47.
Andreas pov.
Le settimane passarono velocemente.
La scuola finì e mi diplomai.
Si avete sentito bene mi diplomai.
Le cose tra me e Giulia andavamo benissimo, lei era fantastica.
L'argomento futuro lo avevamo accennato solo poche volte perché sapevo sarebbe stato doloroso, siccome sarei voluto tornare in Germania per l'università.
Finalmente però era tornato tutto alla normalità.
"Non c'è niente di meglio in TV scusa?"
Disse Giulia rubandomi il telecomando.
Quel giorno d'estate eravamo io e Pasticcino a casa dei miei zii sul divano.
"I tuoi programmi fanno schifo, meglio i cartoni a sto punto..."
Dissi con voce affranta e prendendola in giro.
Lei mi fulminò con lo sguardo e fece per spostarsi da me, siccome mi era praticamente in braccio.
La trattenni con la forza.
"Lasciami!"
Urlò lei divertita.
Continuai a placcarla e mi misi sopra di lei.
Stavo per incominciare a farle il solletico, quando suonarono alla porta.
Mi bloccai non sapendo chi potesse essere.
Mio fratello era da un suo amico e non sarebbe tornato prima di altre due ore.
Mio zio era al lavoro e mia zia era in cucina.
"Andreas puoi andare te? Io sono un attimo occupata!"
Disse mia zia dalla stanza accanto.
Io sbuffai.
Mi spostai da Giulia e mi alzai.
Raggiunsi distrattamente l'ingresso e spalancai la porta.
Purtroppo però quando vidi chi c'era aldilà della porta mi congelai sul posto.
Il respiro mi si bloccò in gola e probabilmente i miei occhi erano fuori dalle orbite.
Sentivo la mia faccia che si stava arrossando dalla rabbia.
"Ciao tesoro."
Disse mia madre mentre cercava qualcosa nella sua borsetta firmata.
Vidi con la coda dell'occhio Giulia che si spostava per vedere chi fosse alla porta.
"Andreas chi è?"
Sbucò pure mia zia, che appena vide i miei genitori si bloccò.
"Ciao Margareth che piacere! Non vi aspettavamo."
Sparì di nuovo in cucina e ritornò dopo pochi secondi senza grembiule.
Le due sorelle si abbracciarono, anche se vidi che mia zia non era molto contenta di vederla.
"E tu chi sei?"
Chiese mia madre dopo un po' a Pasticcino.
Lei smise di fissarla e le si avvicinò per stringerle la mano.
"Io sono Giulia..."
Affermò timidamente.
Mia madre ricambiò la stretta di mano e si presentò a sua volta.
"Bene zia noi dobbiamo andare che Giulia ha una visita medica."
Dissi la prima cosa che mi venne in mente.
Pasticcino mi guardò confusa ma per fortuna non obbiettò.
Mia zia mi sorrise tristemente ma non parlò.
Presi la mia giacca e quella di Giulia, le feci mettere le scarpe e me le misi anche io.
All'entrata però c'era ancora mio padre che non aveva proferito parola.
Mi guardava.
Sembrava anche dispiaciuto, ma a me faceva soltanto ridere.
Tolsi lo sguardo e prendendo per mano Giulia uscimmo da quella casa che in quel momento mi sembrava troppo piccola.
Appena fui totalmente fuori dal vialetto potei finalmente respirare aria pulita.
Mi diressi verso la mia moto e aiutai Giulia a mettere il casco.
Lei non proferì parola, e io le fui molto grato di questo.
Appena me lo mesi pure io salii e sfrecciai in strada.
Sentii Giulia accarezzarmi la schiena e questo per fortuna mi tranquillizzò molto.
Forse aveva notato anche le mie accelerazioni.
Istintivamente la portai nella casa in campagna dei miei zii.
Avevo già da un po' l'idea di passare un po' di tempo con lei in quella casa, quindi avevo chiesto a mia zia se potevo fare una copia.
Per poter fare le copie avevo portato con me le chiavi.
Quindi mi venne in mente in quel momento che anche se lo avevo programmato più avanti, si poteva benissimo anticipare.
Appena arrivammo davanti al portone feci scendere Pasticcino dalla moto.
Ero arrabbiato e avevo bisogno di sfogarmi.
Per fortuna in quella gigantesca villa c'era anche una palestra.
Richiusi il cancello e misi il codice per l'allarme.
Poco dopo aprii la porta di casa.
Ci togliemmo le scarpe e la trascinai giù per le scale.
Accesi la luce e, entrato nella stanza piena di attrezzi, mi spogliai.
Andai dritto verso il sacco da box e iniziai a tirare pugni.Giulia pov.
Non sapevo cosa fare, non ci stavo capendo nulla. Decisi di farlo sfogare per un po', però avevo paura cominciasse a farsi male.
Vedevo già un paio di segni rossi sulla nocche, poteva mettersi almeno i guantoni....
Decisi di avvicinarmi cautamente e gli misi una mano sulla parte alta del braccio, quasi sulla spalla.
Lui si bloccò immediatamente, quasi spaventato nel potermi fare del male.
Poco dopo si girò a guardarmi e appena incontrai i suoi occhi, mi sentii male.
Il suo solito colore verde meraviglioso era ora accecato dalla rabbia e dalla frustrazione.
Non ne conoscevo il motivo, lui era sempre stato una persona introversa e io non gli avevo mai chiesto nulla.
Ad un certo punto si buttò su di me e mi abbracciò.
Sentire che in quel momento aveva bisogno di me, mi faceva stare bene.
Mi tirò su per le gambe sollevandomi.
Io allacciai le braccia al suo collo e iniziai a dargli lievi baci sul collo mentre gli accarezzavo i capelli.
Lui mi portò in una delle milioni stanze che c'erano in quella casa e mi adagiò sul letto.
Cercai di staccarmi lievemente per permettergli di stare più comodo ma lui prontamente mi strinse più forte per non farmi scappare.
Era ancora a petto nudo quindi abbassai lievemente la testa poterla appoggiare sul suo petto.
Inizia a contornare i suoi addominali e a fare dei piccoli disegni.
Dopo un po' lui spezzò il silenzio.
"Non sono sempre stati così, quando io e Travis eravamo più piccoli, loro erano dei genitori abbastanza presenti. Per quanto dei genitori in carriera possano essere presenti. Ma come dicevo, io mi ricordo che spesso ci portavano al parco o a scuola. Oppure quando la domenica mio padre cucinava le crêpes...
Forse mio fratello non se lo ricorda, ma io si.
Poi però le cose sono peggiorate...
I mei avevano sempre più lavoro da fare e sempre meno tempo da dedicare a noi.
Fino a quando arrivammo al un punto di non vederli neanche più.
Come ti ho già detto, sono pentito di molte cose che ho fatto. Purtroppo per farmi notare da loro ho iniziato a fare di tutto a scuola. Non starò qui ad elencarti le cose che ho fatto, ma puoi immaginare. Ma neanche questo ha funzionato. Quando è successo quello che è successo a mio fratello, loro sono venuti a trovarlo solo due volte. Due volte ti rendi conto? Loro avrebbero dovuto lasciare tutto come ho fatto io, venire qui per stargli accanto e per capire cosa gli fosse capitato.
Ormai mio fratello si è svegliato da moltissimo, e questi sono riusciti a venirlo a trovare solo ora.
Con più di un mese di ritardo dal suo compleanno.
Mio fratello è troppo buono, non so come lui faccia a perdonarli sempre... io vorrei solo che sparissero dalla mia vita e soprattutto che non facciano soffrire lui..."

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VERT
Lãng mạnAndreas è un ragazzo difficile, cupo e soprattutto pieno di preoccupazioni e di dolore. In questo momento ha un solo obbiettivo: vendetta. Non vuole avere distrazioni, non vuole altri problemi e soprattutto non vuole legarsi ad altre persone. Riusci...