Cammino a passo deciso lungo il marciapiede assicurandomi di tanto in tanto che quei due mi stiano seguendo.
Carlos ha preso decisamente troppo alla lettera le raccomandazioni di mia madre, che sono certa, durante le loro chiacchierate private siano state molte di più. Ho come la sensazione che se continueremo di questo passo non ci vorrà molto prima che uno dei due perda la pazienza e mandi tutto all'aria.
Speravo sul serio che almeno mi lasciasse in pace e che fossero tutti una sorta di coinquilini con cui condividere la casa ma a quanto pare non sarà così.
"Piccoletta rallenta, non ricorderò mai la strada se sfrecci così." mormora atono lo spilungone riccioluto. Mi fermo di colpo e mi giro a lanciargli un'occhiata.
"Mi ero già dimenticata che non sapete dove vi trovate. Dovreste ripetermi i vostri nomi, non ricordo più chi è chi." rispondo neutra.
Nonostante vorrei non doverli portare a spasso come dei dalmata,sopratutto adesso che il mio cattivo umore non si sposa bene con il voler socializzare, capisco che ritrovarsi qui per loro non debba essere semplice, e considerato che dovrò viverci insieme non mi conviene averli come nemici.
"Leon e Harry" risponde il minore sorridendo docile indicando prima se stesso poi suo fratello che fa un cenno con la testa.
"Fantastico, dovete fare la tessera della metro, vi mostro come fare il sistema è simile a quello di londra comunque, quindi non sarà complicato per voi suppongo." gli spiego mentre mi affiancano e lentamente li conduco alla stazione a noi più vicina.
"Sei stata a Londra quindi?" domanda Leon mettendo apposto con l'ausilio del riflesso di una vetrina il suo ribelle ciuffo biondo scuro che il vento ha spettinato cercando un appiglio per fare conversazione.
"Molto tempo fa, con la scuola." rispondo. Mi seguono all'interno e spiego loro come fare i loro abbonamenti settimanali così che possano andare in giro da soli senza che io stia li a spiegargli le cose. Potrebbero prendere anche un taxi o un uber volendo ma con il traffico feroce impiegherebbero ore a raggiungere una singola destinazione.
Spiego loro che la strada che stiamo per percorrere è la medesima che dovremmo fare per la scuola e mi assicuro che apprendano ogni passaggio per non perder perder tempo lunedì.
"Cambi sempre umore così spesso?" borbotta freddo Harry mettendo le mani nella tasca della sua giacca attendendo una risposta.
"Quando avrei cambiato umore?" chiedo.
"Prima di uscire di casa sembravi una furia, poi sei diventata scontrosa, adesso sei cordiale." chiarisce autoritario con il suo accento inglese che lo fa sembrare uno di quei perfettini che prenderei a pedate.
"Sto cercando di essere cordiale nonostante il mio umore sia pessimo oggi, dalle nostre parti si dice grazie." rispondo con sarcasmo, mi sto sforzando di essere ospitale mettendomi nei loro panni, ma non sono in vena di essere psicoanalizzata. Lui storce il naso, non sembra felice di trovarsi qui ma al contrario, suo fratello mi ringrazia e questo basta.
Arrivati a Manhattan la mia prima fermata e senza dubbio Dunkie Donuts, il mio negozio di ciambelle preferito e impossibile per me passare di qui senza mangiare una ciambella zuccherata ripiena di crema bavarese.
"Perché stiamo entrando qui? Non dovevamo vedere la città?".
"Avrete tempo di vedere la città. Voglio una ciambella e poi andremo dai miei amici." rispondo con sufficienza ad Harry che mi rivolge subito uno sguardo freddo e parecchio annoiato. Lo liquido con un mano entrando nel colorato locale e prendendo la mia solita ciambella.
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Amori Sbagliati (H.S)
FanfictionDovevano essere solo fratelli ma... Fanfiction su Harry Styles e Taylor Hill