del mio carattere che non mi permettono di far vedere il mio lato tenero a tutti ma ho bisogno di mio padre e non ho mai smesso di averne bisogno.

Amori Sbagliati (H.S)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora