51.
Giulia pov.
Finalmente arrivò il giorno della mia liberazione.
Mi sentivo così felice di poter finalmente uscire e tornare in camera mia.
Anche se ero stata poco ne avevo abbastanza.
Rivolevo il mio letto, le mie cose e la mia stanza.
Erano stati dei giorni duri ma ora finalmente stavo meglio.
Appena varcai la soglia di camera mia mi sdraiai e incominciai a guardare il mio cellulare.
Indugiai sulla chat con Andreas.
Non sapevo se mandargli un messaggio.
Essendo una persona orgogliosa, mi sentivo veramente ferita.
Non riuscivo proprio a capire cosa potesse essere successo.
Non capivo come non potesse avermi nemmeno mandato un messaggio.
Pensavo ci tenesse a me.
Tuttavia lo stavo per fare, quando mia mamma entrò in camera per chiedermi che cosa volessi per cena.
Decisi così di spegnere il cellulare e raggiungerla piano piano in cucina.Andreas pov.
"Ti odierà lo sai vero?"
Era la sesta volta che Lucas mi ripeteva quella frase.
"Ho detto che lo so porca puttana!"
Urlai io distrutto.
Lui non fu per niente colpito da questo mio sfogo, anzi.
"Lo so..."
Sussurrai sull'orlo del pianto.
"Non ho altra scelta... L'importante è che stia bene."
Dovevo andarmene perché stavo per piangere.
Io non piangevo cazzo.
Presi la giacca e uscì dal nuovo appartamento di Lucas, che aveva comperato per avere più autonomia.
Erano passati tre giorni e mi sentivo uno schifo.
La notte precedente mi ero intrufolato nella sua stanza d'ospedale.
Stava dormendo beatamente, era bellissima, come sempre.
Purtroppo però dopo pochi minuti l'infermiera mi aveva scoperto, mi aveva costretto così ad andarmene minacciandomi che avrebbe chiamato la polizia.
Avevo bisogno di andare via.
L'importante era che stesse bene.
Ero riuscito a leggere la sua cartella medica e avevo capito che quel giorno la avrebbero dimessa.
Dovevo andare via, tutto ormai mi ricordava lei.
Ero convinto della mia decisione.
Dovevo solo andare via.Giulia pov.
Riuscivo a camminare bene.
Dopotutto per essere passati solamente cinque giorni, stavo molto bene.
Avevo solo qualche dolore se toccavo la ferita oppure se mi muovevo bruscamente.
Ogni sera dovevo prendere delle medicine e mettermi la crema.
Purtroppo rimanere chiusa in casa per tutto quel tempo non era per niente piacevole.
Decisi così di andare a farmi una passeggiata.
"Mamma ho voglia di uscire... Se vuoi venire con me bene se no vado da sola. Non ce la faccio più a stare qui dentro..."
Piagnucolai entrando in camera sua.
"Dammi cinque minuti e vengo anche io."
Affermò lei abbastanza contenta.
Esattamente 10 minuti dopo eravamo fuori di casa intente a raggiungere il centro della mia città.
Uscire finalmente mi fece stare molto meglio.
Dopo circa 20 minuti incontrammo Sara, che era una mia compagna di classe e sua madre.
"Ehi Giulia! O mio Dio ti volevo scrivere ho saputo... Come ti senti?"
Mi chiese lei abbastanza preoccupata.
Sua madre iniziò a parlare con la mia.
"Beh dai adesso meglio grazie."
Risposi un po' imbarazzata dalla situazione.
"Non oso immaginare come stai adesso. Tra la ferita e la partenza di Andreas... non so cosa è peggio per te."
Affermò non curante di quello che mi stava per dire.
La guardai sbarrando leggermente gli occhi.
Cosa aveva detto?
Avevo sentito male?
No. Non poteva essere...
Cercai di fare finta di nulla.
Sapevo come andavano queste cose e quindi preferii non dare altre cose di cui parlare a quelle pettegole della mia classe.
"Eh si... Mamma non dobbiamo andare che arriva Luca a cena?"
Sperai mi reggesse il gioco...
Mi guardò e con sguardo leggermente confuso salutò la madre di Sara.
Le salutai entrambe pure io e costrinsi mia mamma ad allontanarmi.
Mia mamma alzò le sopracciglia.
Capii che non potevo fare altro che darle una spiegazione.
"Mi stava incominciando a fare troppo domande e devo vedere Elena."
Affermai dicendo una mezza verità.
Casa di Elena era vicina a casa di quella di Andreas.
"Non saprei... Non torni tardi vero? Giulia veramente sai che mi preoccupo... Sei appena tornata non vorrei..."
"Si mamma tranquilla. Torno fra neanche un'ora. In caso ti chiamo!"
La interruppi e le sorrisi rassicurandola.
Lei annuì poco convinta e mi salutò con un bacio sulla fronte.
Mi incamminai il più velocemente possibile, sempre secondo le mie possibilità.
Arrivai a casa di Andreas dopo un tempo che mi sembrava interminabile e suonai.
Le mie mani sudavano.
Io sudavo.
Ero agitatissima.
Ad aprirmi fu proprio lui.
La mia congiura.
La mia meravigliosa è bruttissima congiura.
"Giulia..."
Sussurrò sconvolto nel vedermi.

STAI LEGGENDO
VERT
Storie d'amoreAndreas è un ragazzo difficile, cupo e soprattutto pieno di preoccupazioni e di dolore. In questo momento ha un solo obbiettivo: vendetta. Non vuole avere distrazioni, non vuole altri problemi e soprattutto non vuole legarsi ad altre persone. Riusci...