35.
Andreas pov.
Ero ancora agitatissimo.
Stringevo il volante della macchina di mio zio troppo forte.
Non riuscivo a capire come potesse avermi fatto una cosa del genere.
Avrebbe almeno potuto mandarmi un messaggio.
Mi calmai leggermente quando vidi l'angelo che dormiva affianco a me sul sedile del passeggero.
Era stupenda.
Non so come avrei fatto a gestire quella situazione senza di lei. In quel momento pensai a quanto veramente avessi bisogno di lei.
Arrivammo con mezz'ora di ritardo. Dato che aveva nevicato moltissimo.
"Pasticcino, siamo arrivati."
La chiamai baciandole la testa.
Lei mugolò qualcosa, ma poi si rimise a dormire spostandosi dall'altra parte.
"O mio dio! Ma quello non è Harry quello che piace a te?"
Esclamai io quasi urlando.
Lei a quelle parole scattò immediatamente e si guardò intorno freneticamente.
"O cavolo dove, dov'è Andreas dove?"
Urlò lei come una pazza.
Era buffissima.
Mi domandai come solo potesse pensare che nel paesino di alta montagna dove ci trovavamo potevo aver visto anche solo di striscio il suo mitico cantante preferito.
Appena si girò verso di me e vide la mia faccia che rideva, cambiò totalmente sguardo.
"Tu. Sei. Morto. E. Noi. Non. Stiamo. Più. Insieme."
Disse a denti stretti svegliandosi completamente.
Per un momento pensai che stesse dicendo sul serio.
"E dai su Pasticcino non ti svegliavi e non sapevo come fare."
La supplicai io lasciandole dei baci sul collo.
Sapevo che non avrebbe resistito a lungo.
"Andiamo a cercare tuo fratello."
Disse lei cercando di assumere sicurezza.
Sapevo che si stava controllando.
Amavo l'effetto che avevo su di lei.
"Prima me lo dai un bacino?"
Dissi io mordicchiando il suo lobo dell'orecchio.
Esitò ancora per alcuni istanti.
"Okay..."
Rispose successivamente.
Io sorrisi.
Mi staccai dal suo collo e la guardai negli occhi.
Lei mi sorrise a sua volta e si avvicinò alle mie labbra.
Ad un centimetro di distanza si spostò e mi diede un morso sulla guancia, poi si alzò dal sedile e uscì dalla macchina.
Sbuffai dalla frustrazione e presi la borsa prima di raggiungerla.
Uscito anche io dalla macchina raggiungemmo la funivia che ci avrebbe portato a casa dei miei zii.
Dovevamo prenderla data la quantità elevata di neve che c'era per le strade.
Poi avremmo anche dovuto fare un pezzo della cittadina a piedi.
"Come posso farmi perdonare principessa?"
Chiesi o avvicinandomi a lei, dopo esserci seduti.
"Prima cosa non chiamarmi principessa, non mi sono mai piaciute..."
Disse lei con una faccia strana.
La guardai stranito.
A quale bambina non piacciono le principesse?
"Vuoi dire che non ti sei mai vestita da principessa? Non hai mai desiderato il principe azzurro? Non hai mai avuto barbie o cose così?"
Chiesi io curioso.
"Praticamente tutte le mie barbie me le decapitava mio fratello..."
Sorrise.
Mi ritrovai ancora una volta ad ammirarla.
"Diciamo che ho sempre preferito i bambolotti. Quindi giocare a fare la mamma. Mi è sempre piaciuto cucinare per loro, curarli e cose così.
L'unica favola che mi è sempre piaciuta moltissimo e che guarderei ancora oggi è la bella e la bestia.
In seconda elementare infatti mi sono vestita da Bella, con il suo maestoso abito giallo."
Cercai di immaginare una mini Giulia che era vestita con ampio abito giallo.
Sorrisi a quell'immagine.
Lei riusciva sempre a strapparmi un sorriso, anche nei momenti peggiori.
"Ho sempre cercato di imitarla. Mi piace perché non si fa salvare da nessun principe. Lei è intelligente e leale. E soprattutto riesce a vedere oltre le apparenze."
Concluse lei guardandomi negli occhi.
"Mi dovrei offendere?"
Chiesi io prendendola in giro.
Lei scoppiò a ridere.
"In effetti non sono molto coerente con la storia. Io ho fatto il contrario."
Disse lei prendendomi in giro.
"Vorresti dire che io sono un figo ma non sono bello dentro."
Chiesi io avvicinandomi ancora di più.
"Può essere... dato quello che hai fatto prima... ma adesso figo, è una parola grossa..."
Sussurrò lei guardandomi le labbra.
Mi avvicinai ulteriormente e aspettai che fosse lei a baciarmi.
Rimase a guardarmi per una manciata di secondi.
"Al diavolo..."
Disse lei prima di attaccarsi alle mie labbra.
Sorrisi.
Lei mi diede un piccolo schiaffo prima di unire le nostre lingue.
Non mi sarei mai stancato di quella sensazione, era una meraviglia.
"Ti amo, Bella."
Sussurrai io tra un bacio e un altro.
"Ti amo anche io Bestia."
Sorrise lei prima di mordermi il labbro inferiore.

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VERT
RomantizmAndreas è un ragazzo difficile, cupo e soprattutto pieno di preoccupazioni e di dolore. In questo momento ha un solo obbiettivo: vendetta. Non vuole avere distrazioni, non vuole altri problemi e soprattutto non vuole legarsi ad altre persone. Riusci...