Capitolo 36

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36.

Giulia pov.

"Appena tornerò a casa gli dirò tutto, ma dirglielo sta sera non mi sembra il caso, verrebbe immediatamente a cercarmi e impazzirebbe. Poi ha già tantissimo problemi con mia mamma, non voglio farlo stare troppo in pensiero..."
Mi spiegò Isabel mentre aspettavamo che i due fratelli chiarissero.
Io le sorrisi.
"Credo che sia la cosa giusta."
La rassicurai.
Lei mi sorrise.
Lo pensavo davvero, in quel momento l'ultima cosa di cui avevamo bisogno era suo padre che ci raggiungeva alle 20 di sera e le faceva una sfuriata.
"Non fraintendere, lo so che sei una brava ragazza e a primo impatto mi piaci molto, ma ti devo chiedere una cosa."
Dissi io avvicinandomi e iniziando il discorso.
Cercavo le parole giuste per sembrare io meno cattiva possibile.
"Dimmi pure."
Disse lei non troppo sicura.
"Travis non è mio fratello, ma gli voglio bene come se lo fosse.
Tengo veramente molto a lui.
Ti chiedo solo di non farlo soffrire, ha già sofferto molto.
Finalmente adesso ha riacquisito un po' di sicurezza e sono contenta tu lo faccia stare bene...però..."
Cercai di spiegarmi nel miglior modo possibile ma non sapevo se stava realmente funzionando.
Lei mi guardò comprensiva.
"Non ti posso promettere che andrà sempre tutto bene e che staremo per sempre insieme. Ma io tengo veramente molto a lui e non lo sto prendendo in giro."
Disse lei sicura della risposta.
Sospirai di sollievo.
Era veramente una ragazza matura per la sua età.
Mi piaceva veramente molto.
Poco dopo entrarono in cucina Andreas e Travis ancora un po' imbarazzati.
Sorrisi ad entrambi.
"Possiamo anche noi un pezzo di pizza? Io sto morendo di fame!"
Esclamò Occhi Verdi guardandomi e cercando di smorzare l'imbarazzo.
Il mio cuore perse cinque battiti, non ci potevo credere che fosse così bello e così buono.
Era riuscito a mettere da parte l'orgoglio.
In quel momento guardandolo lì, vicino al fratello, dopo che avevano appena chiarito e dopo avermi guardato con quei suoi meravigliosi occhi, mi sciolsi.
Realizzai quanto diavolo fosse bello e quanto lo amavo.
Il mio cuore non era mai stato così pieno.
Stavo esplodendo dalla voglia di strappargli i vestiti di dosso.
Decisi di fregarmene e di alzarmi.
Uscii dalla cucina di fretta come se stessi male.
Aspettai pochi secondi e come potevo immaginare Occhi Verdi mi raggiunse poco dopo.
"Pasticcino ti senti bene?"
Chiese lui avvicinandosi preoccupato.
Sorrisi per la sua premura e mi buttai letteralmente addosso a lui.
Fu scosso all'inizio, non aspettandosi quel contatto.
Poi però mi prese in braccio e mi fece scontare contro il muro del corridoio.
Io sorrisi e subito feci unire le nostre labbra.
Le emozioni che avevo provato precedentemente guardandolo solamente, in quel momento si amplificarono.
Se prima pensavo di amarlo in quel momento pensavo che avrei potuto sposarlo subito.
Anche se non mi sembrava il caso di dirglielo in quel momento.
Stavo esplodendo di felicità.
Le nostre lingue danzavano in sincronia.
Era una sensazione afrodisiaca.
Quando ci staccammo sfiniti lui mi guardò sorridendo.
"È questo a cosa lo devo?"
Chiese lui incuriosito.
Io non sapevo proprio cosa rispondere, lo volevo fare e basta.
"In realtà non lo so neanche io... eri lì sulla porta così bello, poi mi eri mancato, sei stato un po' di tempo via, tra la telefonata e la chiacchierata con Travis..."
Mi interruppe con un ulteriore attacco alle mie labbra.
Concluso, anche quel bacio lo guardai sbalordita.
Poteva essere stato ancora meglio del precedente?
"E questo perché me lo hai dato?"
Chiesi io questa volta.
"Ehm... in realtà era per farti stare zitta."
Disse lui prendendomi in giro.
"Stronzo...."
Sussurrai io prima di scendere da lui.
Lui mi diede un altro bacio e mi fece sciogliere come il burro di nuovo.
"Ti amo così tanto..."
Mi disse facendo scontrare le nostre fronti.
Lui si doveva veramente abbassare perché la differenza di altezza era notevole.
"Anche io ti amo Occhi Verdi..."
Detto questo rientrammo in cucina con un sorriso un po' troppo sporgente.

Andreas pov.

Ordinammo pure noi una pizza e mangiamo tutti assieme.
Ero sollevato.
Mio fratello si era scusato, mi aveva spiegato le motivazioni che lo avevano spinto a fare una cosa del genere e io lo avevo perdonato.
Sapevo che non aveva senso tenere rancore.
Gli avevo fatto promettere però di non farlo mai più.
In quel momento pero stavo solo pensando ad andare in camera con Pasticcino.
Il bacio che mi aveva travolto in corridoio mi aveva acceso qualcosa dentro.
Quella sera era così bella.
Indossava dei jeans che le facevano un sedere da paura e aveva un maglioncino blu.
I capelli li aveva disordinati in una coda di cavallo e non era truccata, siccome eravamo andati a sciare.
Non avevo per niente ascoltato cosa mi aveva domandato Pasticcino.
"Come scusa?"
Chiesi io.
Lei alzò gli occhi al cielo.
"Stavo dicendo che potremmo prendere la funivia del pomeriggio, così da poter stare almeno un po' qua e godercela. È troppo tardi?"
Mi chiese lei con quelle meravigliose labbra.
"Va benissimo."
Risposi io guardandola.
Sembravo un maniaco, sicuramente.
Qualsiasi cosa mi avesse detto o chiesto in quel momento io avrei risposto sicuramente di sì.
Mi sentivo molto debole in quel momento, perché avrei fatto di tutto per andare a dormire e passare del tempo con lei.
Okay mi stavo già immaginando cose a cui non dovevo pensare.
Dovevo fare qualcosa.
"Io mi sa che vado a farmi una doccia e poi vado a dormire perché sono molto stanco."
Dissi io prendendo una decisione.
Tutti annuirono, anche se Pasticcino mi guardò dubbiosa.
Mi alzai e feci come avevo detto, rimasi un po' di più del previsto sotto la doccia e in bagno.
Infatti appena uscii trovai Pasticcino con i capelli bagnati e avvolta solamente da un asciugamano, che stava raggiungendo la camera da letto dei miei zii.
Okay le sensazioni che ero riuscito a far affievolire in doccia ritornarono come un uragano.
"E ma che palle..."
Sussurrai guardandola.
Lei mi guardò confusa e preoccupata.
"Cosa c'è Occhi Verdi?"
Chiese lei avvicinandosi.
La presi in braccio e entrai velocemente in camera chiudendo la porta a chiave.
Lei mi guardò divertita.
"Siamo frettolosi e impazienti di baciarmi?"
Mi prese in giro.
"Ha parlato quella che mi ha condotto in corridoio per baciarmi..."
La guardai in tono di sfida io.
Lei sbuffò perché sapeva che avevo ragione.
"Non è colpa mia se ti tocchi i capelli in modo così sexy..."
Confessò lei sempre prendendomi in giro.
"Dici così?"
Le chiesi mentre mi toccavo i capelli in modo più sensuale possibile anche se mi sentivo un po' un coglione.
"Esattamente..."
Sussurrò lei prima di baciarmi.
Non aspettavo altro.
Tutto il tempo mentre mangiavamo la pizza pensavo a quanto fosse fortunata quella mozzarella, quel pomodoro che erano riusciti ad entrare in contatto con la sua bocca. Cosa che io invece non potevo ancora fare.
E in quel momento mentre la stavo assaporando mi ritenni ancora più fortunato della pizza, perché potevo godermela di più di alcuni secondi.
Iniziai a scendere con i baci.
Tracciai tutto il suo mento e passai successivamente al collo.
Accidentalmente l'asciugamano si spostò e questo mi diede una perfetta visuale del suo petto.
Credo che il respiro mi si fosse bloccato perché era meravigliosa.
Lei divenne rossa come un pomodoro e tentò di coprirsi, ma io lo impedì.
La guardai negli occhi e vidi forte desiderio anche da parte sua.
Non volevo affrettare nulla.
Sapevo che sarebbe stata la sua prima volta e volevo che fosse più speciale.
Volevo che potessimo fare quello che volevamo, senza pensare a mio fratello e Isabel che sarebbero stati nell'altra stanza.

Giulia pov.

Avevo un Dio nudo sopra di me, che oltretutto baciava benissimo e mi amava.
Stavo sognando?
Mi sarei svegliata da un momento all'altro e avrei capito che era stato solo frutto della mia immaginazione?
Non lo sapevo.
Ma sapevo che me lo volevo godere fino all'ultimo.
Se anche fosse stato un sogno sarebbe stato il miglior sogno di sempre, quindi tanto valeva viverlo fino all'ultimo.
L'imbarazzo presto fece spazio all'eccitazione.
Sapevo che il giorno dopo forse mi sarei sentita a disagio, ma in quel momento pensavo solo alle sue labbra e alla sua pelle contro la mia.
Pensavo a quelle mani, che presero a toccarmi tutta, nei punti più sensibili.
Non capivo più niente.
Era come se fosse tutto amplificato e l'unica cosa che vedevo erano quei suoi meravigliosi occhi.
Verdi.
Continuavo a dire il suo nome.
Riuscì però ad aver un momento di lucidità e presi un po' di iniziativa.
Presi il suo asciugamano e lo lanciai dall'altra parte della stanza.
Presi coraggio e iniziai a fare una cosa che non avevo mai fatto prima.
Mi muovevo male lo sapevo, ma speravo potessi fare almeno un decimo di quello che lui stava ancora facendo provare a me.
"No Pasticcino non ser... o mio dio..."
Iniziò il discorso provando a togliere la mia mano.
Ma si bloccò subito.
Io lo interruppi ulteriormente e ricominciai a baciarlo.
Forse non ero tanto male.
Continuammo in sincronia fino a quando non raggiunsi il culmine.
Dopo poco lui mi seguì e si lasciò cadere su di me.
Il nostro respiro piano piano si fece più regolare.

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