Quando varchiamo la soglia di casa in perfetto ritardo, mio padre scatta in piedi come se stesse aspettando fremente il nostro arrivo. Di Marie non sembra esserci traccia ma per tutta la casa aleggia un'odore pungente di profumo femminile che indica il suo passaggio.
"Siete qui, ho parlato con tua madre e ho temuto il peggio. Credevo li avessi mollati da qualche parte." borbotta squadrando per bene le nostre figure mentre io mi ritrovo a sbuffare per la poca mancanza di fiducia nei miei confronti.
"La mamma ha chiamato così presto? Si è pentita e sta tornando qui?" domando speranzosa ma lui scuote la testa.
"No stava facendo scalo. Quindi cosa avete fatto?"
"Siamo stati in una pista da Skate fantastica, abbiamo conosciuto un sacco di gente e abbiamo mangiato un hot dog a Manhattan. E Taylor ci ha fatto fare la tessera della metro e ci ha spiegato come funziona. E' stato divertente." interviene Leon. E' tanto entusiasta da sembrare sotto eccitanti, tutto il contrario di suo fratello.
Mio padre sorpreso mi regala un sorriso compiaciuto e quasi d'orgoglio ma non batto ciglio, loro mi hanno solo seguito mentre io facevo le mie cose come se non esistessero nemmeno. Mi ricorda però di essere in ritardo, e io fingo di ascoltare la sua noiosa paternale sul fatto che i mobili andranno montati e tutto il resto mentre i due ragazzi ritornano nelle loro camere.
Arriviamo al mobilificio in meno di una ventina di minuti grazie alla vicinanza con la casa e nonostante i consigli non richiesti di mio padre per un mobilio alquanto stravagante preferisco fare di testa mia e alla fine riusciamo comunque ad uscire di lì soddisfatti con un armadio dall'aspetto basico, bianco ad ante scorrevoli, un letto nuovo dalla testiera imbottita grigio antracite. Una scrivania bianca da ufficio abbastanza spaziosa, delle tende Grigio antracite per sostituire l'orribile tendina a fiori di Marie che lasciano passare troppo sole per i miei gusti e molte mensole bianche di cui mio padre non ha ancora ben capito l'utilizzo ma che è comunque stato ben felice di acquistare non appena gli ho rivolto un finto sorriso smielato.
Il viaggio in auto nonostante i suoi tentativi di fare conversazione risulta abbastanza silenzioso, per quanto ci provi io sono troppo testarda e orgogliosa per concedergli anche solo una parola in più dello stretto necessario. Sarò forse esagerata ma non ho la minima intenzione di sbilanciarmi con lui.
Arriviamo a casa giusto in tempo per la cena, nell'abitacolo c'è un buon odore e per quanto l'idea di cenare al tavolo con loro non mi aggrada inizio ad avere fame. Leon al contrario di Harry rinchiuso nella sua camera ci offre una mano con gli scatoli da portare su mentre sua madre finisce di riempire i nostri piatti.
"Ti dispiace avvisare Harry che la cena è pronta?" Mi domanda gentilmente Marie, annuisco e mi trascino per l'ennesima volta su per le scale per accorgermi che non ho idea di quale sia la camera di Harry. Inizio ad aprire a caso un paio di porte. Se nessuno si è premurato di mostrarmi la casa vorrà dire che dovrò arrangiarmi da sola.
Quando spalanco con poca grazie la porta della camera di Harry quest'ultimo balza come un gatto lanciandomi un'occhiata truce.
"Non si bussa più in questa casa?" domanda molto contrariato riponendo il cellulare sul comodino al suo fianco.
"Che c'è ho interrotto la tua sessione di masturbazione per caso? E' pronta la cena." rispondo divertita con l'obbiettivo di metterlo in imbarazzo con poco successo però. Harry non è uno che si lascia intimorire facilmente e come avevo già intuito, è un vero è proprio sbruffone pieno di sé.
"No. Ne sei delusa? Volevi darmi una mano?" mi risponde per le rime facendomi ridacchiare passandomi accanto con tanto di spallata scontrosa.
Lo seguo per le scale, divertita dal suo modo di fare in qualche modo simile al mio. E' bello aver qualcuno di stimolante intorno che non sia avvilente come gli altri.
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Amori Sbagliati (H.S)
Fiksi PenggemarDovevano essere solo fratelli ma... Fanfiction su Harry Styles e Taylor Hill