Epilogo.
Andreas pov.
"Devi stare tranquillo. Certo che verrà!"
Esclamai esasperato per la quindicesima volta.
"Speriamo... non lo so magari ci ha ripensato..."
Rispose mio fratello agitato come non mai.
Continuava a muoversi avanti e indietro vicino all'altare.
"Ti prego smettila di distruggerti le maniche di questo vestito che è costato un sacco!"
Urlai io tirandogli un pugno.
Mi stavo innervosendo pure io a vederlo così in confusione.
"Da quale pulpito parli tu! Al tuo matrimonio eri così agitato che sono stato veramente tentato di ucciderti e nascondere il corpo!"
Urlò con voce ancora più alta tirandomi un pugno ancora più forte.
Alcune persone sedute ci guardarono con sguardo di rimprovero dato che stavano urlando in una chiesa.
Dopo quell'affermazione dovetti zittirmi perché aveva più che ragione.
Ormai erano passati 10 anni da quel giorno, ma lo ricordavo come se fosse successo quella mattina.
Ero agitato, oh quanto lo ero!
La notte precedente non avevo dormito quasi nulla e dovevo ammettere che con il senno di poi mi sarei ucciso anche da solo, dato che ero stato davvero insopportabile.
Rispondevo male a tutti, urlavo, mi muovevo in continuazione e mi lamentavo di continuo del mio abito troppo aderente.
Ma la mia agitazione si era placata non appena ebbi intravisto la donna più bella del mondo attraversare la navata.
Era splendida in quel abito ampio.
Aveva scelto un abito bianco latte con il pizzo sulle braccia che la fasciava nei punti giusti.
Sembrava una principessa.
La mia principessa.
Ad ogni passo che aveva compiuto verso di me il mio cuore si era riempito sempre di più.
Ricordavo ancora benissimo il momento delle promesse.
Ricordo che avevo fatto fatica a non piangere come un bambino di cinque anni.
Inoltre la festa era stata meravigliosa e ancora più bella la prima notte di nozze.
Sperai che mio fratello potesse provare le stesse bellissime emozioni che avevo provato io.
Mi girai verso i banchi della bellissima chiesa scelta da Isabel per il matrimonio.
Lì mi fermai ad osservare Pasticcino seduta in prima fila insieme a Emily e Sam.
Dopo la laurea avevamo deciso di sposarci immediatamente.
E dopo quattro anni era nato il piccolo Sam., era un bambino dolcissimo e meraviglioso: era paffuto, aveva già moltissimi capelli come il papà e il viso della mamma.
Nonostante mia moglie fosse fissata con i miei occhi e non fu molto felice che Sam prese i suoi, io sono convinto che non potrebbe stargli meglio quel meraviglioso color nocciola.
Emily invece arrivò tre anni dopo, ed era la fotocopia in miniatura della mamma. L'unica cosa che aveva preso da me erano gli occhi.
Inutile dire che ogni volta che le vedevo insieme mi meravigliavo della loro bellezza.
In quel momento Giulia si girò a guardarmi e mi sorrise prima di girarsi verso l'entrata della chiesa e ammirare l'ingresso di Isabel.
Era stupenda.
Aveva scelto un abito color panna.
Le stava benissimo, e a giudicare dalla faccia che stava facendo mio fratello sembrava d'accordo con me.Giulia pov.
Il matrimonio andò benissimo.
Avevo sempre adorato i matrimoni.
Rammentavo ancora il mio. Uno dei giorni più belli della mia vita dopo la nascita di Emily e Sam. Legarmi per sempre alla persona che amavo più di ogni cosa al mondo era stato stupefacente.
La cerimonia di Isabel e Travis mi fece commuovere moltissimo.
Anche perché in quel periodo ero particolarmente emotiva.
Vedevo quanto si amavano ed ero così felice per loro.
Il pranzo fu meraviglioso e mi abbuffai più del previsto.
Era probabilmente colpa del fagottino che portavo in pancia.
L'avevo scoperto due settimane prima e non lo avevo ancora detto ad Andreas.
Stavo aspettando il momento giusto.
In quel periodo era così indaffarato con il matrimonio di suo fratello che non mi sembrava il caso di dirglielo.
Sapevo che avrei dovuto sbrigarmi però, dato che non era una cosa che si poteva tenere nascosta a lungo.
Sapevo anche che non sarebbe stato contento che glielo avessi nascosto per tanto tempo.
"Mamma posso andare a giocare con Tommy sullo scivolo?"
Mi chiese Sam tirandomi la gonna del vestito e guardandomi con il labbro inferiore in fuori.
Quando era nato Sam avevano notato tutti subito una grande somiglianza al suo papà.
Inutile dire che ci rimasi molto male dal fatto che avesse preso i miei occhi, invece di quelli di Andreas.
Quando poi nacque Emily il mio desiderio si avverrò.
La piccola mi assomigliava molto, ma aveva i meravigliosi occhi di suo padre.
L'idea di portare un terzo figlio in grembo mi spaventata.
Mi spaventava perché non lo avevamo programmato.
Stavamo già portando a termine la pratica di adozione di un terzo figlio e io non volevo assolutamente tirarmi indietro.
Ma tenere quattro figli in casa non sarebbe stato facile, ed ero molto preoccupata di quello che avrebbe potuto pensare Andreas.
"Certo amore ma stai attento e non ti allontanare troppo da me. Rimani dove ti posso vedere."
Affermai io abbassandomi e dandogli un bacetto.
Lui mi sorrise e corse dal suo amico Tommy.
Mi girai verso Emily e vidi che era ancora insieme a Noemi e Katrine, le due gemelle di Elena.
Avevano undici anni e si stavamo divertendo a giocare insieme a lei.
Elena e Davide le avevano avute molto presto quando Elena andava ancora all'università.
Essere incinta al quarto anno di medicina e aspettare due gemelli non era stata un'impresa per niente facile.
Il primo periodo era stato molto difficile ma poi con l'aiuto di sua madre e un po' anche mio e di Alice era riuscita a laurearsi.
Carola si era trasferita in Germania insieme a Lucas ed erano molto felici insieme. Quel giorno era venuta al matrimonio di Travis ed era così bello per stare di nuovo tutto insieme.
Alice e Thomas si erano lasciati quando Alice era al terzo anno dell'università.
Sapevo che Alice era ancora innamorata di lui, anche se lo negava ogni volta.
Ma dopo il nostro matrimonio si erano magicamente rimessi insieme ed erano più felici di prima.
Matt invece si era lasciato con Jacob e adesso si definiva uno spirito libero.
All'improvviso sentii delle braccia, che avrei riconosciuto ovunque, stringermi la vita.
"Ti ho già detto che questo vestito ti sta divinamente?"
Mi sussurrò all'orecchio Occhi Verdi mentre disegnava cerchi sul mio ventre.
Quel contatto mi fece venire i brividi e mi fece ricordare che dovevo dirgli una cosa troppo importante, e aveva tutto il diritto di saperla.
Mi girai verso di lui e gli sorrisi.
"Credo di sì, ma puoi continuare quanto vuoi perché mi piace quando lo dici."
Risposi io dopo avergli lasciato un casto bacio.
Sorrise anche lui e dovetti ancora fermarmi a capire come fosse possibile la sua dannata bellezza.
Gli stavano ricrescendo i capelli dato che aveva deciso di tagliarli cortissimi.
Non avrei saputo veramente decidere se fosse più bello con i capelli lunghi o corti. Sarebbe stato come decidere se volessi più bene ad Emily o Sam.
Era sempre bello da far invidia e quello smoking gli stava divinamente.
"Ti ho portato un po' di champagne."
Mi disse con quelle labbra meravigliose che avrei voluto baciare tutto il giorno.
Okay.
Mi concentrai sulla sua domanda e scossi la testa.
Lui mi guardò confuso.
"Non lo vuoi?"
Chiese di nuovo.
Presi un respiro profondo e mi decisi a parlare.
Ma quando stavo per aprire la bocca venni interrotta dal piccolo Sam.
"Papà! Papà! Puoi venire a spingermi sull'altalena?"
Urlò Sam.
Andreas gli sorrise e dopo avermi baciata sulla fronte corse da lui.
"Sei pronto a volare?"
Urlò lui di rimando facendo urlare di gioia il piccolo.
Sorrisi.
Avevo sempre visto in Andreas un lato tenero che di primo impatto non tutti possono vedere.
Lo avevo visto dal suo modo di comportarsi con suo fratello.
Ma non avrei mai immaginato sarebbe stato un padre così premuroso e dolce.
Non potevo non pensare però che era già dura con due figli e non osai immaginare con quattro.
Non volevo lasciare il mio lavoro ma non volevo nemmeno lasciare i miei figli troppo tempo con la baby sitter.
Non volevo rinunciare all'adozione.
Ma questo avrebbe significato molte spese in più e cambiamenti drastici.
Okay mi stava scoppiando la testa e non mi sentivo affatto bene.
Dovevo solo essere felice di portare in grembo un nuovo bimbo.
Avevo la nausea.
Avevo bisogno di allontanarmi un attimo altrimenti mi sarebbe venuto un attacco di panico.
"Alice dai tu un'occhiata ad Emily, io devo andare un attimo al bagno."
Chiesi ad Alice.
Lei mi guardò preoccupata.
"Ti senti bene? Comunque sì certo non c'è problema!"
Rispose lei.
Ma come diavolo faceva sempre a capire quando non stavo bene?
"Si tutto bene."
Mentii sorridendole.
Lei mi guardò dubbiosa ma per fortuna annuii.
Mi allontanai da tutti gli invitati e al posto di raggiungere i bagni, proseguii verso l'uscita e arrivai ad una panchina dove mi sedetti.
Presi dei respiri profondi e cercai di pensare a come dirlo ad Andreas e a convincermi che non c'erano problemi, che lui mi avrebbe amata comunque e non mi avrebbe lasciata.
Ma come avremmo fatto economicamente?
Avremmo dovuto comprare una nuova macchina!
Saremmo dovuti andare da tantissimi professori ad udienza.
Avrei dovuto cucinare per sei persone!
Saremmo dovuti...
"Credo di non essere mai stato felice come oggi."
Disse una voce che interruppe i miei pensieri.
Mi voltai e vidi che seduto vicino a me c'era Travis.
Ero così persa nelle mie riflessioni che non avevo nemmeno sentito qualcuno sedersi affianco a me.
Quando Andreas si era tagliato i capelli la somiglianza tra i due fratelli era arrivata alle stelle dato che Travis dopo il liceo aveva deciso di tenerli sempre corti.
"Ora capisco cosa ha provato Andreas quel giorno e non sono più sicuro che lo prenderei per pazzo oggi.
Ho sempre pensato che fosse esagerato nel raccontare quanto era emozionato, felice e completo nell'averti sposata. Ho sempre amato Isabel anche in quei quattro anni nei quali non ci siamo più sentiti. Ma non avrei mai pensato di sposarla.
Ho sempre invidiato il vostro meraviglioso giorno e le emozioni che mi raccontava di aver provato mio fratello. Ora posso dire di averle provate e che aveva ragione."
Sembrava parlasse con se stesso e non con me, ma le sue parole mi fecero comunque commuovere.
Sarà stata la tensione che provavo ormai da giorni, saranno stati gli ormoni, saranno state le parole di Travis, ma incominciai a piangere come una bambina che si era appena sbucciata il ginocchio.
Travis mi circondò le spalle con un braccio.
Non serviva mi chiedesse cosa avessi, in quel momento gli dissi tutto, i miei dubbi, le mie perplessità e tutte le mie paure.
Fin dal primo momento in cui avevo incontrato Travis mi era subito stato vicino e mi aveva sempre trattata è protetta come una sorella.
Negli anni il nostro rapporto era cresciuto notevolmente.
Lui mi ascoltò attentamente senza interrompermi mai.
"Credo che tu non ti debba preoccupare minimamente di queste sciocchezze. Andreas ti ama da dare il vomito. Credo che prima tu glielo dica, meglio sarà."
Affermò lui sorridendomi.
Ricambiai, perché aveva un modo di fare che faceva sempre sorridere.
"È meglio se torniamo di là, si dal il caso che sia il tuo matrimonio e che tua moglie ti starà cercando disperata!"
Mi alzai asciugandomi gli occhi.
Lui annuì dopo avermi abbracciata mi guardò con un sorriso malefico.
Quell'espressione mi fece preoccupare.
"Che hai in mente?"
Chiesi io allarmata.
"Niente! Muoviti che c'è il taglio della torta!"
Disse correndo ormai lontano da me.
Sorrisi e lo raggiunsi.

STAI LEGGENDO
VERT
RomanceAndreas è un ragazzo difficile, cupo e soprattutto pieno di preoccupazioni e di dolore. In questo momento ha un solo obbiettivo: vendetta. Non vuole avere distrazioni, non vuole altri problemi e soprattutto non vuole legarsi ad altre persone. Riusci...