7.
Parlare con Alan mi aveva confortato tantissimo.
Mi mancava moltissimo!
Per un mese sarebbe rimasto, poi sarebbe ripartito per un altro dei suoi viaggi.
Il giorno seguente ritornai nuovamente a scuola.
Salutai i miei compagni e mi diressi verso il mio armadietto.
Arrivata a destinazione vidi infilato un pezzo di carta.
Lo guardai confusa.
Lo presi.
E lo lessi.
~ Sei brava in matematica?
Che domande sei una secchiona! Avrei veramente bisogno di una mano. In cambio una cena.~ Firmato: il tuo tedesco preferito.
Sorrisi involontariamente e misi in cartella il biglietto.
Non avevo intenzione di aiutarlo.
Raggiunsi la mia classe e presi posto al mio banco.
Dopo circa 20 minuti di lezione mi arrivò un messaggio da un numero sconosciuto.
~ Trovato nulla di interessante nel tuo armadietto?~
Guardai il messaggio confusa.
~ Scusa chi sei? ~
Risposi io.
~ Chi vorresti che io fossi? ~
Guardai la foto profilo per vedere se fosse veramente chi pensavo che fosse.
Purtroppo però l'immagine rappresentavo solamente un tatuaggio non si vedeva il volto.
Decisi di non rispondere.
Dopo poco però mi arrivò un altro messaggio.
~ Va bene okay hai vinto. Sono il tizio con cui hai dormito ;) ~
Sussultai a quelle parole.
~ Cosa vuoi? ~
Domandai semplicemente.
~ Siamo incazzate? ~
Chiese lui con la faccina stupita.
Decisi che era meglio non far vedere che ero un po' in imbarazzo.
Preferii fare finta di nulla.
Come se non mi interessasse.
Ma a me non interessava.
Giusto?
Sì, giusto.
~ Okay! Che cena sia.~
Risposi così senza rispondere alla sua domanda.
La sua risposta non tardò ad arrivare.
~ Perfetto! Vengo da te alle 15 oggi sei libera?~ scrisse lui.
~ Ehm... si non dovrebbero esserci problemi. Ma se alla prossima verifica non prendi minimo 7, la sottoscritta si licenzia.~ scrissi io.
Da un lato speravo che gli andasse male così da poterlo aiutare di più, poi però pensai che meno tempo passavo con lui meglio era.
~ Agli ordini profe!~ rispose lui.
Sorrisi e misi via il cellulare.
Ascoltai la bellissima ora di inglese!
Passarono anche le due ore successive e ci fu nuovamente la pausa.
Per evitare strani incontri rimasi in classe con Elena e aspettammo Alice.
"Ragazze! Lo so che dovrei aspettare Carola, però vi devo assolutamente dire che mi sono rimessa con Thomas." Ci disse a bassa voce con un piccolo stridulo.
Quel giorno era di nuovo raggiante, vestita bene è truccata alla perfezione.
Quando la domenica precedente mi aveva raccontato della sua rottura con Thomas, era l'opposto: pantaloni della tuta, una felpa e niente trucco.
Ero contentissima per lei!
Ad un certo punto mi svegliai dai miei pensieri e trovai le mie due amiche a fissarmi.
"Giulia! Ci sei?! Credi veramente che riuscirai ancora a evitare l'argomento con noi?" Mi disse infastidita Elena.
"Quale argomento?" Chiesi mentre cercavo di allontanami dalle classe.
Perché in quella classe non c'era più nessuno?
Alice mi precedette e chiuse la porta con un movimento rapido.
Oddio neanche fossimo in commissariato!
"Giulia ci vuoi dire perché diamine eri così giù ieri! È per quella storia di domenica? Guarda che lo picchio?"
Urlò Elena.
Come cavolo faceva a prenderci sempre in pieno.
"Cosa è successo domenica che io non so?!"
Chiese Alice smarrita.
"Okay... okay...
Basta che poi mi lasciate in pace!" Mi arresi io.
Raccontai loro tutto.
Iniziai con la storia della dormita a casa sua, che Alice ancora non sapeva.
Poi continuai con il bacio di domenica.
Infine arrivai al succo raccontando la storia di Federica.
Decisi infine di concludere con la storia delle ripetizioni.
"Questo bastardo!" Disse Elena.
"Sì veramente che stronzetto!" Disse Alice.
Elena roteò gli occhi al cielo.
Disse l'ultima parola molto a bassa voce. Non le piaceva dire le parolacce. Mi piaceva per questo, perché era raro che un adolescente dicesse così poche parolacce. Ma quando ci voleva ci voleva.Suonò la campana e per fortuna fermò quelle due che stavano già complottando l'uccisione di Occhi Verdi.
Alzai gli occhi al cielo e sentii la mia pancia brontolare.
Avevo perso la mia pausa!
E stavo morendo di fame!
Per fortuna c'era il mio professore preferito, quello di filosofia.
"Scusi prof. posso andare al bagno?"
Chiesi io.
"Ehm... dopo la pausa in teoria non si potrebbe... ma se fai veloce ti mando!" Disse lui sorridendomi. Lo adoravo.
Presi i soldi dalla giacca e corsi fuori.
Mi precipitai alle macchinette e presi la prima barretta che trovai.
Velocemente iniziai a mangiarla.
"Avevi fame eh?" Mi chiese qualcuno dietro di me.
E ma che palle!
Era Occhi Verdi!
Eh ma proprio quando mangiavo doveva uscire dalla classe?!
Cosa avevo fatto di male nella mia vita?!
"Perché sei fuori?" Gli chiesi io per non rispondere alla sua domanda.
Dato che era ovvio che avessi fame, avevo sbranato quella barbetta in un batter d'occhio.
"C'è ora buca e miei compagni sono tutti usciti. Ma avevo fame quindi sono venuto qui. Ma... sai... a dire la verità più che fame avrei proprio voglia di una specifica cosa.
Che purtroppo qui a scuola non c'è!"
Mi disse lui, all'inizio tutto serio. Poi ridendo maliziosamente.
"Che cosa?" Chiesi io in imbarazzo perché era a pochissimi centimetri di distanza da me.
Ma quando aveva iniziato ad avvicinarsi?
Rimase davanti alle miei labbra per un po' poi si spostò e si avvicinò al mio orecchio sinistro.
"La tua torta alla panna..." mi sussurrò lui ancora più vicino a me.
Ero piena di brividi in tutto il corpo.
Perché ero lì impalata e immobile?
Si allontanò, prese il caffè che era pronto, dalla macchinetta, prese anche lui una barretta ai cereali e si allontanò ulteriormente da me.
"Ci vediamo pomeriggio, Pasticcino!"
Mi disse lui.
Appena disse l'ultima parola si fermò di colpo sul posto, come pentendosi di aver detto quella parola.
Poi fece finta di niente e scappò via.
Io entrai velocemente in classe e ascoltai le ultime tre ore di lezione.
Molto ma molto pensierosa.Andreas pov.
Come cavolo avevo potuto chiamarla così!
Ma ero Coglione o no!
Ero così abituato a chiamarla Pasticcino nella mia mente che ormai neanche ci pensavo più.
Mi aveva sentito?
Certo!
Certo che mi aveva sentito lo avevo urlato.
Cosa cavolo stavo facendo?
Perché le avevo chiesto ripetizioni?
Soprattuto perche le lo avevo chiesto quando il giorno prima ero arrabbiato?
Okay, in matematica non andavo bene. Però...
La verità era che volevo passare del tempo con lei.
Non che mi piacesse eh...
Assolutamente no...
Non mi potevo permettere certe cose.
Non avevo bisogno di una relazione.
Stavo benissimo da solo.
Senza impegni.
Uscii dalla scuola maledicendomi mentalmente in tutti i modi.
"Ehi! Andreas!" Mi salutarono i miei compagni.
Mi stavano guardando tutti in modo strano e uno di loro si avvicinò a me.
Ero leggermente confuso.
"Ti volevamo chiedere una cosa... Ci mancherebbe un attaccante nella nostra squadra di calcio della scuola. E in palestra sei bravissimo! Dovresti giocare con noi. Sempre se non hai di meglio da fare!"
Mi disse tutto euforico Max facendomi l'occhiolino mentre pronunciava quell'ultima frase. Max ero uno della mia classe molto simpatico, lo erano tutti abbastanza chi più, chi meno, ma io non volevo legare con nessuno.
Me ne sarei andato presto da quella città.
Sarebbe andato tutto bene.
Sarebbe tornato tutto alla normalità.
Lo speravo...
Lo speravo davvero.
"Beh ovvio che è bravo! Era la punta di diamante a scuola da noi!"
Urlò Lucas circondandomi con un braccio.
Iniziarono tutti a girarsi e a lanciarsi occhiate e a esultare, dando per scontato che io avessi già accettato.
Da un lato non volevo affezionarmi alla squadra.
Conoscevo bene il legame che si crea e anche la difficoltà, poi, a lasciare tutte queste persone con cui hai legato.
Ma avevo così voglia di giocare, mi mancava tantissimo.
In quel periodo andavo a correre e facevo esercizi a casa, ma giocare era tutta un'altra cosa.
Dopo un attimo di titubanza accettai la sua proposta.
Promettendomi però di non legare con loro e giocare e basta.
Non dovevo....
E soprattutto non potevo...

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VERT
RomanceAndreas è un ragazzo difficile, cupo e soprattutto pieno di preoccupazioni e di dolore. In questo momento ha un solo obbiettivo: vendetta. Non vuole avere distrazioni, non vuole altri problemi e soprattutto non vuole legarsi ad altre persone. Riusci...